Rizomi, giovani e innovazione politica

“Sentivamo la mancanza di uno spazio di innovazione politica, così ce ne siamo creati uno”

Con queste parole l’Associazione “Rizomi” si presenta e presenta la sua scuola che avrà inizio il prossimo 12 Novembre.
10 Novembre 2022
11 min
1.3K views

«Rizomi nasce da un bisogno profondo: quello di occuparci attivamente di politica, riconoscendo in essa la dimensione in cui possiamo realizzare il cambiamento, affrontando i problemi e i disagi nostri e di chi vive intorno a noi. Le modalità di formazione e partecipazione abitualmente offerte non funzionano: lezioni ex cathedra, soffocanti percorsi nei partiti e modalità informative che non permettono alcuna possibilità di dialogo iniziale né di effettiva concretizzazione progettuale della teoria. Noi cerchiamo, vogliamo e quindi costruiamo qualcosa di diverso.»

La politica, i partiti di oggi non vi convincono?!

«Sembra ci sia un modello precostruito per fare politica e fare formazione, uno e uno solo. Potremmo dire che c’è spesso una forma di sfiducia che riguarda qualsiasi nuova modalità di partecipare ed elaborare percorsi autonomi. Anche i partiti promuovono di frequente forme di “violenza intergenerazionale”: ogni volta che dicono “che bravi, voi giovani”, in realtà si ha l’impressione che ti stiano mettendo in un recinto, da parte, come a dire “stai buono lì”.

A queste condizioni è difficile per molti porre le premesse per un dialogo costruttivo. Tutto ciò ha il medesimo ed usuale carico paternalistico, sminuente e compassionevole attuato su altre…minoranze, poiché anche ciò oggi sono “i giovani”: una minoranza scarsamente rappresentata. A ciò si aggiunga che se la politica è di frequente considerata distante o di scarso interesse, soprattutto dalle persone che avrebbero più esigenza di trarne strumenti per migliorare la propria condizione, è necessario farsi domande complesse a cui far seguire un lavoro altrettanto difficile.»

Sono certamente molto determinati. Molti di loro hanno altre esperienze associative e di percorsi di formazione politica, a loro dire insufficienti a soddisfare le esigenze che li hanno portati a costruire la Scuola di formazione di Rizomi. Mettiamoli alla prova.

Cosa c’è e cosa manca, quindi cosa offrite come Rizomi?

«Un nuovo modello di formazione politica all’insegna della orizzontalità; quindi più che una convenzionale scuola di politica abbiamo costruito una comunità di studio e di ricerca, che sappia infine passare all’azione concreta. Non ci immaginiamo uno spazio informativo, che è quello che abbiamo più volte visto e vissuto, e che a suo modo funziona, è efficace ed è facile da fare: chiami “gli esperti”, auspicabilmente profili competenti e preparati, tu studente ti siedi in un’aula, loro sanno ciò di cui parleranno riuscendo a concentrare ciò che devono dire in un arco di tempo prefissato, e tu stai lì ad ascoltare, prendi appunti, ti fai anche catturare, e poi… e poi finisce lì, si esaurisce così.

La nostra idea è qualcosa di più laboratoriale e collaborativo, in poche parole più politico: una formazione comunitaria orientata all’attivazione. Chiamiamo sì persone esperte (docenti universitari, rappresentanti delle istituzioni, ricercatori, attivisti…) a parlarci di un tema, a cui introdurci o ad approfondirlo, non limitandoci però ad ascoltarli passivamente, ma sempre con l’intento di svolgere “interviste di ricerca”.

Vogliamo perseguire un apprendimento attivo da parte di chi partecipa: a preparare il momento vero e proprio di “lezione” non sarà solamente l’ospite, ma lo si costruirà sempre assieme. Sarà uno spazio flessibile, non frontale, volto all’apprendimento, alla discussione e alla costruzione di capacità concrete e spendibili davvero sul territorio».

Ma togliamoci la curiosità di capire cosa sia e cosa voglia dire il nome “Rizomi”, da “rizoma

In botanica è una modificazione sotterranea del fusto: questo si ingrossa con funzione di riserva, ha uno sviluppo orizzontale, si irradia nel terreno, sia divenendo fonte di liquidi per un periodo avverso e secco, sia ambendo alla moltiplicazione vegetativa, cioè dando vita a nuovi fusti verdi anche in condizioni sfavorevoli.

«Sì, è proprio il senso che adottiamo del termine, che diviene anche per noi immagine calzante della nostra visione dell’impegno politico. [In tale senso hanno ripreso il termine e lo hanno esplorato filosoficamente Gilles Deleuze e Félix Guattari in “Millepiani” ndr]. E per questo abbiamo pensato fin da subito la Scuola come comunità orizzontale ed espansiva. È la modalità di lavoro e la forma che ci siamo dati: è il principio fondativo che orienta i nostri obiettivi e l’organizzazione stessa dell’associazione, oltre a essere ovviamente il principio guida della formazione che vogliamo fare ed offrire.»

