Votate solo donne, elezioni comunali di genova

Donne, votate solo donne!

In un mondo che prigioniero è del patriarcato/del maschilismo anche nella rappresentanza, fate contare il vostro voto!
5 Giugno 2022
7 min
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Donne, è arrivato l’arrotino!: ditemi se non è ancora la prima cosa che vi viene in mente quando dite anche solo a voi stessi con tono stentoreo la parola “donne!”. È così, cari amici uomini, diciamocelo, senza reticenze: ammettere le lacune della nostra formazione culturale e sociale, comunitaria, è il primo passo per superarle. È oggigiorno necessario. (Assolutamente necessaria premessa diretta alla sola platea maschile!).

È sempre un buon momento per parlare di donne e rappresentanza, o meglio per interrogarsi sulle motivazioni per cui, ancora oggi, le donne fanno così fatica ad essere elette per incarichi di rappresentanza.

O forse… è il caso di cambiare la prospettiva, eh!

Chiediamoci invece: “perché facciamo così fatica, tutte e tutti noi, cittadine e cittadini, elettrici ed elettori a votare delle donne per incarichi pubblici e di rappresentanza? Perché? E chi mai ha votato solo una donna?”

Perché allora non smetterla di fare (e lasciare fare!) tanta retorica sulle donne in politica, sul voto alle donne, sulla improcrastinabile parità per le donne, e passare, finalmente, invece, alla azione dura e pura? Senza fare prigionieri, letteralmente. (Articolo di wall:out Politiche di Genere: guida ovvia alle donne lontane dalla politica)

Ci sono, da sempre ed anche apertamente, associazioni, gruppi portatori di interessi specifici, settori della società, lobbies (in senso anche buono “alla americana”), comunità, compagini e consorterie che al momento del voto, legittimamente, si rendono compatti al punto da individuare alcune figure della propria area e riuscire a farle eleggere nell’organo rappresentativo per cui si procede ad elezione.

Perché allora le donne non potrebbero “organizzarsi” e decidere di votare solo donne? Perché non compiere una scelta pienamente legittima e densa di valore, non solo simbolico, e scegliere di votare solo una donna alle prossime elezioni?

A pochi momenti dalle elezioni (si dovrebbero tenere tra maggio e giugno di questo 2022) a Genova per il Comune ed i Municipi nonché a La Spezia per il Comune (e in tanti altri Comuni in Liguria), a un anno e mezzo dalle elezioni in Regione Liguria e a sei mesi da quelle nel Comune di Savona, è forse il momento di guardare i dati sulla rappresentanza femminile e – se non elencare alcune possibili soluzioni – abbozzare proposte forti e radicali.

Un test clinico

Elezioni Comunali a Genova nel 2017: quaranta persone elette, nove elette, nemmeno il 25%. Eppure in Città allora le donne erano il 52,8% della popolazione. 

Con quegli stessi dati, nei nove Municipi di Genova, con una platea totale di (25×9=) 225 persone elette, ad oggi sono 79 le donne, pari al 35%. Più nel dettaglio, nessuno dei nove Presidenti di Municipio è donna, ed è pazzesco e scientifico – si può dire?! – allo stesso tempo il dato dei singoli Consigli: in quattro Consigli le donne sono otto su ventiquattro, in altri quattro sono nove su ventiquattro, solo in uno arrivano ad essere 11.

Ha tutti gli elementi di un test clinico: in nove ambiti territoriali differenti sotto molteplici aspetti, dal mare all’entroterra, dai redditi più alti a quelli più umili, senza distinzione di formazione o professionalità, le donne costituiscono solo un terzo delle persone elette nei Consigli di Municipio. 

Alle Elezioni Regionali in Liguria del 2020 – tre anni dopo, l’altro ieri politicamente – è andata perfino peggio: solo tre donne sono state elette su trenta posti disponibili.

