Visionary Days 2021 Genova

Squarci e visioni sul domani: parliamone!

Oggi prende corpo la quinta edizione dei Visionary Days: scopriamo qualcosa di più sull’organizzazione di un evento del genere, che vede coinvolti dodici hub diversi e oltre 2500 partecipanti da tutta Italia.
27 Novembre 2021
3 min
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Oggi, 27 novembre 2022, ha luogo la quinta edizione dei Visionary Days. Si tratta di un appuntamento particolarmente atteso, che vede coinvolti gli hub di dodici città, centinaia di moderatori e circa 2500 partecipanti da tutta Italia.

La scorsa settimana vi abbiamo già presentato l’evento in sé, partendo dal comunicato stampa e dai vari temi che verranno affrontati nel corso della giornata. Per rileggere l’articolo vi basta cliccare qui: Visionary Days 2021

Oggi invece andiamo maggiormente in profondità,  per scoprire qualcosa di più su ciò che sta dietro ai Visionary Days. A tal proposito, abbiamo avuto modo di fare alcune domande a Cecilia della Penna e a Francesca Andreoli, rispettivamente Community Manager e Vision Leader dell’hub genovese.

Intanto, chi si può definire visionari*?

Non esiste una risposta univoca a questa domanda, ma senz’altro – mi dicono – si tratta di una persona pronta a mettersi in gioco e a buttarsi nella mischia, mantenendo una prospettiva di apertura mentale. In tal senso, può mostrare prontezza nel supportare alcune “battaglie” altrui, anche se apparentemente lontane dalla propria visione del mondo.

La volontà di mettere in contatto soggetti che abbiano storie opposte l’una dall’altra, spiega il motivo di non rendere vincolante la presenza di un hub di Visionary nella propria città, così che chiunque possa entrare a far parte di questa onda vibrante, anche se vive in campagna.

Ci sono poi le figure dei moderatori e degli speaker.

I primi sono fondamentali per tenere le fila delle varie sessioni di dibattito e per riportare i feedback che escono dai singoli gruppi. La maggior parte di loro sono stati formati dai singoli hub, in collaborazione con Talent Garden, che ha messo a disposizione i suoi ambienti per organizzare delle giornate di pratica ed esercitazione.

Gli speaker invece rappresentano le voci capaci di dare fuoco alle polveri dei confronti, grazie alle loro testimonianze, alle loro esperienze o semplicemente al loro carisma.

Ma come viene selezionat* un* speaker?

In genere si cercano personalità adatte al concetto intorno al quale ruota l’evento. Quest’anno per esempio il tema cardine sarà quello della velocità, declinata secondo le direttrici dello sviluppo economico, dell’approccio tecnologico, della salute mentale e della sostenibilità.

Ecco quindi che si è deciso di coinvolgere ospiti che si occupano di filosofia, di comunicazione, di trasporti e di lavoro.

Rispetto ad edizioni passate, mi spiegano Cecilia e Francesca, nella preparazione di questo appuntamento si è evidenziata una maggiore sinergia tra gli organizzatori dei Visionary Days e gli speaker, cosicché si sono originati testi che saranno frutto di reale condivisione d’intenti. Questo lavoro si è innestato in una cornice organizzativa ben più ampia, che ha richiesto quasi nove mesi di impegno, di comunicazione e di lavoro di squadra: era marzo infatti quando è stato effettuato il primo brainstorming generale per la scelta del focus.

“Il tema della velocità alla fine ci è sembrato quello che più di tutti ci permetteva di indagare anche gli altri, inserendoli sotto uno stesso cappello”

l format ormai classico, che negli ultimi anni ha dato voce a tante discussioni, prevede un confronto tra centinaia di “tavoli” composti da otto persone ciascuno. Quest’anno gli insiemi avranno background sociali, geografici ed accademici completamente diversi, così da generare dibattiti stimolanti e poliedrici.

Prima del 2020 tale attività si svolgeva in presenza, trasformando i “tavoli” in elementi pivotali della giornata. Con l’avvento della pandemia però, la necessità di realizzare gli incontri a distanza è venuta fuori. Questa, nello specifico, è la seconda volta in modalità “smart”, con le piccole problematiche che derivano dalla mancanza di fisicità.

Dopo il test effettuato lo scorso anno però, oggi l’obiettivo  è quello di garantire un’esperienza il più coinvolgente possibile, che possa scorrere con fluidità nell’arco dell’intera giornata.

Lee. Intelligenza artificiale

In tal senso viene in aiuto Lee, un’intelligenza artificiale creata nell’ambito Visionary Days, che tra le altre cose offrirà un notevole supporto alla redazione per la stesura del Manifesto dinamico, che  viene realizzato in diretta e sintetizza l’enorme flusso di pensieri che verrà prodotto.

I due compiti principali di Lee sono: clusterizzare gli argomenti che emergeranno dalle discussioni, raggruppando i concetti simili in insiemi, e generare un effetto di contaminazione, distribuendo sui vari tavoli virtuali gli spunti che usciranno fuori qua e là.

In questa maniera un ecosistema di 2500 teste viene attivato per dieci ore consecutive, provando a delineare nuove rotte per l’Italia dell’oggi e del domani.

Ciò che vogliamo augurare a chi prenderà parte all’evento è di godersi la possibilità di dialogare con altre persone propense a dire la loro. Da queste arene di confronto possono nascere parecchie riflessioni importanti, dalle quali si può portare senz’altro qualcosa a casa.

Al team organizzativo dell’evento invece, vanno i nostri sinceri complimenti per la proposta che portano alla società civile, specialmente nei confronti di quella fascia generazionale posta tra i 18 e i 35 anni. Sarà quella a giocare un ruolo fondamentale nel Paese dei prossimi decenni, eppure gli vengono concessi ancora troppi pochi spazi in cui potersi esprimere con convinzione.

Viva la freschezza, viva le buone visioni!

Immagine di copertina:
Foto di Marc Sendra Martorell


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