Genova arte e città: Rolli Days, Rolli Plays, Start e Confini Elettrici

Generazioni a confronto, arte e città: uno sguardo sul weekend passato

Tra Rolli Days, Rolli Plays, Start e Confini Elettrici. Come leggere tra le righe della nostra città e districare la matassa.
11 Ottobre 2021
3 min
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Non si dica, per favore, che Genova è morta. Oggi la città si sveglia con l’energia delle metropoli, il lunedì mattina dopo il carnevale cosmopolita e festante del weekend appena concluso. Oggi per le strade percepiamo la calma regolare e la tranquillità operativa di una città che forse sta re-imparando a reggere il colpo di svariati eventi e svariate realtà che animano la notte e il giorno con qualcosa che, finalmente, ha il sapore del mondo vero.

Poche riflessioni per fare il punto su questo weekend ricco di spunti e davvero incoraggiante:

Da giovedì a domenica, il centro storico è stato catalizzatore di diversi progetti, il cui tessuto è stato affrontato con il giusto spirito, incentivando il fare rete in senso stimolante e propulsivo: esattamente quello che piace tanto a noi di wall:out.

Vediamo quindi quali progetti e in che misura si sono intrecciati

La cornice principale è stata offerta dai più noti e consolidati Rolli Days, che tra eventi in presenza e controparte digitale è stato attivo dal 4 al 10 ottobre. A intersecarsi, in primo luogo è stato Rolli Plays, format di performance dal vivo di musica classica contemporanea ed elettronica per pianoforte e di illuminazioni di luci sui palazzi storici, curato da Forevergreen.fm (Electropark) e Rst Events: raggiante costellazione di concerti urbani, che ha visto la partecipazione di artisti come Lilia Yakushin, Bruno Bavota e Francesco Tristano.

Proposta degna di attenzione per il calibro dei protagonisti coinvolti e per l’attivazione partecipata di un pubblico passante.

Quest’ultima, posta come obiettivo di progetti artistici, è un risultato tutt’altro che scontato: è così che una città cresce, ed è così che l’arte può funzionare da “cura sociale” (e di questi tempi come è ovvio ne abbiamo un gran bisogno). 

Proseguiamo il quadro con Confini Elettrici, serata di sabato afferente al più vasto contenitore della rassegna di danza contemporanea Resistere e Creare, curata e sostenuta da Teatro della Tosse e Balletto Civile, che ha visto in questi giorni la sua settima edizione, Vietato Ballare: sabato sera in centro si respirava aria di magia.

Abbiamo parlato di network, e anche in questo caso vediamo una fitta rete di relazioni tra le realtà coinvolte nel progetto della serata suddivisa in quattro quadri: da Boiler Room, passando per il già citato progetto Electropark, a finire con due progetti artistici e diamanti grezzi del tessuto underground genovese: Revolvingdoors e Millepiani + Piötre, di cui già abbiamo parlato su questi schermi (La festa è finita! W la festa!).

Se rete e network in Confini Elettrici sono fin troppo evidenti, lo stesso vale per l’aspetto di attivazione del pubblico passante

Il riferimento è alla carovana di persone che ha seguito, tra i carruggi, un ragazzo che indossava un abito sonoro (Revolvingdoors); un attentato artistico tra i tavolini di un dehors esterno con musica techno e video-proiezione sulla facciata laterale del Duomo (TabUla); per finire con un concerto-performance a due canali in piazza (Millepiani + Piötre), ascoltabile in piena serenità sui tappeti stesi per l’occasione: situazioni che sanno di estero, che cooptano persone nuove e diverse, che parlano di contemporaneo e nelle quali, in definitiva, ci sentiamo davvero a nostro agio.

Aspetto assolutamente da considerare è quello generazionale: Confini Elettrici ha visto la collaborazione di professionisti di età tra i venti e i trenta anni, a partire dagli artisti per arrivare allo staff di fotografi, videomaker e performer: un dato incoraggiante ed entusiasmante, su Genova, sia dal punto di vista del lavoro, che dal punto di vista delle possibilità culturali e artistiche che può offrire la generazione Y alla città. Speriamo che questo sia solo un assaggio!

Concludiamo il resoconto con Start, la notte bianca delle principali gallerie: un evento dal grande potenziale che però, per il momento, non regge il confronto con il resto. Ripetiamo i nostri parametri finora utilizzati per leggere l’offerta degli eventi della cultura e dell’arte sul territorio, e troviamo in ordine network, attivazione del pubblico passante e collaborazione attiva con le nuove generazioni.

Sul fare network il progetto Start ha già mosso il primo passo, nascendo effettivamente come rete delle principali gallerie, e coordinando per un giorno all’anno gli opening di ciascuna, quest’anno giovedì 7 ottobre.

Ma ancora non basta: il suggerimento è quello di aprire davvero, guardare anche fuori dalla galleria e pensare a un network più ampio, che possa rompere con la tediosa sensazione che l’arte sia solo da salotto privato, ancora un po’ ingessata o nella migliore delle ipotesi timidamente post-modernista (siamo nel 2021!).

Per quanto riguarda l’attivazione del pubblico passante, anche contando i piccoli non-assembramenti davanti alle entrate delle gallerie, se n’è vista ben poca: se l’obiettivo è solo intercettare gli habitué tra collezionisti e visitatori, perché organizzare per le strade del centro storico un evento come Start, che costitutivamente dovrebbe essere un invito alla curiosità e all’inclusione del pubblico generico?

E ultimo ma non ultimo: sarebbe l’ora di vedere sempre più impiegato uno staff di persone giovani, tra i venti e i trent’anni, a parte attiva nella progettazione e nel managing dell’evento. Start ha un gran potenziale che va curato e aiutato a svilupparsi: le gallerie coinvolte e la loro offerta sono talvolta davvero d’eccellenza, ma c’è ancora un po’ aria di chiuso. 

Stiamo a vedere se per caso, aprendo un po’ le finestre e facendo circolare nuove energie, un domani Genova possa diventare scenario di saloni o, soprattutto, di fuori saloni, fiere ed eventi realmente contemporanei. 

Noi un po’ ci stiamo già credendo.

Immagine di copertina:
Confini Elettrici, Revolvingdoors
. Foto di Michela Mosca


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Membro del duo curatoriale Mixta con il quale si occupa di progetti artistici che siano attivatori sociali. Ha curato mostre, rassegne e festival negli spazi pubblici, nelle periferie e nei luoghi istituzionali della città di Genova. È anche fondatrice e CEO di Wanda, associazione per la trasformazione culturale, che accorcia le distanze tra le nuove generazioni e la cultura.

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