Bisognerebbe verificare, ma azzardo una specie di legge: la quantità di spazio pubblico dedicato a una particolare attività è direttamente proporzionale alla rilevanza politica attribuita dal governo di quella stessa città.
Ecco, potrebbe suonare così. Non è proprio una legge, d’accordo. E non è così sicuro che valga in tutti i casi. Ma, almeno per alcuni ambiti, sembra tenere. Per esempio, nel caso dello sport. E della quantità e qualità degli spazi pubblici ad esso dedicati – ovvero, per capirci, zone accessibili da tutta la cittadinanza senza pagare il biglietto di ingresso. Soprattutto, nell’area del centro.
Diciamo che uno voglia fare attività fisica, abitando in centro, senza disporre di un mezzo privato. Diciamo anche che, magari, questa persona svolga un lavoro in orari standard.
Quanti posti conoscete, raggiungibili in tempi e modi consoni con il tipo di attività in questione, in cui è possibile accedere per praticare sport liberamente, fuori dagli orari di ufficio?
Al momento, la mia – sicuramente superficiale – ricerca trova soluzione solo spostandosi molto dal centro (in una direzione o nell’altra) oppure ritornando ogni volta ai – bellissimi – parchi o giardini pubblici del centro: i quali, però, sono appunto aperti solo negli orari di lavoro.
Se la mia ricerca non è lontana dal vero – e se, invece, lo è, ringrazio eventuali suggerimenti e prometto un articolo al riguardo – dicevo: se non mi sbaglio al riguardo di questa assenza, la domanda diventa: non sarebbe possibile investire per organizzare un’area del centro cittadino, magari attrezzata, accessibile anche in altri orari, dove sia possibile a chiunque allenarsi, al di là del tipo di sport che ciascuno decide di praticare?
Non sarebbe un’azione politica pazzesca e straordinaria decidere che una città smart (leggi l’articolo di wall:out Il triangolo no? Una domanda sul significato di città “smart”), che punta al miglioramento della qualità della vita dei suoi cittadini, debba necessariamente avere una parte importante del suo spazio pubblico dedicata all’attività sportiva? Non sarebbe bellissimo ritrovarsi in questa zone comune per praticare chi crossfit, chi danza classica, chi arti marziali, chi atletica, chi parkour, eccetera? Non sarebbe un investimento politico altissimo?
Un passo fuori da queste domande, nell’attesa sincera di suggerimenti per zone praticabili che mi sono perso, rimane per ora la fatica di chi deve inventarsi, ogni volta, uno spazio di questo tipo, in giro per la città, rubando centimetri alle auto, ai parchi giochi per bambini o a qualsiasi altro luogo pubblico, in assenza di uno propriamente dedicato al fare sport.
Immagine di copertina:
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[…] E allora si danno appuntamento, allacciano le scarpe e vanno ad allenarsi là dove nessuno può impedirglielo. E facendolo scoprono che c’è un modo di stare insieme che non conoscevano, c’è un modo di vivere la città, c’è un modo di sfruttare risorse comuni che sono sempre state lì, ma che per un motivo o per l’altro erano solo potenziali. (leggi anche l’articolo di wall:out Sportivi di tutta Genova, unitevi!) […]