Per fortuna, se così si può dire, che con la “promozione” ad Assessore di alcuni Consiglieri (sia donne sia uomini), sono subentrate altre donne, e così ad oggi sono sei (su trenta persone) le donne Consigliere Regionali in Liguria. Siamo solo al 20%. Ah, le donne in Liguria sono 794mila su poco più di un milione e mezzo, pari anche in questo caso a poco più del 52%.

Se Genova piange, Savona non ride:

Sono solo 8 le donne elette in Consiglio Comunale (32 componenti in totale) a settembre 2021, un quarto preciso, eppure su quasi 59mila abitanti, più di 31mila sono donne, pari al 53%.

I dati di La Spezia confermano pienamente quanto già evidente. 8 le donne elette, entro i totali 33 componenti, pressoché il 25%, stante la popolazione spezzina per il 52% di sesso femminile.

Dobbiamo avere la forza e il coraggio di dirlo: le donne non votano le donne!

È una constatazione amara e ho paura suoni come uno schiaffo in faccia alle già tantissime donne impegnate – a qualunque titolo e con qualsiasi incarico – in prima persona nella società anche per promuovere il valore delle donne. Eppure questo dicono i dati: e allora diciamolo, anche con rabbia.

Donne, da oggi e già alle prossime elezioni, votate solo donne!

Mi permetto allora di lanciare una altra proposta, forse ancora più radicale. La faccio da uomo, da maschio, impegnato nel proprio piccolo in politica, consapevole che nessuno è disposto a lasciare nulla a chicchessia all’infuori di sé soprattutto in politica.

Introduciamo le quote rosa in ogni assemblea elettiva. 

Nelle liste è legge ormai, ed è una buona legge, ma serve a poco: lo dicono i dati che ho elencato. Nella composizione delle Giunte, la dico forte, è divenuta una misura di maniera. Non c’è occasione in cui il – sì, IL Sindaco, IL Presidente, IL…, è sempre IL – neo eletto leader non si autoincensi dicendo che la propria compagine di governo sia composta per metà da donne.

Bravissimo, benissimo: ma solo a me ormai questa frase suona di orpello? E perché invece non è composta almeno da metà persone competenti? Mica lo sento dire, eh. (Qui la ho un minimo buttata in qualunquismo, pardon).

Chiediamo le quote rosa anche per tutte le assemblee elettive. Che sia garantita la parità di rappresentanza in ogni Consiglio (Municipale, Comunale, Regionale) in egual misura alle donne come agli uomini. Poi tra dieci/venti anni le aboliamo, ma intanto abbiamo indotto un’abitudine a pensare (ed un’abitudine a votare) nelle persone. Non solo hai due preferenze, ma queste competono ciascuna per metà Consiglio. Avoja se allora non ci si informerà meglio anche sulle donne candidate e non solo sugli uomini.

Sì, lo so: ci sono allora tante altre minoranze che avrebbero diritto di essere rappresentate. Questa argomentazione la condivido, ed interroga anche me in egual misura.

Eppure nel corso della storia, se ci fermiamo un momento a pensarci, abbiamo già visto donne in posizioni chiave e di potere. Restiamo anche solo nel nostro Paese. 

In Italia furono 21 le madri (mica erano solo padri, eh) costituenti nel 1946 (il voto alle donne in Italia e quindi la loro eleggibilità è arrivato allora, questo è sempre bene ricordarlo).

Dal 1979 al 1992, al di là degli esiti elettorali e dei governi succedutisi, Nilde Iotti è stata ininterrottamente la Presidente della Camera dei Deputati.

La prima donna ministro è stata Tina Anselmi nel 1976 a Lavoro e Previdenza Sociale e poi nel 1978 alla Sanità.

Dopo Anselmi, al Lavoro sono andate altre tre donne: Rosa Russo Iervolino nel 1991, Elsa Fornero nel 2011, e Nunzia Catalfo nel 2019.

