Riuscite a immaginare Jack e Rose imbarcarsi verso l’America non a Southampton, ma alla Stazione Marittima? Non sarebbe stato così improbabile nella Genova liberty del passato.
A partire dagli anni Venti, Genova è stata la capitale italiana dei transatlantici e ha continuativamente ospitato le più grandi personalità della politica, dell’industria, del jet set internazionale, del cinema, del teatro, dell’aristocrazia europea: tra i tanti, si contano l’Aga Khan, i principi di Savoia, i divi di Hollywood Gary Cooper, Mary Pickford e Liza Minelli, il pugile Primo Carnera, i compositori Mascagni e Stravinsky, i cantanti Ella Fitzgerald e Ray Charles e molti molti altri.
Riuscite a figurarvi quella Genova degli anni della Belle Époque, con il porto pieno di eleganti signore seguite da accompagnatori carichi di bagagli che si mescolavano con famiglie modeste in partenza per cercare fortuna lontano dalla loro patria? Riuscite a visualizzare il brulichio di persone che affollavano la zona di Principe, la stazione e gli imbarchi ai moli?
Se la risposta è no, non temete, c’è una soluzione: i sotterranei di Piazza Acquaverde conservano ancora, sebbene in stato di grave abbandono, l’albergo diurno e tutti i servizi dedicati ai viaggiatori di allora, tra cui deposito bagagli, barbiere, terme e negozi (Il Sottosuolo di Genova e oltre. Ricerca E Studio).
Un vero e proprio archivio dell’eleganza e delle comodità destinate ai passeggeri, celato nel sottosuolo della città, pronto a lasciarci a bocca aperta: è un eufemismo dire che oggi non siamo più abituati a tanta cura. Sarebbe facile pensare che i clienti più abituali siano state persone benestanti, tanto più se teniamo presente che gli alberghi che sorgevano intorno alla piazza mettevano a disposizione dei clienti aristocratici accessi privati sotterranei ai binari, in modo da evitare spiacevoli incontri con malviventi o, più semplicemente, con il popolo (oggi ne rimane di sicuro almeno una intatta anche se inagibile, la galleria che parte dal Grand Hotel Savoia).
Eppure, spesso questi servizi pubblici erano utilizzati anche da semplici cittadini, che molto spesso non disponevano ancora di tali lussi nelle proprie dimore.
Queste insospettabili meraviglie sono individuate, investigate e riportate alla conoscenza della cittadinanza da parte del C.R.I.G. Geographical Exploring Genova, che come centro ricerche si occupa di:
esplorazione, rilevazione e documentazione delle grotte naturali e delle strutture di rilevante interesse storico ed architettonico, scavate o costruite dall’uomo nel sottosuolo, o rimaste sepolte nel tessuto urbano;
C.R.I.G.
della valorizzazione di tale patrimonio scientifico e culturale e della sua divulgazione
Tra giugno e ottobre del 2019, il C.R.I.G. ha organizzato una spedizione dei suoi speleologi al di sotto della stazione Principe, rinvenendo e fotografando gli ambienti del centro di igiene personale, che presenta qualcosa come cinquanta box da bagno, vasca con idromassaggio, docce e gabinetti; poi locali da manicure e pedicure, lavanderia, calzolaio, lustrascarpe e, infine, il servizio postale, per un totale di più di 1000mq di estensione.
La buona notizia è che i raffinati arredi Liberty, con i preziosi marmi e gli specchi, nonché la struttura complessiva dell’ Albergo diurno di Porta Genova (una volta Principe si chiamava così!) sono rimasti pressoché intatti, nonostante il degrado dovuto all’abbandono e le operazioni di restyling della piazza e della stazione sovrastanti.
La cattiva notizia è che si sta pensando di rendere questo luogo spettacolare un parcheggio sotterraneo per 30 posti auto da assegnare ai residenti della zona.
A inizio Gennaio, su Change.org è partita una petizione per riconsiderare la destinazione d’uso di quest’area e renderla un Museo del Viaggiatore. Il progetto proposto è unico nel suo genere, almeno in Italia, per via del recupero e della valorizzazione di una immensa struttura ancora in buone condizioni in un contesto ferroviario (l’unico altro caso nazionale è il Memoriale della Shoah al binario 21 della stazione di Milano Centrale, ma va da sé che si tratti di un caso completamente differente).
Inoltre, costituirebbe anche l’occasione di rinnovare l’interesse verso un settore lavorativo non ancora adeguatamente indagato nei suoi aspetti storico-sociali come quello dell’hôtellerie; in questo senso, a Genova si potrebbe inaugurare un filone di studi legati al settore alberghiero considerato da un punto di vista non meramente socio-economico, bensì artistico e culturale, che andrebbe a corroborare l’offerta museale dedicata al mondo del viaggio attualmente sostenuta, ad esempio, dal Museo del Mare e delle Migrazioni (leggi l’articolo di wall:out – Camaleontica Commenda di Pré: arriva il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana).
C’è una Genova Liberty tutta da riscoprire, una Genova fatta di via vai di persone provenienti da tutto il mondo, di cura e di bellezza. Sta a noi – e a chi amministra la città – decidere cosa fare di questo glorioso passato.
Immagine di copertina:
Piazza dell’Acqua Verde. Foto di Giacomo Brogi
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