Come ben sappiamo, quando nel passato si commissionava un ritratto, non veniva semplicemente richiesta una effige della propria persona. Quello che si voleva era fissare sulla tela il modo in cui uno si percepiva, o voleva essere percepito, e comunicare i propri valori. Si chiedeva di preservare la propria memoria, veritiera o costruita che fosse. Da Cambiaso a Magnasco
Per questo motivo, i ritratti del passato sono oggi così importanti per noi. Ci permettono di cogliere quali fossero gli aspetti ritenuti importanti in una determinata società. Ne consegue che i ritratti si configurano non solo come espressione di un genere artistico affascinante, ma anche come fotografie di una società.
E in effetti, nella mostra ‘Da Cambiaso a Magnasco – Sguardi genovesi’, grazie a una selezione di circa quaranta ritratti genovesi datati tra la metà del XVI e la metà del XVIII, possiamo farci un’idea della società genovese durante l’arco di questi due secoli, che comprendono il cosiddetto Siglo de los genoveses, uno dei periodi di massimo splendore della Repubblica di Genova.
In questi anni, Genova fu uno dei principali centri finanziari europei e ciò si rifletté in campo artistico nella grande operazione urbanistica di Strada Nuova, nella costruzione dei palazzi patrizi poi sede del sistema dei Rolli e nel desiderio delle facoltose famiglie genovesi di commissionare ritratti celebrativi.
Ciascuna delle cinque sale della mostra è dedicata a uno o più temi (‘Sguardi di sé’, ‘Sguardi oltre l’immagine’, ‘Sguardi innocenti’, ‘Sguardi di potere’, ‘Sguardi di bellezza’, ‘Sguardi colti ed eleganti’) che illustrano le varie tipologie di ritratti e i diversi messaggi e valori corrispondenti.
Sguardi di sé
La prima sala, intitolata ‘Sguardi di sé’, mette in luce il progressivo riconoscimento dell’artista nella società cinquecentesca ed è alquanto suggestiva. Entrando, il visitatore si ritrova in una stanza dalle pareti riflettenti che moltiplicano la sua immagine e quella dell’unico quadro appeso, un autoritratto di Luca Cambiaso intento a ritrarre a sua volta il padre Giovanni. Secondo la didascalia, Cambiaso esegue il dipinto grazie all’ausilio di uno specchio, ipoteticamente collocato al di fuori del quadro e alla sinistra dello spettatore. La particolare decorazione ‘a specchio’ stressa sicuramente l’importanza simbolica di questo oggetto e allo stesso tempo, riflettendo l’immagine del visitatore, genera a sua volta una sorta di autoritratto.
Sguardi oltre l’immagine
Le stanze successive sono propriamente dedicate ai ritratti dei genovesi fra i secoli XVI –XVIII, rappresentando le qualità e i valori che desideravano dimostrare facendosi ritrarre in un determinato modo.
Così incontriamo gli ‘Sguardi oltre l’immagine’, ritratti allegorici che riflettono certi aspetti della personalità dei soggetti, come il fascinoso giovane savonese nelle vesti del bell’Apollo, gli ‘Sguardi innocenti’ dei riccamente vestiti rampolli della classe dirigente e infine ‘Sguardi di potere’ di senatori, cardinali e dogi, la cui importanza è testimoniata dal formato maggiore e dal fatto che gli incarichi siano stati affidati ad artisti importanti, come ad esempio Bernardo Strozzi, autore del ritratto del Senatore Giacomo Raggi.
Sguardi di bellezza
La sala più affascinante è senza dubbio quella dedicata agli ‘Sguardi di bellezza’. Qui emerge l’attenzione ai costumi e ai cambiamenti nella moda di quei secoli, accennati nelle altre sale. In questa stanza sono esposti ritratti di dame che avvolte in tessuti pregiati e indossando gioielli preziosi, desiderano ostentare la loro bellezza e ricchezza o semplicemente dichiarare di essere pronte per il matrimonio come Fanciulla in abito rosso di Bernardo Carbone.
Ma la vera chicca è la cosiddetta maschera moretta o muta. Questo indumento, oggi più che mai attuale, era considerato ai tempi, udite udite, un’arma di seduzione. Infatti, indossandola le dame celavano il proprio volto, assumendo un’aria misteriosa. Ad accrescere la carica di fascino era il fatto che la dama doveva reggere la maschera mordendo un bottone posto all’altezza della bocca, impedendole così di parlare. Fatti che noi oggi troviamo talmente assurdi e impensabili da considerare buffi.
Sguardi colti ed eleganti
L’ultima sala, ‘Sguardi colti ed eleganti, presenta volti di intellettuali, poeti, letterati che si lasciano ritrarre dagli artisti immersi nel loro lavoro intellettuale, a sottolineare il loro estro.
Perché visitare questa mostra
Oltre a presentare una ricca galleria di ritratti che ci permettono di conoscere la società genovese fra i secoli XVI e XVIII, vi sono altri due motivi per visitare questa mostra.
Il primo è perché dimostra una particolare attenzione al visitatore. Offre un percorso espositivo chiaro, inclusivo, come dimostrato dal quadro esposto ad altezza di bambino, supportato da didascalie ben documentate, corredate da traduzioni in inglese, e pannelli esplicativi dal tono chiaro e discorsivo. Inoltre, è stata una delle prime mostre a riaprire, rispettando le nuove norme igieniche e garantendo così al pubblico una visita in tutta sicurezza.
Il secondo motivo è che si tratta di un evento unico, dal momento che presenta opere appartenenti a collezioni private mai esposte al pubblico prima o inedite.
La mostra si tiene a Palazzo della Meridiana, è aperta sino all’11 ottobre da giovedì a domenica dalle 12 alle 19. Per maggiori informazioni potete visitare la pagina web di Palazzo della Meridiana oppure consultare l’evento su wall:in.
Buona visita!
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Immagine di copertina:
Palazzo della Meridiana, Domenico Fiasella, Ritratto di bambino con cane.
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