Il dipinto tradizionale cinese su carta di riso, realizzato con pennelli speciali e china ottenuta da un delicato sfregamento su una pietra apposita, si configura come un microcosmo in grado di riflettere un macrocosmo. Non è solo un oggetto di contemplazione, ma un ambiente di vita. La tanto determinante verità con cui la storia della figurazione occidentale non può evitare di fare i conti da sempre, è soppiantata qui dalla vitalità: il dipinto cinese è vivo, e non importa affatto quanto sia vero.
Dove si mette in atto la vitalità del dipinto cinese? Nel divenire tra vuoto e pieno, cioè nel fluire del C’hi. Mi Fu, pittore, poeta e calligrafo cinese di epoca Song (1100 d.C.), scriveva:
“Le nuvole sono la ricapitolazione del paesaggio, perché nel loro Vuoto inafferrabile si vedono molti tratti di montagna e di corsi d’acqua che vi si celano.”
Discorso sulla pittura del monaco Zucca Amara
Le nuvole di Mi Fu, mosse dal vento, mettono in relazione acqua (Yin) e montagna (Yang) – i due elementi fondamentali del dipinto – rendendo visibile il fluire del C’hi.
Francois Cheng in “Vuoto e pieno”, spiega che le nuvole nel paesaggio cinese sono per eccellenza l’elemento in grado di creare l’impressione di attrazione dinamica grazie a cui la montagna sembra tendere verso l’acqua e l’acqua verso la montagna; e il processo di reciproco divenire tra le due suscita il movimento circolare che il maestro Shitao, pittore e filosofo di epoca Qing, chiama zhouliu “fluire universale”, e huanbao “abbraccio universale”.
Veniamo a Genova e osserviamo il nostro paesaggio: c’è acqua e c’è montagna. È già notevole, ma non basta: c’è il vento, un sacco di vento (a volte decisamente troppo), che lega mare e montagna muovendo le nuvole senza mai fermarle. Cos’è questo vento, se non C’hi, respiro?
Appena potete, dedicate pochi minuti alla contemplazione di Genova da un punto panoramico, possibilmente sulle alture. È importante che cerchiate di contemplare senza pensare a nulla. Sono certa che mi confermerete che viviamo in luogo ideale per huanbao, l’abbraccio universale!
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Ho letto con grande interesse questo articolo, anche perché l’autrice è garanzia di qualità, ma per quanto abbia cercato di venirne a capo, ho concluso che , almeno per ciò che mi riguarda, sia solo uno spunto per avvicinarmi al tema ( approfondirlo sarebbe un termine del tutto inadeguato). Arianna, dall’alto delle sue conoscenze sulla filosofia e cultura cinesi, forse ha presunto troppo delle capacità dei lettori di comprendere concetti molto distanti dalla comune conoscenza della filosofia orientale o semplicemente sono solo io che non ne sono all’altezza. Onestamente, anche se ho cercato di raffigurarmi questo movimento circolare , questo fluire, non ne sono venuto a capo. Una domanda però la vorrei fare. Credi che sia corretto fare un discorso totalizzante sull’arte occidentale, sulla figurazione occidentale, definendola come legata alla “verità”? Io non sono di questo parere. La raffigurazione di nuvole, mare e monti fornisce innumerevoli esempi di figurazione non legata alla semplice rappresentazione del vero. Solo per far qualche esempio i dipinti dia Caspar David Friedrick ( viandante su un mare di nubi, monaco sulla spiaggia, le bianche scogliere di Rugen) fanno viaggiare la mente, volare direi, più che attirare l’attenzione sul tratto pittorico figurativo. Basta vedere la produzione pittorica di Knud Baade, che coinvolge mare , monti e nubi, per lo più in un’atmosfera burrascosa, in un abbraccio unico che esula dalla semplice figurazione , senza richiamarsi al Surrealismo che che tutto rappresenta tranne il vero. Comunque mi ha veramente colpito l’associazione di Genova alla pittura cinese. Genova con i suoi monti, il suo mare e quel vento, a volte anche troppo …specie a Castelletto , inquadrata in un dipinto su carta di riso , un dipinto cinese, è veramente un’idea ed un’immagine suggestiva oltre che originale. Cercherò in futuro di guardarla con occhi “cinesi”. Ma concludo che forse sarebbe opportuno andarsi un po’ a leggere i libri consigliati su vuoto e pieno e su Zucca amara prima di fare un tentativo al riguardo.
[…] noi promuoviamo proprio per la particolarità della loro attività, dall’India alla Cina, al […]