Da qualche tempo, l’ultimo piano della GAM di Nervi è curiosamente gremito di sculture, tele e disegni di cavalli e cavalieri.
Chi sono queste figure?
Sono i personaggi di Marino Marini, scultore italiano che nel corso del Novecento utilizza questo motivo per approfondire le ricerche sulla forma e sulla materia, oscillando tra istanze classicistiche e d’avanguardia.
Osservando le opere disposte nelle sale, appare evidente come la ricerca sulla plasticità della materia prenda il sopravvento sulla forma stessa, ponendo in secondo piano l’esigenza di verosimiglianza e di rispetto delle proporzioni. Con le loro anatomie libere, i cavalieri in bronzo di Marini sfidano le leggi naturali. Le parti singole dei corpi dei cavalli raffigurati nelle tele, come teste, gambe e posteriori, invitano i visitatori a ricomporre l’immagine intera nelle loro menti.
Quando Marini presenta questi personaggi, non intende rendere omaggio alla figura del valoroso guerriero in sella di un prestante destriero.
Il suo obiettivo è quello di sfidare la materia e spingerla verso i suoi limiti espressivi. Cavalli e cavalieri scoppiano di sostanza e fanno quasi venire voglia al pubblico di toccarli per tastarne la consistenza ed esplorarne le superfici.
La mostra è stata curata dalla Fondazione Marino Marini, Pistoia e inaugura una serie di esposizioni dedicate agli artisti italiani dell’Ottocento e del Novecento che si terranno nei prossimi mesi alla Galleria d’Arte Moderna.
Immagine di copertina:
Cavaliere di Marino Marini. Foto di Maria T.
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