Ancora più concretamente?

«Parliamo di co-progettazione. La giornata mensile di formazione sarà preceduta da incontri di lavoro e studio a cui parteciperanno le persone esperte invitate, le realtà del territorio e i partecipanti alla Scuola, tutte insieme, con l’obiettivo di delineare, all’interno del tema scelto per la giornata, le questioni principali da approfondire in base a bisogni ed interessi dei partecipanti stessi.

La giornata sarà suddivisa in tre momenti, da due ore-due ore mezza ciascuno, in totale dalle 10 alle 18, un sabato al mese. I primi due moduli sono focalizzati sulla condivisione delle esperienze e la costruzione di strumenti teorico-pratici; il terzo è quello laboratoriale per eccellenza: ci mettiamo insieme e svolgiamo dei ragionamenti su casi di studio, con l’obiettivo di imparare ad elaborare proposte vere su casi concreti.

Ad ogni tema verranno dedicate due giornate. Abbiamo scelto quattro temi, macro aree di azione ed interesse, quindi la scuola, il percorso si articolerà in otto giornate.»

Quali sono i 4 temi scelti? Avete già le date delle giornate di formazione?

«Sono i seguenti, ciascuno con la propria declinazione utile a comprenderne il taglio offerto:
– Economia & Ambiente, “Modelli integrati di economia per il futuro del lavoro”
– Istruzione & Giovani, “Cosa formare e perché”
– Diritti, “Espansione inclusiva dei diritti”
– Spazi & Azioni, “Urbanistica politica”

Per ognuno di essi ci sarà un gruppo di lavoro dedicato alla preparazione dei relativi incontri laboratoriali.

La giornata inaugurale sarà il 12 novembre, in Piazza Santa Sabina 4, alla Casa della Giovane. La seconda, anch’essa dedicata al primo tema, il 17 dicembre.

Abbiamo già fissato tutte le date, ma i contenuti sono sempre in piena trasformazione: chiunque abbia piacere di aderire anche ora o in corsa lo può fare liberamente e liberamente contribuire alla progettazione.»

Come ci si iscrive, come si partecipa, che regole di ingaggio ci sono?

«La partecipazione alle singole giornate è gratuita. Si può decidere di assistere anche ad un solo incontro oppure aderire a percorso già iniziato. Per sostenere il progetto e prendere parte all’intero percorso chiediamo di associarsi a Rizomi, con un costo di 25 euro annuali. Speriamo che tante e tanti ancora aderiscano, anche in corso d’opera, ritrovandosi sia nel metodo sia nella comunità che si sta andando a costruire.»

Dove si terrà il percorso?

«Appunto è un percorso: vogliamo dare dinamicità alla scuola, essere in cammino, e così non avrà una sede fissa, perché si alza e si sposta, per le periferie, geografiche e sociali, della città di Genova. Vogliamo in questo senso fare un lavoro di prossimità, andando ad incontrare ed animare le persone e i luoghi, portare il progetto soprattutto dove proposte così non ci sono o faticano a decollare. Cominciamo il 12 novembre, come dicevamo, in centro storico alla Casa della Giovane, in una parte dei vicoli su cui ancora tanta azione sociale civica e politica va operata. Vorremo poi proseguire a Certosa, Sampierdarena, al Lagaccio, in Valbisagno e in tanti altri quartieri della città, scoprendo e incontrando le realtà che già li animano e che tengono vivi gli spazi che utilizzeremo per la formazione.»

Dalle vostre risposte e dai vostri racconti emerge che un percorso partecipato ed allargato a tante voci c’è stato da parte vostra, prima per e durante la costruzione di Rizomi, sia come associazione sia come proposta di scuola.

«Sì, nel lungo e intenso percorso di costruzione di Rizomi abbiamo incontrato tante altre realtà già costituite ed attive, da ben prima di noi, proprio nei campi tematici su cui ci concentreremo. In materia di ambiente, ad esempio, ci è sembrato da subito necessario conoscere chi se ne occupa da tempo e con capacità: abbiamo così incontrato Cittadini Sostenibili, The Black Bag e Fridays for Future Genova, e molte altre realtà con le quali sono emersi preziosi spunti e riflessioni.

Ecco però un elemento che aggiungiamo tutto nostro: incontriamo le associazioni non scevri da un approccio critico, poiché consapevoli che anche qui non esiste “Il modo giusto di fare attivismo”, interrogandoci su come potenziare quelle esperienze, aumentarne l’ impatto trasformativo.»

