BOOM – la Biciofficina Maddalena, Cooperativa Il Laboratorio.

Quando apre un Bene Confiscato sia sempre festa di rinascita!

Venerdì 22 settembre ha aperto BOOM - BiciOfficina della Maddalena: dove è, cosa è, cosa rappresenta e che cosa chiede a tutte e tutti noi da oggi.
4 Ottobre 2023
6 min
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Evviva! Ha aperto a un nuovo utilizzo, finalmente, un bene confiscato! Sia festa! E festa è stata!
Venerdì 22 settembre dalle 14:30 e per tutto il pomeriggio si è festeggiata l’apertura di BOOM – la nuova BiciOfficina della Maddalena, alla presenza delle Autorità Cittadine (l’Assessora Comunale Lorenza Rossa, peccato non ci fosse alcuna rappresentanza del Municipio…ci voleva così poco…) e degli Uffici Comunali che da anni lavorano alacremente sul tema.

Il discorso di inaugurazione di Roberto, frontman di BOOM – BiciOfficina. Video di Edoardo M.
Il discorso della Assessora Comunale Lorenza Rosso. Video di Edoardo M.

Per chi passa per la Maddalena più o meno abitualmente, il bene confiscato si trova nei locali le cui saracinesche erano quelle col disegno di una testa che fiorisce con la scritta: ‘un bene confiscato… nutre la Maddalena’.

Il bene si trova in Vico DELLA Rosa (sì, anche io credevo fosse senza quel “DELLA”, ma fate attenzione a non sbagliarvi, sia perché maps potrebbe portarvi altrove, sia perché altrimenti Andrea Piccardo si arrabbia a manetta!), accanto a Mielaus, attività commerciale smaccatamente antimafiosa, e proprio di fronte alla ormai celebre edicola di Peppino Impastato che si affaccia dalla sua finestra appunto su Vico della Rosa e Via della Maddalena.

Ed è bello quindi registrare che anche altre ‘istituzioni’ che vivono e operano ogni giorno nel contesto del centro storico si accorgano di questo evento e abbiano piacere ed orgoglio a raccontarlo, a darne piena evidenza: grazie alla già Direttora di Palazzo Ducale, Serena Bertolucci, che così ne ha scritto sulla propria pagina Facebook:

Leo Longanesi diceva che in Italia alla manutenzione si preferisce l’inaugurazione; qui invece inaugurazione fa rima con restituzione ed è un suono bellissimo perché ci parla di legalità, di visione e di futuro.

E cosa si farà in questa BiciOfficina? Come servirà socialmente questo spazio divenuto in una certa misura e in una qualche forma ‘pubblico’? Come lo si può restituire a nuova vita e alla comunità?

All’interno della Biciofficina opereranno sia “Edu-meccanici” (educatori con competenze di meccanica delle biciclette) che Educatori di Strada: questi, partendo dalla capillare conoscenza del territorio e delle sue risorse, avranno il compito di individuare, entrare in relazione e coinvolgere ragazzi e bambini all’interno del Sestiere della Maddalena.” E’ ciò che si legge nel nuovo sito della BiciOfficina della Maddalena.

In un sestiere come quello della Maddalena – ma non solo, eh! E mica solo perché è ‘nel buio centro storico’! Suvvia, scuotiamoci di dosso così tanti pregiudizi! – tante sono le problematiche sociali da ‘aggredire’:

Tanti sono i giovanissimi che per varie ragioni – si legge ancora nel sito – non partecipano ai percorsi scolastici istituzionali e che rischiano una profonda deriva sociale. L’educatore di strada ha l’opportunità di farsi prossimo e di aiutarli a scoprire le attività e i servizi che il territorio offre, partendo proprio dalla Biciofficina Maddalena.

BOOM – la Biciofficina Maddalena sarà quindi anche tutto questo.. ma finanche di più

Infatti si prevede di declinare diverse attività sulla base delle 3 aree generali di intervento verso cui si muoverà BOOM:

  1. Formazione sull’uso della bici e sulla riparazione, con lo sviluppo di corsi specifici e professionalizzanti;
  1. Sensibilizzazione e promozione della mobilità sostenibile e del codice della strada;
  1. Luogo di aggregazione ed inclusione sociale.

In altre parole attraverso lo sviluppo di giochi, attività, eventi e corsi di formazione legati al mondo a due ruote, su tutto il Sestiere della Maddalena, il proposito è coinvolgere minori, bambini e ragazzi, sostenendoli nel percorso di crescita, per favorire il benessere.”

Ma quando è aperta la BiciOfficina?
BOOM è aperta nei seguenti giorni ed orari:

. il lunedì pomeriggio dalle 14.30 alle 18.00;
. il mercoledì pomeriggio dalle 14.30 alle 18.00;
. il venerdì mattina dalle 9.00 alle 12.00.

Per qualsiasi ulteriore info e richiesta si può contattare Roberto al numero 349 28 34 876.

Ricordiamo che BOOM – BiciOfficina della Maddalena si trova in Vico DELLA Rosa 18rosso, Sestiere della Maddalena, Genova.

