Giovanni Toti: il Presidente di Regione Liguria in arresto

TOTIscommesse: il Presidente di Regione Liguria in arresto

Corruzione, finanziamento illecito e concorso al reato di corruzione elettorale. Per alcuni fedelissimi sussiste anche l’aggravante di favoreggiamento all’attività di Cosa Nostra.
9 Maggio 2024
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Il 07 maggio 2024, a un mese dalle elezioni europee, l’Italia si sveglia con la notizia di un nuovo scandalo politico: il Presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, è stato arrestato e posto ai domiciliari (in misura cautelare) in seguito alle accuse di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, finanziamento illecito e concorso al reato c.d. di corruzione elettorale.

Le accuse riguardano le consultazioni elettorali liguri del settembre 2020 e quelle comunali di Genova del giugno 2022, l’ambito dell’Autorità portuale di Genova, quello della Pubblica Amministrazione regionale e i rapporti illeciti di quest’ultima con organizzazioni private.

Nello specifico il Presidente Toti, il quale sembra non avere intenzioni di dimettersi come richiesto dalle opposizioni (così lascia intuire il suo legale, Stefano Savi), avrebbe ricevuto da Aldo e Roberto Spinelli (padre e figlio, imprenditori immobiliari) un totale di 74.100 € con la promessa di favorire loro la concessione della spiaggia libera di Punta dell’Olmo.

Il Presidente sembra aver infatti assicurato ai due imprenditori che avrebbe “trovato una soluzione” per trasformare la spiaggia suddetta da “libera” a “privata”. Avrebbe inoltre accettato di velocizzare le pratiche di rinnovo per la concessione del Terminal Rinfuse a una società controllata per il 55% dalla SPINELLI S.r.l. e per l’assegnazione a padre e figlio di un’area demaniale attualmente in uso da Società Autostrade (ASPI).

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Giovanni Toti in un fotomontaggio di Davide S.

Giovanni Toti e il suo presidente di gabinetto, Matteo Cozzani, avrebbero poi accettato finanziamenti illeciti in cambio dell’impegno ad accelerare le pratiche per l’apertura di due sedi ESSELUNGA sul territorio regionale.

Lo stesso Matteo Cozzani, in qualità di coordinatore regionale della campagna elettorale per la lista “Cambiamo con Toti Presidente”, in concorso con il Presidente Toti,  avrebbe promesso posti di lavoro e alloggi ai componenti della comunità riesina di Genova per un totale di più di 400 voti, per mezzo dei rappresentanti della stessa comunità: i fratelli Testa.

Questi ultimi, esponenti di spicco di Forza Italia, sono inoltre accusati con l’aggravante di aver commesso il reato ai fini di agevolare Cosa Nostra.

Per il reato di corruzione elettorale (con aggravante per mafia) è indagato anche Veneziano Maurici, referente genovese del clan Cammarata di Riesi, che avrebbe accettato di spostare il proprio voto in cambio di un posto di lavoro promesso al genero. 

Maurici è inoltre indagato per finanziamento illecito a favore della compagine politica facente capo al Presidente di Regione Liguria ed erogazioni illecite al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, anch’egli sotto accusa.

L’amministrazione regionale ha compiuto, con questa vicenda, la sua ennesima pessima figura, mostrando all’Italia e al mondo intero il sistema di corruzione che infetta nel profondo la nostra classe politica. 

È, oggi più che mai, il momento di risollevare la questione morale avanzata da Enrico Berlinguer durante la famosa intervista a Eugenio Scalfari nel 1981, in cui egli afferma che “i partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela”.

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Giovanni Toti. Fonte Liguria Pics via Wikicommons

Immagine di copertina:
Giovanni Toti in un fotomontaggio di Davide S.


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