Lanterna di Genova

Un girotondo che finisce con l’alba

Più di un semplice faro, una guida: la Lanterna, simbolo e sintomo della città di Genova.
15 Marzo 2023
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A Genova, città portuale, non poteva mancare un faro, una luce per chi giunge dal mare quando il sole è già calato e il colore della notte avvolge l’orizzonte: la Lanterna.

L’elegante Lanterna di Genova, la cui origine risale al Trecento, sorge su una sporgenza della scogliera che, un tempo, cingeva la città; oggi questa sporgenza non si staglia più sul limitare del mare, ma è diventata una piccola collina in seguito a una serie di lavori atti ad ampliare la superficie del porto.

Grazie alla sua maestosità e grandezza, fisica e metaforica, subordinate alla sua innegabile utilità, la Lanterna è diventata simbolo di Genova: molteplici sono le testimonianze di chi, arrivando via mare, ha incontrato la città per la prima volta in questa sua estensione, capace di colpire lo sguardo anche a grandi distanze. 

La Lanterna non è, però, solo simbolo, ma anche sintomo di qualcosa che va al di là della sua mera funzionalità.

Vito Elio Petrucci, poeta genovese del secolo scorso, impiega dolcissime parole per descrivere questa icona, questa lunga anima di un popolo nel quale i genovesi si riconoscono.

La Lanterna ha due volti. Uno per noi che la vediamo ogni giorno: un volto serio grave buio, e quindi il simbolo, il monumento, la lunga anima di una città e di un popolo. Uno per quelli che vivono ed hanno vissuto sul mare. E allora è la casa, la patria, una mano tesa, un fazzoletto agitato, il primo segno della tua famiglia che aspetta. Una luce nella notte, che nasce dal mare e ti grida: vieni, corri; qui c’è la tua casa, qui c’è la tua famiglia, qui c’è il tuo focolare con un caldo ceppo che brucia incensando la gioia dei secoli. 

La Lanterna, come tutto a Genova, cela sentimenti e significati che solo chi si ferma a osservare può sperare di cogliere: rappresenta il punto di inizio e quello di fine, l’arrivo e la partenza, casa e l’ignoto che vi si apre di fronte.

Un antico canto di mare rammenta un’ovvietà geometrica: A Lanterna de Zena a l’è faeta a trei canti; essendo a pianta quadrata, da qualunque punto la si guardi la Lanterna mostra solo tre dei quattro angoli di cui è dotata la sua struttura.

Come sottolinea Petrucci, è il quarto angolo, quello nascosto, su cui è importante fermarsi a riflettere: il quarto angolo è il buio che lei vuole sconfiggere, che il suo raggio insegue tutta la notte come fosse una lancia, acceso come i fulmini che giocano alle battaglie, in un girotondo che finisce con l’alba.

Immagine di copertina:
Foto di Fabio Buzzichini via Flickr


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