La Romagna a un mese dall’alluvione

Tra rabbia e orgoglio, cronache di Romagna a un mese dall’alluvione

“Eravamo preparati: ci aspettavamo massimo 50 cm d’acqua. Poi abbiamo sentito un rumore terrificante: era l’acqua che sfondava la porta d’ingresso”
7 Giugno 2023
3 min
657 views

“Ci avevano avvertito, eravamo preparati: ci aspettavamo massimo 50 centimetri d’acqua.. Non avremmo mai immaginato che sarebbe potuto succedere quel che è successo”.

Ci accoglie con queste parole, in quel che rimane della sua casa, una signora residente a Sant’Agata Sul Santerno, un paesino in provincia di Ravenna devastato dall’alluvione.

La Romagna a un mese dall’inondazione
Alluvione in Romagna. Foto di Pietro S.

“L’esondazione l’avevamo messa in conto, l’acqua sarebbe arrivata lentamente e avremmo potuto reagire in base alla gravità della situazione. Non eravamo troppo preoccupati, avevamo già spostato il possibile al piano superiore. 

Purtroppo però, ciò che è successo quella notte è stato inimmaginabile. 

Dopo che il fiume Santerno ha iniziato a esondare a causa delle violente piogge, hanno ceduto di colpo gli argini maltenuti e sottoposti a carichi impensabili. L’onda di piena ha investito tutto il paese, è stata devastante. 

Mi sono svegliata alle tre di notte con l’acqua al pian terreno. Mentre guardavo il livello dell’acqua iniziavo a fare le prime valutazioni su cosa si fosse salvato e cosa invece avrei perso irrimediabilmente.

Poi abbiamo sentito un rumore atroce, faccio fatica a descrivervelo, mi vengono i brividi solo a pensarci. Sembrava il rumore di una bomba: era l’acqua della piena che sfondava la porta di ingresso ed entrava in casa con una violenza inaudita. La piena è entrata dalla porta di ingresso e non trovando sbocchi ha iniziato a salire le scale minacciando anche il primo piano. Io in quel momento ho pensato «se continua così ci muoio». 

La forza della corrente aveva trascinato tutti i mobili della casa e li aveva accatastati sulle scale, il passaggio era completamente bloccato. 

Per fortuna l’acqua è riuscita a sfondare pure la porta sul retro e ha iniziato a defluire. 

Abbiamo avuto un fiume dentro casa praticamente per due giorni. L’acqua continuava a scorrere al piano terra a più di un metro d’altezza entrando dalla porta di ingresso e uscendo da quella sul retro. Siamo rimasti bloccati al primo piano per 27 ore senza cibo né acqua. 

Tutto il paese era senza elettricità, a molti si è scaricato il cellulare e si sono trovati completamente isolati. Io per fortuna avevo dietro due powerbank, mi hanno salvato. 

Mio padre di novant’anni, bloccato con me al primo piano, è cardiopatico e le sue medicine erano andate perse. Sono stati momenti terribili. 

Adesso ci ritroviamo con metà casa distrutta, ho perso tutto, elettrodomestici, arredi, le foto di mia madre.. La casa non è più abitabile, non fosse per mio padre che vuole restare me ne sarei già andata da Sant’Agata, non ce la faccio a vedere casa mia in queste condizioni. Mi vergogno a prendere i pasti dai volontari e dalla Protezione Civile”.

Nel raccontarci di quei giorni, la signora ci fa fare il giro della casa.

Mentre ci mostra le stanze, sconvolte dal fango e dall’acqua, ciò che colpisce di più è la sua forza, la sua lucidità, a cui fa da sfondo una sensibilità toccante. 

La piena e le esondazioni non hanno risparmiato quasi nessuno. Case, negozi, strade, campi, frutteti. A distanza di giorni dall’alluvione, ciò che rimane sono soprattutto le enormi cataste ai bordi delle strade di elettrodomestici, armadi, materassi e qualsiasi oggetto colpito dall’alluvione. 

Al mercato dell’ortofrutta di Ravenna le insalate sono ancora sporche di fango, c’è chi si è ritrovato ettari ed ettari sommersi e il negozio in città allagato.

I vigneti in collina sono inagibili per le frane. C’è chi non può raggiungere i propri animali. L’annata era già compromessa dalla siccità, molti alberi non avevano dato frutti e ora muoiono oppressi dal fango.

Nonostante ciò, gli agricoltori sono tutti in piazza, ognuno con il proprio banco a vendere i propri prodotti. 

Per le strade tra residenti, volontari e operatori della Protezione Civile si muove una regione messa a dura prova che vuole rialzarsi e vuole farlo il prima possibile.

A Lugo, uno dei comuni più colpiti, a due settimane dall’alluvione alcuni locali riaprono e si concludono a fatica le pulizie nelle case. 

Nessuno cerca compassione, alcuni, per rabbia o orgoglio, non accettano nemmeno un aiuto: si respira, in ogni angolo di città, la forza di una popolazione e di una comunità che non vuole lasciarsi andare alla disperazione, ma si rimbocca le maniche e con una determinazione indescrivibile si fa testimone di una Romagna ferita che riparte.

La Romagna a un mese dall’inondazione
Alluvione in Romagna. Foto di Pietro S.

Immagine di copertina:
Foto di Sadiq Nafee


Scrivi all’Autorə

Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.


Scambia e ricicla! Lo swap party del Forte di San Martino
Articolo Precedente

Scambia e ricicla! Lo swap party del Forte di San Martino

Un treno che si chiama desiderio. Casella crocevia dell’entroterra: sogno? Forse No!
Prossimo Articolo

Un treno che si chiama desiderio. Casella crocevia dell’entroterra: sogno? Forse No!

Ultimi Articoli in Medium

La vita profonda, edizioni Nottetempo - Recensione

La vita profonda – Recensione

La vita profonda, è il primo romanzo scritto dalla genovese Martina Faedda che ti trasporterà in una storia logorante, toccante, delicata ma soprattutto liberatoria.
La guerra uccide due volte

La guerra uccide due volte

C’è un aspetto della guerra di cui l’opinione pubblica non parla mai, un costo nascosto, sottovalutato: l’impatto ambientale dei conflitti.
LABIBA | Gaza e i Partiti UE

LABIBA | Gaza e i Partiti UE

Il conflitto a Gaza evidenzia le divisioni interne dell'UE e le risposte disomogenee della popolazione, come mostrato dalle ultime elezioni europee.
TornaSu

Don't Miss