Un approccio critico all’attivismo quindi

«A volte l’attivismo si autolimita. Ci sono livelli psicologici ed emotivi da sbloccare. L’associazione ambientalista sa bene cosa fare e come farlo, cosa ha sempre fatto, e quindi si assicura di farlo ancora e farlo bene, ma non si interroga spesso su cosa fare di più. È un approccio critico sull’impatto e sull’efficacia di quelle ottime azioni.

Molte realtà incontrano talvolta momenti di down perché sembra la loro spinta si esaurisca, non riesca a penetrare davvero, a essere efficace in quel luogo e a restare nel tempo. Le associazioni sono spesso uno spazio di dialogo e confronto, una risposta ad una esigenza specifica, e/o anche solo un gruppo di amici che si ritrova per discutere senza un focus preciso e mirato.

Noi però vogliamo alzare il tiro: ambire a che quelle esigenze individuali si trasformino in obiettivi politici e che l’impegno e le energie che un’attività associativa richiede e genera abbiano un impatto concreto, profondo e di lungo periodo.»

Solitamente una scuola di formazione alla politica ha il terrore di parlare di politica in senso stretto, preferisce rimanere sul piano delle idee che stanno nell’Iperuranio per non macchiarsi di non si sa bene quale colpa. Voi invece parlate chiaramente di interpretare un ruolo pienamente politico, di relazionarvi con la politica ed incidere nella realtà come foste un soggetto politico, o come comunità o da singoli.

Che relazione c’è, se c’è, tra Rizomi e la politica in senso stretto?

«Tutti i nostri ragionamenti sono anche in vista della scadenza elettorale: nel 2025 si vota alle Regionali, e allora iniziamo oggi, noi, qui, a costruire le capacità e le proposte concrete di azioni politiche, poiché quello che registriamo è che non si stiano costruendo.

Capita spesso, soprattutto a livello locale, che i partiti, per mancanza di organizzazione o interesse, costruiscano i programmi di fretta, sommariamente, senza alcuna larga partecipazione. È quello che ci siamo già sentiti dire, anche solo pochi mesi fa per le Elezioni Amministrative di giugno 2021: “Hey, giovani: cosa ne pensate? Guardate qui, dai votateci! Anzi, candidatevi!”.

E tu o ingenuamente vieni o consapevolmente ti senti raggirato, da soggetti interessati al tuo viso giovane più che ai tuoi veri bisogni e alle istanze che più senti tue e di cui ti vuoi fare portatore. Attivarsi invece ora, come comunità, girando i quartieri, soprattutto quelli periferici dove la politica è distante, è la modalità migliore per approcciare da subito, con prospettiva e programmazione, quella scadenza elettorale, che è sia sufficientemente lontana dal consentirci di imparare tante cose, sia sufficientemente pressante dal non lasciarci comodi a riflettere sui massimi sistemi, incalzandoci così a calare le nostre proposte sempre in un’ottica territoriale e temporale ben definita.

Arriveremo alla scadenza del 2025 con competenze solide, concrete e condivise, costruite in collaborazione a tante persone e calibrate sui luoghi in cui verrebbero impiegate; un bagaglio potente e di qualità, frutto di un lungo lavoro partecipato, che ciascuno potrà conferire nelle realtà politiche -partito o lista- cui aderirebbe singolarmente.»

Il progetto intero, associativo e formativo, è decisamente ambizioso. Da quanto ci lavorate?

«Ci abbiamo lavorato tanto. Sono anni che studiamo e ci impegniamo per poter sostenere un progetto come questo. Rizomi è diventato concreto verso la fine del 2021: partiti in tre [Matilde, Francesco e Leonardo ndr], abbiamo cominciato a coinvolgere e ad allargare alle nostre cerchie di amici, colleghi e conoscenti; ad aprile scorso ci siamo costituiti come associazione, la abbiamo fondata in dodici, siamo cresciuti ancora ed ora siamo oltre trenta persone.

Essendo così tanti abbiamo scelto di decentrare decisioni e progettazione, quindi tutti avranno e hanno già in mano l’organizzazione di almeno una parte di una delle giornate. Nel pieno rispetto dei principi ispirati all’elemento fisico-botanico e metafisico-politico del rizoma.

Anche d’estate siamo rimasti sul pezzo e, tra esami e vacanze, abbiamo voluto trovare tempo e modo per partecipare a campi di formazione con attivisti da tutta Italia; siamo andati all’Anti Social Social Park di Volterra [promossa dall’Associazione Culturale “Vai Oltre!”, ottima occasione per prendere nota di potenzialità e limiti dell’attivismo, trovando conferme, anche con gli attivisti che abbiamo incontrato, che la nostra proposta è capace di destare curiosità ed interesse.

