Il mondo del lavoro è un ambiente difficile, per sopravvivere è necessario essere pieni di risorse. A cavallo tra il periodo del “realizza i tuoi sogni, puoi fare tutto” e quello del “la pensione non la vedrai mai”, io e i miei coetanei, nati negli anni ‘90, siamo cresciuti carichi di ansia, ma con una certa dose di creatività e fantasia.
Infatti, parallelamente a un elevato pessimismo, la retorica del creativo pieno di intraprendenza, capace di inventarsi il lavoro, è stata onnipresente. Le controindicazioni dietro a questo ragionamento sono evidenti: alla fine se non trovi lavoro non c’entra la crisi, è comunque colpa tua, che non sei abbastanza sveglio.
Ma è davvero possibile inventarsi un lavoro stravagante e vivere di questo?
Ho deciso di verificare quali, tra i lavori più assurdi che sono riuscita a pensare in un esercizio di creatività, esistano veramente. Chissà che non spunti fuori qualche ispirazione.
Il primo lavoro che ho cercato è un lavoro che ho inventato da bambina: il gratificatore. Qualcuno in grado di risollevare l’umore con una breve, ma accurata, analisi dei nostri punti di forza. Una specie di cheerleader con doti da psicanalista.
Ricordo di essermi chiesta “cosa potrebbero volere le persone?” e la risposta era stata: i complimenti.
Credo che all’epoca l’intento dietro il mio arrovellarmi non fosse tanto quello di lottare contro un mondo che ci fa sentire inadeguati, quanto piuttosto quello di non lavorare. Tuttavia, l’idea mi è parsa avvincente ancora oggi.
Si potrebbe pensare che la figura del life coach svolga all’incirca lo stesso ruolo. Per come me lo sono sempre immaginata, il gratificatore non mira a nessun tipo di miglioramento, ma ad una motivazione fine a se stessa. Non vi è quindi prova che possa essere una buona idea sul mercato.
Sulla scia dei servizi alla persona, però, ho trovato interessanti professioni da tenere in considerazione.
A partire da il falso/a fidanzato/a virtuale. Questa figura professionale, per quanto ho capito, non ha solo lo scopo di impressionare terze persone, postando commenti sui social e inviando regali, ma anche quello di chattare con il cliente. Tuttavia, con una breve ricerca online si possono trovare svariate app che possono simulare una finta fidanzata/o con il quale chattare, rendendo quindi il lavoro umano poco richiesto.
Mi duole constatare che, come possibile carriera, rischia di essere effimera, le macchine ci hanno già rimpiazzati.
Un’altra interessante opzione è quella del coccolatore, il cui compito è quello di fornire sessioni di abbracci, massaggi, grattini e quant’altro faccia sentire a suo agio il cliente, il tutto stabilendo uno stretto codice di condotta che esclude il sesso. Questa professione in Italia è difficile da trovare, tuttavia è in espansione in moltissimi paesi (cuddlist.com). Se il contatto fisico non vi spaventa, vi consiglio di tenerla d’occhio perché potrebbe presto presentarsi qualche occasione!
Passiamo ora ad uno dei settori che mi interessa di più, quello che riguarda il mondo animale e, soprattutto, felino.
Sono da sempre una gattara, per cui mi è venuto spontaneo, parlando di sbocchi lavorativi fantasiosi, cercare lavori che coinvolgessero morbidi amici pelosi.
Investire i propri risparmi in un gatto da concorso purtroppo non contribuisce a mantenersi, si guadagna solo in gloria, per cui, ahimè, non serve al nostro scopo. Vi stupirà però scoprire che esiste invece il coccolatore di gatti.
A quanto pare l’affetto va di moda, e questa figura professionale fa esattamente quello che suggerisce il nome, ossia coccolare gatti per migliorarne l’umore, per esempio all’interno delle cliniche veterinarie. Ma non emozionatevi troppo, le uniche offerte in Italia sono a titolo gratuito, per essere pagati bisognerà emigrare anche in questo caso.
Mentre mi domandavo se investire in un allevamento di gattini potesse essere un buon piano, mi sono imbattuta in altri generi di allevamenti, tra cui quello che in questo momento più siti consigliano come altamente conveniente: la elicicoltura, cioè l’allevamento di lumache.
Con un budget ridotto e un po’ di terra l’investimento potrebbe essere fruttuoso. Non sono certa che la faccenda sia di fatto così semplice, una dose di imprenditorialità e un minimo di fondi a disposizione sono comunque necessari (oltre al fatto che le lumache sono difficili da coccolare!).
Se dobbiamo essere creativi cerchiamo almeno di migliorarci la vita, non di peggiorarla inventandoci un lavoro noioso
Su questa linea, la carriera dell’assaggiatore mi sembra estremamente gratificante. Le scoperte sono state molteplici.
Innanzitutto, non è un lavoro semplice né, tanto meno, si raggiunge l’obiettivo in tempi brevi, serve infatti una formazione in scienze sensoriali e bisogna poi specializzarsi solo su una particolare tipologia di prodotti. Quindi non solo questo lavoro esiste, ma è anche estremamente strutturato.
Ad ogni modo, tra i vari tipi di assaggiatori, oltre ai classici assaggiatori di gelati, formaggi e quant’altro, troviamo gli assaggiatori di patatine fritte, ma soprattutto l’assaggiatore di cibo per animali, chiaramente fondamentale non potendo avere un’opinione diretta dai consumatori.
Che dire, i lavori assurdi non mancano e ce ne sono molti altri che potete trovare con una veloce ricerca su Google.
Dal raccoglitore di palline da golf sia terrestre sia subacqueo, al fornitore di alibi, al collaborare con una ditta che spedisce cacca ai tuoi nemici. Insomma, la creatività non manca, ma non sempre è possibile realizzare un’idea anche se creativa.
È vero, le prospettive appena descritte non sono rincuoranti. Ci siamo spinti su un piano di stravaganza notevole e nonostante ciò non abbiamo comunque trovato un’idea “facile” per mantenerci. Ma che il lavoro che svolgiamo sia fantasioso o meno, di sicuro la nostra generazione ha gli strumenti per affrontare la situazione: d’altronde serve una buona dose di creatività per ridere delle proprie disavventure!
Immagine di copertina:
Foto di Fathromi Ramdlon
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