Mentre di più sono state le donne al Ministero della Salute dopo Anselmi: Maria Pia Garavaglia nel 1993, Rosy Bindi nel 1996, Livia Turco nel 2006, Beatrice Lorenzin nel 2013, Giulia Grillo nel 2018. E’ il Ministero che conta più donne Ministra: è un bel segnale, seppure indicativo forse del paradigma della donna figura a cui è appaltata la cura.

La prima donna Ministro degli Interni è stata la già citata Russo Iervolino nel 1998, cui sono seguite nel 2011 Annamaria Cancellieri e Luciana Lamorgese dal 2019 ad oggi.

La prima Ministra della Giustizia è stata Paola Severino nel 2011, dopo di lei Annamaria Cancellieri nel 2013 e Marta Cartabia a tutt’oggi dal 2021.

Per la prima donna al Ministero della Difesa abbiamo atteso fino al 2014 con Roberta Pinotti (genovese e tra i Ministri più longevi alla Difesa dell’intera storia repubblicana), cui è succeduta Elisabetta Trenta nel 2018.

Si potrebbero elencare, per fortuna, ancora tante altre donne Ministro, ma tutte negli ultimi 15 anni. Una svolta questo livello pare esserci stata ed ormai essere definitiva. Sebbene né abbiamo mai avuto una donna a Palazzo Chigi né al Quirinale. Non ancora.

Venendo alla Liguria e a Genova, proviamo anche a intravedere dati non così negativi, ma nemmeno ottimistici

Nel 2015 il centrosinistra propose la candidatura alla Presidenza della Giunta Regionale di Raffaella Paita.

Nel 2016 per le Comunali a Savona corsero due donne: Cristina Battaglia per il centrosinistra e Ilaria Caprioglio, vincente, per il centrodestra.

Nel 2017 a Genova nel campo del centrosinistra furono due (su tre) le donne a sfidarsi: Roberta Pinotti e Marta Vincenzi, già Sindaca dal 2012, e già prima EuroDeputata.

Al momento presente la situazione della rappresentanza femminile non è positiva, ma non si può nemmeno dimenticare che buoni segnali vi sono stati.

E però appunto mi sembra ancora più fondato dire e ripetere a viva voce: “donne, andate a votare e votate solo donne!”.

E voi mi direte: “comodo, eh, così gli uomini se ne fregano e continuano ad eleggere i propri rappresentanti sempre e solo maschi!”.

Diciamolo chiaro: gli uomini fanno schifo. Quando si tratta di competere, anche sul piano politico, le schermaglie più o meno palesate sono al limite del ridicolo. Uomini che fanno mettere in lista altri uomini che sono o sconosciuti o di minor prestigio così da avere più chances per sè. Uomini che fanno il ticket con più di una donna, così da collezionare le loro preferenze ma non mettere in circolo le proprie.

Nessuna diceria, è proprio così.

Certamente anche gli uomini dovrebbero ben cambiare schema di lettura del mondo e della società. Ma decidete di contare, di far sentire davvero il peso del vostro voto.

Non votate più nessun uomo. Non concedete più nessuna preferenza a nessun maschio.

Scegliete una donna, e votate solo lei, anche quando si possono esprimere due preferenze di genere diverso. Non accettate compromessi, non lasciatevi lusingare da retorica e buoni propositi.

Gli uomini continueranno a votare un uomo, e magari – e magari non pochi – esprimeranno una preferenza anche per una donna.

Voi donne voterete solo donne, e saranno certamente elette. Non solo una o poche, ma forse perfino saranno la maggioranza delle persone elette. Sarebbe una vera rivoluzione, una schiacciante rivincita.

Che soddisfazione sarebbe, e non solo per le donne, ma per tutte le minoranze da sempre oppresse dalla presunzione di chi, da sempre e comunque, continua ad affermare la propria superiorità in virtù dell’esercizio della forza, fosse anche solo attraverso il potere, anche in politica.

Immagine di copertina:
Foto archivio LSE Library


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