I genovesi, si sa, tendono a essere superbi quando si parla della propria città. Vantiamo, ma più spesso millantiamo, record assurdi: se siete interessati a scoprire cosa è leggenda e cosa realtà, leggete l’articolo di Francesco Corica (che uscirà a breve) su questo magazine.
Dati alla mano, però, l’ultimo report di Labsus indica Genova come la città italiana dove sono stati stipulati più patti di collaborazione.
“Sì, ok, ma cosa sono questi patti? E chi è Labsus?”
Labsus è l’acronimo di “Laboratorio per la sussidiarietà”: è un’associazione culturale che promuove la sussidiarietà orizzontale, un diritto sancito dall’articolo 118 della nostra Costituzione. Sussidiarietà significa fratellanza: la parola ha origine dalla retroguardia dell’esercito romano che, in condizioni di normalità, sedeva nelle retrovie, ma era pronta ad intervenire in caso di necessità.
Ci sono due tipi di sussidiarietà: quella orizzontale e quella verticale. La sussidiarietà verticale consiste nella ripartizione delle competenze amministrative secondo un ordine gerarchico: livello sovranazionale, nazionale, regionale e comunale. Questo tipo di “distribuzione del potere” si chiama multilevel governance. Ognuno di questi livelli ammette la sussidiarietà orizzontale, ossia la ripartizione delle mansioni tra le istituzioni di governo e la cittadinanza.
In condizioni di crescente degrado urbano e fondi comunali ristretti, è quindi possibile intervenire attivamente, uscendo dalla seconda linea, per aiutare le amministrazioni locali a mantenere i beni pubblici in buone condizioni. Questa possibilità è data dai patti di collaborazione.
Citando il report, i patti di collaborazione “fanno scendere la Costituzione nelle strade, nelle aiuole, nei parchi”.
Un team di accademici delle più svariate discipline ha realizzato questo strumento giuridico e lo ha proposto alle amministrazioni comunali. Il Comune di Genova dispone di questo mezzo dall’autunno 2017: da allora ha realizzato più di 600 patti di collaborazione con i cittadini, 232 nel solo 2019; Bologna, seconda in questa classifica, ne ha stipulati 135.
Il primato è stato raggiunto grazie ad il processo di decentralizzazione, cioè il decentramento di competenze dal Comune ai Municipi, che l’amministrazione sta portando avanti sin dalla giunta precedente. I municipi, spesso dai budget risicati, godono invece di ampi margini di autonomia in materie chiave come il verde urbano.
Ad esempio, il dirigente municipale firma il patto direttamente per conto dell’ente, snellendo così il processo burocratico e favorendo la collaborazione tra cittadini, amministratori e dipendenti pubblici.
Nel report si sottolinea inoltre la feconda attività mutualistica ed associativa tipica del territorio genovese, ricco di realtà che promuovono la partecipazione e stimolano la cittadinanza.
Oggi come ieri, la coscienza civica dei genovesi e la loro partecipazione alla cosa pubblica portano Genova a essere un superbo esempio di come si vive una democrazia.
Immagine di copertina:
Labsus
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