E così a settembre scorso abbiamo attivato il sito e la pagina Instagram. Oggi siamo solidamente pronti per partire!»

Una scuola laboratoriale che fornirà strumenti e costruirà proposte: ma a chi si rivolge quindi questo percorso sempre aperto? 

«È rivolto a chiunque voglia partecipare, senza distinzioni di età e titolo di studio. Noi stessi, come detto, vi prendiamo parte. 

Di solito o si va alla ricerca di un ente fornitore di formazione o l’ente fornitore va alla ricerca di clienti discenti, Noi invece costruiamo assieme il percorso, lo progettiamo tutti assieme e poi ne fruiamo anche. 

Non dobbiamo arruolare iscritti per fare soldi, poiché non è il nostro obiettivo, eppure certo siamo ottimisti e crediamo la risposta ci sarà e sarà in costante crescita lungo il percorso. Chiunque verrà alle riunioni associative o parteciperà alle giornate di formazione, rappresenterà sempre una risorsa di energie, stimoli e idee da coinvolgere nel progetto. Si tratta di entrare a fare parte di una comunità di ricerca, che è molto più che assistere passivamente ad un singolo modulo di una delle otto giornate. 

Buona parte del gruppo al momento viene dal contesto universitario, quindi ci stiamo spingendo ad ampliarlo e diversificarlo ulteriormente proprio in virtù del principio di espansione e propagazione che ci siamo dati: vogliamo affrontare la sfida, non semplice, di raggiungere le periferie, non solo territoriali ma anche sociali, demografiche, lavorative.»

Come vi siete espansi e come continuerete a farlo? 

«Vogliamo allargarci anzitutto tramite le molte realtà che ogni giorno incontriamo e conosciamo, anche in spazi decentrati rispetto alla Liguria Genova-centrica. 

Ne è un esempio Nassa Rapallo, con cui abbiamo già costruito un’importante collaborazione che ci permetterà di aiutarci reciprocamente nei rispettivi territori. 

Stiamo stringendo interessanti alleanze anche fuori dai confini regionali, in Lombardia, Piemonte e Toscana, che nei prossimi mesi potranno dare vita a percorsi congiunti. 

È inoltre fondamentale istituire reti nelle scuole, perché se parliamo di “giovani” non possiamo limitarci a parlare di e con 24enni ma andare a recuperare anche i 15-16enni. Anche perché noi stessi per primi a 16 anni avremmo voluto avere l’occasione di incontrare spazi e modalità di questo tipo per agire, e proprio secondo i principi di Rizomi. Abbiamo già contatti attivi con i giornalini scolastici, abbiamo incontrato e coinvolto singoli studenti, i loro sindacati e le associazioni studentesche. 

Vogliamo attivare energie che ci sono già, potenziali, ancora inespresse, che aspettano di essere accese, di avere gli strumenti per rendersi efficaci. Oggi si direbbe che è anche un percorso di “enpowerment”.»

Siamo all’appello finale all’iscrizione e alla partecipazione.

«La proposta di Rizomi, come Associazione e come Scuola, è qualcosa che oggi manca e di cui c’è assoluto bisogno: se la distanza che ci separa dalla risoluzione dei problemi che ci riguardano passa anche dalla nostra capacità di attivarci, partecipare e collaborare, un percorso di formazione e ricerca politica non può che essere comunitario, espansivo, reticolare e rivolgersi soprattutto a chi non ha fiducia nella politica e chi fatica a essere rappresentato.»

Rizomi è un progetto accattivante, che sta meritando attenzione crescente, anche perché ambizioso e senza peli sulla lingua, critico per natura e bramoso di essere concreto e incisivo, che poi è quanto di più autenticamente e genuinamente possa esservi nello spirito di tutte e tutti quando il sostegno di una comunità può permettere di resistere ai morbi della disillusione e della rassegnazione, che a Genova e in Liguria fanno presa a tal punto dal dirci tra noi rassicurandoci consolatoriamente che il “mugugno” ed il “maniman” sono virtù.

Immagine di copertina:
Fonte Rizomi


Scrivi all’Autorə

Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.


Biodiversità palestinese
Articolo Precedente

LABIBA | Degrado Ambientale e Palestina

Ora parliamo di aborto.” presso il Chiostro di Santa Maria di Castello
Prossimo Articolo

Chi è con me

Ultimi Articoli in Interviste

Giornata Internazionale di solidarietà con il popolo palestinese

LABIBA |  Giovane Palestina

Il 29 novembre ricorre la Giornata internazionale di solidarietà al popolo palestinese. Qual è il significato di tale giornata nel difficile momento storico attraversato dalla Palestina?
TornaSu

Don't Miss