Spesso ci si lamenta dei problemi di viabilità del genovesato, ma occorre anche pensare a come siano mutati storicamente il territorio ed i suoi collegamenti nel corso dei secoli, oltre ai mezzi e alle tipologie di trasporto.
Diversi degli antichi percorsi, mulattiere e crêuse sono divenuti marginali nella viabilità attuale ma costituivano un tempo arterie molto frequentate, occorre inoltre dire che oggi le strade che utilizziamo – per quanto si dia come per scontata la loro esistenza o comunque le si considerino non più all’altezza del traffico cittadino – rendono più facili gli spostamenti rispetto alla situazione antecedente al XIX secolo e tutto questo lo si può verificare confrontando banalmente Google Maps con topografie storiche conservate all’Archivio di Stato di Genova e l’Archivio Storico del Comune.
Riguardo invece i mezzi di trasporto utilizzati dall’aristocrazia genovese per gli spostamenti sia all’interno della città che per raggiungere le loro magnifiche dimore per la villeggiatura, occorre constatare, a dispetto di quanto più comunemente si pensi, che l’uso delle carrozze si diffuse solo verso il finire del XVI secolo.
Storiche manifatture liguri del Levante
Oltre ai cavalli e ai muli erano infatti in uso le portantine, ossia dei tipi di sedie portatili utilizzate sin dall’antichità fino al XIX secolo e consistevano in una cabina lignea (o pannelli in cuoio) con seduta munita di porte e sportelli a vetri con decori realizzati ad intaglio o dipinti, o con inserti metallici quali cesellature in bronzo e borchie talvolta dorate, dagli interni solitamente finemente decorati e foderati con preziosi tessuti (prodotti dalle storiche e tutt’oggi esistenti manifatture liguri del Levante), quali il damasco di seta, raso o velluto (Tessitura Gaggioli e Cordani Velluti) e passamanerie ad esempio, ma sia all’interno che all’esterno variavano nei decori in base al gusto dell’epoca ed a quello del proprietario.
Solitamente si utilizzava per brevi tragitti in quanto questa cabina veniva sostenuta da due o più servitori mediante due robuste stanghe laterali, mente quando veniva posta sul terreno la base d’appoggio era dotata di piedi per rialzarla.
Quale nome però veniva utilizzato in genovese per indicare questo mezzo di trasporto?
Per rispondere a questa domanda occorre consultare il Vocabolario Domestico Genovese-Italiano con tavole illustrate del 1857 del P. Angelo Paganini, il quale indica all’illustrazione numero 9 della tavola XVII il suddetto mezzo con la specifica delle sue parti, definendolo:
“BÜSCIOA o PORTANTINHA, portantina, bùssola, seggetta a due stanghe ch’entran nelle staffe laterali, chiusa da tutte le parti, portata da due uomini a modo che si portano le lettiche”.
I riferimenti nel testo proseguono in quanto una delle componenti della portantina viene specificato nell’illustrazione, si tratta della “corezza, cigna […]” (variante toscana di “cinghia” in base al Dizionario Italiano De Mauro, nda.) ossia una tracolla indossata dai conduttori della portantina, vi è inoltre per l’appunto la voce inerente al “CAMALLO DA BÜSCIOA”, portantino, colui che facchineggia colla portantina” ed infine viene citata la “CARÉGA, seggiola, seggetta, seggiola portatile con due stanghe […]”, per proseguire poi con la voce “SEGGETTIÈRE dicesi colui che porta la seggetta […]”.
Illustrazioni di simili portantine, trasportate da muli o altri animali da soma condotti da un lettighiere, sono riscontrabili anche in altri ambiti regionali come dimostra la raccolta di litografie acquarellate di A. Ledoux “Scene popolari in Italia da disegni di F. Cerrone” del 1830.
Le stanghe della portantina erano assicurate alla soma degli animali e questa tipologia di trasporto non era comunque estranea a Genova per i trasferimenti al di fuori delle mura cittadine per recarsi alle villeggiature.
Presso il Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso a Genova, infatti, è possibile ammirare a riprova di questa tesi, un disegno raffigurante una “portantina sorretta da somieri” come riporta una scritta sul foglio, attribuito da Pietro Boccardo al pittore Sinibaldo Scorza (Voltaggio 1589-Genova 1631), artista e originale disegnatore del primo Seicento genovese.
Anche se tutto ciò può apparire come un qualcosa di marginale, più legato ad aspetti folkloristici o ad un pittoresco passato, caratterizzato da un ristretto numero di abbienti e privilegiati contro grandi masse di persone comuni e di poveri, occorre però ragionare su come anche questi aspetti siano importanti per conoscere, divulgare e salvaguardare la storia, il patrimonio culturale e le caratteristiche della viabilità antica in rapporto con quella attuale.
Immagine di copertina:
Portantina genovese in Via Balbi. Fonte Facebook
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