E così oggi la proposta a due ruote in Maddalena è davvero potente: la nuova BOOM – BiciOfficina in Vico della Rosa e letteralmente a due passi da qui i 2 bike parking (ossia le due ‘Case delle Biciclette’) dove poter prenotare un posto dove lasciare la propria bici, una in Vico Cannoni 3rosso e l’altra in Vico Boccanegra 7rosso, anch’essi due beni confiscati alla criminalità organizzata.

Eh, ecco, appunto, ma ‘sta benedetta – maledetta potremmo ben dire! – ‘criminalità organizzata’ dove sta? Esiste? C’è ancora? Ma chi la vede?

Oggi è un giorno bellissimo, un giorno di vera festa, evviva! Ma intanto ieri Canfarotta – perché questo è uno dei 115, di cui 96 a Genova, beni della Confisca Canfarotta’ del 2014era proprio qui davanti, a far la pipì sulla nuova saracinesca, come a ‘marcare il territorio’. E così pure sarà domani: sarà qui, a passeggiarci davanti, avanti e indietro, come a dire ‘questo è ancora cosa mia’.

Andrea Piccardo parla sempre chiaro, non c’è margine di equivoco.

Ed è giusto anche ricordare questo: ricordare cosa questo bene sia, dove questo bene insista, ossia il contesto ambientale e il contesto storico.

Non si può parlare di un bene confiscato, inaugurarne il nuovo lodevole e socialmente utile riutilizzo dimenticando cosa quel bene sino a ieri abbia rappresentato, che ruolo abbia avuto e in quale territorio si sia trovato ad essere.

Un vero peccato quindi che l’Assessora Comunale Rosso, dopo aver speso giustissime parole di gioia, soddisfazione e lode al nuovo progetto, si sia completamente ‘dimenticata’ di tutto ciò.

Ma non ci sono scuse, non ci possono, non ci devono essere, “Non debemus, non possumus, non volumus”.

L’Assessora si è dimenticata di dire che sono 25 anni che le persone che vivono in Maddalena spingono le istituzioni a fare il proprio lavoro. Come si può quindi essere dimentichi di tutto ciò oggi?

Sembra sia cominciato e cominci tutto oggi, mai parole di.. memoria e impegno. Eh, no, Assessora.

Non è vero che è stato solo il terzo settore a impegnarsi, certo che sì che lo è stato, ma non da solo e non per primo. Non sono stati solo gli Uffici Comunali: certo che sì, e il loro lavoro da anni e oggi è preziosissimo, peraltro avendo acquisito competenze professionali e di settore davvero ammirabili e di ricchezza per tutto il lavoro del recupero dei beni confiscati, ma come è ovvio che sia gli Uffici Comunali lavorano su input e non per propria sponte – e ci mancherebbe ancora! 

Le minacce, quelle di ritorsioni, fisiche, commerciali, ai propri cari, non se le è mica prese il terzo settore o il Comune: se le sono prese, tutte, gratuitamente – generando quel clima di timore e oppressione che è propriamente e giurisprudenzialmente parte della palude territoriale costruita dalle associazioni mafiose nel territorio che decidono di conquistare – le persone che abitano, vivono e lavorano in Maddalena.

Cittadine e cittadini per cui venerdì 22 settembre l’Assessora, cioè il Comune di Genova, non ha speso nemmeno una parola, né di ricordo storico né di gratitudine attuale. 

Ci sono state delle cose brutte in questo bene“: eh, ma certo Assessora, ma quali?

Qui dentro delle donne sono state sfruttate. Qui dentro delle donne venivano costrette a prostituirsi e il profitto veniva dato a chi teneva in mano questo racket. Queste cose, queste semplici cose, crude sì ma per cui non si può provare ritrosia – non c’è senso del pudore che tenga! Non se invece lo stesso argomento è agitato politicamente su altri fronti e con altre finalità! –, vanno dette, andavano dette.

Che occasione persa, sprecata. 

Ma non vogliamo lasciarci con l’amaro in bocca, non possiamo! Non dopo un fatto così bello e così comunitariamente rilevante come l’inizio di un nuovo utilizzo, positivo e socialmente utile, di un bene confiscato alla criminalità organizzata.

Perché purtroppo leggiamo così spesso e sulle prime pagine, a pieno risalto, solo di vicende che ci fanno chiedere ‘ma come è possibile?’ o ‘ma quindi siamo solo una brutta città?’, mentre qui, a Genova, e certamente non solo nel centro storico, esiste una rete di movimenti e associazioni, persone idee e sogni, che lotta ogni giorno, nel proprio spazio di vita, contro la cultura mafiosa, spontaneamente, credendoci davvero e facendo del proprio meglio.

Ed è questo ciò che conta e più di tutto dovrebbe emergere:

Che in questa Città c’è una foresta di legalità già alta e in crescita che sta tenendo testa – e si interroga ogni giorno su come farlo e come farlo meglio – a quel mix di sottobosco e palude criminale che vorrebbe cingere d’assedio la nostra comunità. 

Cominciamo e continuiamo tutte e tutti a dare acqua a questa foresta, così come a prosciugare quella palude: chi ha un cucchiaio o un cucchiaino in mano – e se non lo hai, prendine uno! – cominci a usarlo, insieme, ciascuno per la propria parte.

Immagine di copertina:
Grafica wall:out magazine su foto di Edoardo M.


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