Gino Paoli

THE REASON WHY | Basta chiudere gli occhi

Gino Paoli ha scritto che Genova non è la sua città. Della serie: “Io ti conosco da sempre e ti amo da mai”. Una musica fra sentimento e contrario, una lunga storia d’amore.
27 Maggio 2020
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C’era una volta una gatta nella Genova delle cose perdute, nei vicoli di una città chiusa fra tetti a scaglie, misteriosa come una tartaruga rintanata nel suo guscio. “Bellissima e orribile, grigia e colorata, tenera e crudele, viva e spenta, calda e gelida, acqua e vento, bianco e nero, amore e odio”. Tutto o niente. Gino Paoli

The Reason Why, murale musicale, proverà (senza pretese) ad appendere ogni settimana un post-it sulle porte di casa con un nome e tante citazioni collegate da salvare nelle storie. “Storie da non raccontare” ma semplicemente da ascoltare. 

A sentirlo, Gino Paoli, ha sempre scritto che Genova non fosse la sua città, dimostrando l’opposto a suon di sentimenti contrari che si attraggono.

Della serie:

Io ti conosco da sempre e ti amo da mai

Sfuggito alla guerra e svezzato dalla Liguria, cresciuto fra Corso Torino e le vie di Milano. Qui chi non fa musica “finisce per diventare un Beppe Grillo o un Renzo Piano”, ipse dixit. Chi ritrovato in politica, chi conosciuto sui banchi di scuola. Dietro ai tavoli di un bar, con quegli altri ragazzi che volevano cambiare il mondo, a Genova si preparava la rivoluzione copernicana del cantautorato fra una “rullata” a calciobalilla e una gazzosa ordinata per quieto vivere.

Anni di fermento politico, giovanile e letterario di cui Genova è stata lo scenario quasi inconsapevole. “In una città così immobile, la fantasia si muove con più violenza”. 

Video di Jack Beatrici

Scenario mai dimenticato, rimasto scolpito nei testi scritti tra i vicoli e dipinti negli acquerelli di Boccadasse. Dalla finestra a picco sul mare spunta anche una donna, agghindata e pronta a farsi bella per uscire salvo finire “per restare sempre a casa”.

In un’altra stanza c’è un cielo affrescato, in quelle viuzze che ospitano il paradiso al primo piano. Gino Paoli poco più avanti disegna “una piazza sempre piena di bambini, qualche gatto e un vu cumprà”.

A metà del vicolo, dentro un portone con la luce a singhiozzo, si è incastonata una stanza buia “senza targa e senza età”. È “l’ufficio delle cose perdute”, in cui si nasconde l’essenza di Genova.

Genova come una gatta? Quella di Gino ha una macchia nera sul muso. Non ha ieri e non ha domani: per ritrovarla oggi basta chiudere gli occhi. 

The reason why? Io ti conosco da sempre e ti amo da mai.

I 5 brani consigliati:

1 Vivere Ancora

2 Una lunga storia d’amore

3 Averti addosso

4 L’Ufficio delle cose perdute

5 La Gatta

Immagine di copertina:
Boccadasse. Foto di Lorenzo S.


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Giornalista genovese, studia Lettere Moderne e vive di sport. Scrive di tutto, che forse è troppo ma non è mai abbastanza. Benedetto Croce diceva che fino a 18 anni tutti scrivono poesie e che, da quell’età in poi, rimangono a scriverle solamente due categorie di persone: “i poeti e i cretini”. A 24 anni, lui non ha ancora capito da che parte stare.

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