Concorso OSS Genova

Non ne siamo usciti migliori: la brutta storia del concorso pubblico per OSS

I candidati al concorso OSS 2021 hanno vinto il ricorso contro Alisa per le modalità di svolgimento della prova. Il concorso 2022 non è andato meglio.
14 Giugno 2022
3 min
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Nella giornata di mercoledì 27 aprile, per l’ennesima volta, lavoratori precari e neodiplomati da tutta Italia sono accorsi a Genova per tentare l’ingresso nel sistema sanitario ligure. In questo giorno particolare, però, la maggior parte dei partecipanti non ha sostenuto la prova per l’inserimento in una nuova graduatoria; ha bensì ripetuto la stessa del 2021, annullata in seguito a un ricorso al TAR dovuto a errori di natura formale: forse inconsistenti da un punto di vista contenutistico (come sostengono alcuni), ma certamente giuridicamente validi e altrettanto imbarazzanti e inaccettabili se commessi da parte di una pubblica amministrazione.

In seguito alla povera figura già fatta in precedenza e nonostante i timori di alcuni candidati ricorsisti per le possibili ritorsioni personali, non ci si poteva che aspettare una metodologia trasparente, una nuova prova di concorso inattaccabile, priva di qualsivoglia problematica, anche solo potenziale.

Non è andata in questo modo. La mattina del 27 aprile 2022, l’RDS Stadium è stato teatro di spettacoli per nulla eleganti, che poco si addicono alla sede d’esame di un concorso pubblico.

Concorso OSS Genova
RDS Stadium Genova. Foto di Marianna Furia

Testimoni raccontano di urla di rabbia generali rivolte alla commissione esaminatrice, la quale ha fatto fatica anche solo a esprimersi. Alla richiesta di “rispetto” da parte del presidente di commissione sono seguite in risposta esauste accuse. La maggior parte dei partecipanti si è infatti sentita presa in giro e mortificata a livello professionale.

Qual è stata la scintilla che ha infiammato gli animi?

Dopo essersi seduti ognuno al proprio posto e aver atteso il controllo e l’ingresso di tutti per ore, i candidati, aprendo le buste contenenti i testi delle prove, hanno fatto una deludente scoperta: la modalità d’esame (seppur rimanendo in forma scritta) era cambiata radicalmente. Non più 30 domande a risposta multipla, bensì due quesiti a risposta aperta, dettati su foglio protocollo timbrato in prima pagina.

A quel punto una serie di domande ha invaso il silenzio dello stadio, seguite poi da lamentele e attacchi diretti alla commissione. Le testimonianze sono moltissime e tutte coerenti tra loro.

La più emblematica racconta una richiesta di chiarimento riguardante la formulazione di una domanda da parte di una candidata, cui un membro della commissione avrebbe risposto: “Non sono un medico, ma solo un amministrativo. Non so aiutarla.” A quel punto è sorta spontanea la domanda: “Chi correggerà le prove?” “Noi”, avrebbe risposto lo stesso esaminatore dichiaratosi ignorante in materia pochi istanti prima. 

Se il racconto fosse confermato, l’episodio risulterebbe così imbarazzante da far accapponare la pelle, ancor più se contestualizzato all’interno di una prova ripetuta, svolta in seguito alla sconfitta in ricorso da parte di un ente pubblico regionale.

Le modalità di valutazione

Lasciando da parte questi episodi che, seppur interessantissimi e rappresentativi di un meccanismo difettoso, non costituiscono il nucleo del discorso, restano evidenti i veri potenziali problemi: la particolarità della prova e i possibili metodi di valutazione dei candidati.

Leggendo il bando la modalità di somministrazione dell’esame risulterebbe regolare. Nonostante ciò, è difficile non nutrire sospetti nei confronti dell’organizzazione e dei suoi responsabili, soprattutto considerando la facilità di riconoscimento nominale dei candidati ricorsisti

Pur rimanendo garantita la privacy, infatti, le modalità di valutazione possono essere molteplici e soggette a “errore umano”.

Questo perché la correzione di un testo scritto (soprattutto trattandosi soltanto di due quesiti), rispetto a quella delle risposte categoriche previste da un test a crocette, risulta essere più vulnerabile a distrazioni o, volendo mal pensare, a volontarie discriminazioni di giudizio da parte degli esaminatori.

Le probabilità che, sotto il punto di vista giuridico, da questo episodio sorgano veri problemi sono molto scarse. Ma, siccome i termini giustizia e legge non sono sinonimi, è utile denunciare pubblicamente ogni comportamento non totalmente trasparente da parte delle Pubbliche Amministrazioni, il quale può lecitamente solleticare in alcuni il sospetto di attività irregolari. 

La partita resta ancora aperta: da più voci vengono proposte iniziative di ricorso, domande di sostegno ai sindacati, raccolte firme, etc. Intanto i risultati delle prove ancora non sono stati pubblicati, d’altronde l’impegno richiesto alla commissione, data la modalità della prova, è sostanzioso.

Questo è solo uno dei tanti episodi poco chiari che riguardano i concorsi pubblici (e non solo) nella nostra regione, lamentele arrivano anche da altre categorie professionali, come alcune forze dell’ordine. 

A dire del presidente Giovanni Toti “in Liguria abbiamo la grande capacità di saper lavorare tutti insieme, istituzioni, imprese, cittadini” (@GiovanniToti, 2022, Twitter).

Qualcuno dovrebbe ricordare al Presidente che la cooperazione, la competenza, la chiarezza e l’onestà non sono capacità innate di una comunità, ma vanno in essa costruite e mantenute. Insomma, più di due anni per dar vita a un concorso pubblico zoppicante.

Mia nonna direbbe: “Ma non ne avete vergogna?!”

Immagine di copertina:
Foto di Akshay Chauhan


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