A fronte del peggioramento dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus COVID-19, il decreto Dpcm 198 8 marzo 2020 ha imposto la chiusura dei musei, gallerie ed istituti culturali. Questo procedimento è stato attuato progressivamente in tutto il resto il mondo. Le strutture museali hanno però reagito più che prontamente. Hanno deciso che se i visitatori non fossero stati nella condizione di visitarli, loro avrebbero comunque continuato ad adempiere al loro compito di diffusori di cultura. Portandola a casa dei visitatori attraverso gli schermi dei cellulari, tablet e pc.
E i musei genovesi? Come si sono comportati? Con entusiasmo hanno aderito a questa iniziativa e tramite i canali social hanno fatto sentire la loro presenza virtuale. I post si sono caratterizzati in vario modo. Quelli che descrivono elementi delle collezioni, come questo post pubblicato dal Museo Galata che racconta la storia di un cimelio molto particolare.
Quelli che ci permettono di usufruire delle sale dei palazzi nobili genovesi in un’atmosfera surreale, carica di silenzio e svuotata dai soliti turisti, come questo video che mostra Salone dei Galeotti, pubblicato da Galleria Palazzo Spinola.
O i post che fanno conoscere luoghi sconosciuti al grande pubblico ma ricchi di storia, come il Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso.
E infine, per i più piccini e non, video che richiedono la partecipazione del visitatore virtuale, come il video del Museo Chiossone che insegna al pubblico a creare origami e lo invita a ripetere la medesima operazione a casa.
Come se la considerevole presenza social non fosse abbastanza, i musei hanno inoltre preso parte all’iniziativa Notte Bianca Digitale. L’evento social è avvenuto il 13 e il 20 marzo ed è stato organizzato da Invasioni Digitali, un sito di Web e Social Media Marketing. I musei di tutta Italia hanno aderito e pubblicato post divulgativi inserendo l’hashtag #nottebiancatv e #foodinvasions, permettendo così al pubblico di seguire questo thread e abbuffarsi di cultura.
Tuttavia, bisogna precisare che il fatto che i musei genovesi, ma in generale di tutta Italia, siano attivi in modo intelligente e mirato sui social e cerchino di intrattenere i visitatori a distanza non è una novità: questi servizi venivano offerti anche prima dell’emergenza sanitaria. Un esempio zenese è il Virtual Tour, esperienza virtuale immersiva che permette di visitare i musei più importanti più di Genova, già resa pubblica nel 2013.
Ciò che è cambiato, invece, ed è degno di lode, è che i musei hanno incrementato e raffinato questa attività avendo colto la gravità della situazione e dimostrando di voler fare la loro parte. Ovvero continuare a divulgare cultura e al tempo stesso distraendo, intrattenendo e facendo compagnia al pubblico in questo momento difficile.
Quello che noi visitatori possiamo augurarci è che i musei continuino in questa direzione, che la crisi finisca presto, così, fra le altre cose, potremo tornare a visitare i musei che in questi giorni difficili ci sono stati vicini da lontano.
Immagine di copertina:
Dexmac
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