Letizia Battaglia : la fotografia mi ha mostrato la strada della libertà. Palazzo Ducale, Genova

Letizia Battaglia : la fotografia mi ha mostrato la strada della libertà

“Il mio mestiere è quello di documentare, ho fotografato inizialmente per dovere e successivamente per denunciare senza retorica i morti di mafia. L’odore del sangue non mi ha più abbandonato”
28 Maggio 2023
3 min
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Il 29 aprile si è inaugurata la mostra a Palazzo Ducale di Letizia Battaglia, la fotografa italiana classe 1935 che attraverso le sue fotografie è riuscita a mettere in luce la dura lotta alla mafia nella Sicilia degli anni ‘70. 

La sua arte è cresciuta con il suo impegno civile e politico, la sua determinazione e il suo impegno hanno caratterizzato i volti e la società di una Palermo degli anni di piombo immortalando scene di crimini e vittime di Mafia.

In quegli anni Palermo era un campo di guerra civile in cui l’affermarsi del clan dei corleonesi aveva portato l’assassinio di governatori, poliziotti e intere famiglie mafiose.

Le sue foto hanno documentato i delitti della criminalità e del sistema di corruzione politico e imprenditoriale che ha seminato fiumi di sangue e paura: “Il mio mestiere è quello di documentare, ho fotografato inizialmente per dovere e successivamente per denunciare senza retorica i morti di mafia. L’odore del sangue non mi ha più abbandonato”

Letizia Battaglia è ricordata per i suoi scatti rigorosamente in bianco e nero, la sua immagine è cresciuta notevolmente per il suo impegno civile e politico su scala nazionale e internazionale.

Nel 1979 è co-fondatrice del Centro di Documentazione “Giuseppe Impastato”, tra gli anni ’80 e ’90 si occupa anche di politica dove diventa consigliera comunale per i Verdi e assessore comunale a Palermo con la giunta Orlando.

Nel 1991 viene eletta deputata all’Assemblea regionale Siciliana con il partito La Rete e nominata vicepresidente della Commissione Cultura. Delusa dal mancato cambiamento sociale si trasferisce a Parigi nel 2003 ma nel 2005 decide di tornare nella sua amata Palermo.

Nel 2017 inaugura a Palermo nel centro culturale della Zisa il Centro internazionale di Fotografia.

È la prima donna in Europa a vincere nel 1985 il W. Eugene Smith Grant a New York, nel 1999 il Mother Johnson Achievement for Life a San Francisco e infine nel 2007 il Prize in Germania. Candidata al premio Nobel per la pace, nel 2017 è nominata dal New York Times tra le 11 donne più rappresentative dell’anno.

Letizia Battaglia : la fotografia mi ha mostrato la strada della libertà. Palazzo Ducale, Genova
Sergio Mattarella, futuro Presidente della Repubblica, mentre sorregge il cadavere del fratello Piersanti, appena assassinato. Fonte Wikicommons

Gli inizi

La sua carriera di fotografa inizia all’età di 36 anni, nel 1971 poco dopo essere arrivata a Milano, dove grazie al ritratto di Pier Paolo Pasolini avvia la svolta della sua vita professionale; nel 1974 risponde all’invito del direttore del giornale L’Ora, Vittorio Nisticò diventando così testimone della cronaca nera di Palermo.

Inizia così, per caso, quel lungo e tortuoso percorso per riprendersi la vita e la libertà in mano, quella libertà che tanto desiderava e che per anni aveva perso. 

“Avevo 10 anni, vivevo a Trieste e andavo sempre in bici. Ero una bambina felice. Qualche anno dopo siamo ritornati a Palermo e li fu la fine della mia libertà. Mi ricordo di esser andata a comprare qualcosa e al mio rientro ho incontrato l’orco. Sono tornata a casa correndo e raccontai tutto a mio padre e subito persi la mia libertà. Fu a causa di quell’orco nero che mi sposai a 16 anni rinunciando a quella bambina che sognava felice di diventare una scrittrice ed invece si, diventai quella bambina che si ritrovò con le ali tappate diventando moglie, madre e quasi folle.”

Ed è proprio in quel matrimonio, da cui nascono tre figlie, che si rivela grande fonte di infelicità, che Letizia si ribella.

Finisce ricoverata in Svizzera e, subito dopo, chiede il divorzio da quel marito che rivedrà solo in punto di morte, perdonandolo ha detto lei, come si perdona un fratello.

Quando Letizia si ritrova a scrivere per il giornale l’Ora di Palermo, conosciuto a livello nazionale per il suo impegno contro la mafia, ha 36 anni.:

”Ho iniziato a scrivere solo per guadagnarmi il pane, avevo lasciato un marito benestante e avevo rifiutato gli alimenti. Cominciai a lavorare come unica donna in un mondo di uomini per potermi permettere di pagarmi l’affitto, per pagarmi il cibo.” 

“La fotografia può servire per prendere appunti e per saziare la mia curiosità o rimandarmi a cose private. Quando io fotografo una donna, una bambina ritrovo sempre qualcosa di me. Ritrovo nel suo sguardo quella voglia e quella speranza. Ritrovo i loro sogni e mi ricordo dei miei.”

Nel suo lavoro, come è facile immaginare, Letizia Battaglia non nasconde il dolore. È anche per questo che – raccontava nelle interviste – usa il bianco e nero nelle sue fotografie, perché mitigano, proteggono, rendono le foto meno crudeli. Ma le sue foto non sono mai state definite crudeli se non d’impatto.

Sono foto che rappresentano il dolore e che come ha dichiarato lei stessa: ”è un dolore che è entrato dentro di me”.

Il suo lavoro fotografico l’ha definita “fotografa della mafia”, fu la prima a immortalare la scena del delitto di Piersanti Mattarella, assassinato dalla mafia il 6 gennaio 1980.

Morta il 13 aprile del 2022 a 87 anni, Letizia lascia alle sue spalle un lavoro potente, straziante di dramma e di horror, ma anche il ricordo di un femminismo attivo, controcorrente, irriverente e iconico. Letizia Battaglia attraverso le sue fotografia e l’uso del grandangolo – suo segno distintivo – fornisce la possibilità di avvicinarci, attraverso una lente, a una connessione profonda e intima con le vittime e le loro storie.

Orari mostra:

La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 19:00
I prezzi dei biglietti sono: Intero 12 euro – Ridotto 10 euro

Tutte le info su sito di Palazzo Ducale

Immagine di copertina:
Fonte sito Palazzo Ducale


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