Creature Mitologiche

Le creature mitologiche di Genova tra passato e presente

Sebbene antichissimi, i miti influenzano tuttora la nostra cultura visuale. Infatti, Genova è ancora oggi popolata da alcune creature mitologiche.
18 Agosto 2021
5 min
4.3K views

Il grande antropologo James G. Frazer nel suo volume Il ramo d’oro sostiene che il mito è il “primo tentativo di rispondere a quelle domande generali riguardanti il mondo, le quali senza dubbio si sono imposte al pensiero umano fin dai tempi più antichi e continueranno ad occuparlo fino all’ultimo”. Creature Mitologiche

Il mito tenta infatti di spiegare le origini dell’universo e i suoi fenomeni utilizzando l’immaginazione e creando mondi magici, popolati da eroi mitici e bestie fantastiche. Queste costruzioni, dalla potente forza suggestiva, sono giunte fino a noi, talvolta entrando stabilmente a far parte della nostra cultura popolare e visuale.

Dalle serie televisive ai libri, dall’universo del cosplay ai giochi di ruolo, ovunque ci giriamo, scorgiamo intorno a noi tracce visuali di miti antichi. 

La mostra

A questo proposito, la mostra “Mythos, Creature Fantastiche tra Scienza e Leggenda” al Museo Civico di Storia Naturale G. Doria aperta fino al 29 agosto 2021 “si prefigge l’obiettivo di presentare al vasto pubblico le creature zoomorfe che più hanno colpito nel tempo l’immaginario collettivo” (Comune di Genova), presentando un bestiario di suggestivi e talvolta inquietanti modelli plastici e tassidermici realizzati appositamente dall’azienda Naturaliter, specializzata in questo settore. 

Una mostra pensata per un pubblico giovanissimo che, con installazioni multimediali e pannelli divulgativi, narra le leggende delle più conosciute creature mitiche dall’antichità ai giorni nostri. Nelle sue gallerie, affollate da sirene spiaggiate, minotauri melodrammatici e draghi rubati dal set di Shrek, spiccano tre creature fantastiche che si sono ritrovate associate all’immagine e alla storia di Genova e con le quali entriamo a contatto quasi tutti i giorni. Scopriamole insieme.

Il Basilisco e San Siro

Basilisco Mythos, Creature Fantastiche tra Scienza e Leggenda
Il Basilisco, in mostra a “Mythos, Creature Fantastiche tra Scienza e Leggenda”, al Museo Civico di Storia Naturale G. Doria, Genova. Foto di Maria T.

Se al nome ‘Basilisco’ associate immediatamente l’enorme serpente che Harry Potter si trova ad affrontare nel secondo film dell’omonima saga, potreste rimanere delusi. Infatti, già il nome, che viene dal greco βασιλίσκος, significa piccolo re, denotando quindi una statura minuta. Inoltre, viene solitamente descritto come un serpente con la cresta o come un gallo con la coda di serpente, assumendo così un aspetto decisamente più buffo rispetto al terrificante serpente del film.

Tuttavia, secondo Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, questa creatura era velenosissima, pietrificava con il suo sguardo e uccideva con il suo solo odore. 

Kongelige Bibliotek Basilisco
Il Basilisco, Kongelige Bibliotek, Gl. kgl. S. 1633 4º, Folio 51r. Fonte Medieval Bestiary

E infatti, secondo la Legenda Aurea del genovese Jacopo da Varagine, proprio un basilisco appestava con il suo fiato letale la città di Genova nel IV secolo d.C.

San Siro, all’epoca il cardinale della città, dopo preghiere e penitenze, affrontò la creatura e le intimò di gettarsi in mare, salvando così il capoluogo ligure. Considerato l’impegno di San Siro nel combattere l’eresia ariana, questa potrebbe essere identificata con il serpente maligno.

Sebbene questo mito non sia forse conosciuto ai più, ha tuttavia lasciato una traccia indelebile sui muri della città. In vico San Pietro della Porta vi è una lapide marmorea che raffigura san Siro nell’atto di cacciare il basilisco, con l’iscrizione: 

Hic est puteus ille ex quo Beatissimus Syrus Episcopus quondam Januensis exthrasit dyrum serpentem nominem basiliscum CCCCLXXX

Qui si trova il pozzo dal quale il Beatissimo Siro, arcivescovo di Genova, fece uscire il terribile serpente di nome basilisco – 480
A Mae Zena Lastra di San Siro, Vico San Pietro della Porta, Genova
Lastra di San Siro, Vico San Pietro della Porta, Genova. Fonte A Mae Zena

Il Dragone e San Giorgio

Questa figura non ha bisogno di lunghe presentazioni dato che la sua immagine è molto presente nella nostra tradizione figurativa. Di origini orientali, ma presente in tutte le mitologie del mondo, era il più grande dei serpenti e secondo Isidoro di Siviglia possedeva una cresta, aveva una bocca piccola, una gola stretta e tutta la sua forza risiedeva nella coda. 

A seconda delle culture, il dragone ha assunto un ruolo positivo o negativo; in quella occidentale è solitamente associato all’idea del male. Infatti, il Cristianesimo sancisce l’identità tra diavolo/peccato e draghi/serpenti (si pensi infatti al peccato originale). Nel Fisiologo, trattato morale cristiano del II secolo d.C., si raffigura il drago trafitto da un cacciatore, rappresentando così la battaglia tra male e bene vittorioso.

Da qui, si assiste a una profusione di scontri tra santi e serpenti/draghi, soprattutto nelle agiografie. 

Un esempio intramontabile è quello appunto di San Giorgio, la cui vicenda è narrata nuovamente da Jacopo da Varagine. Leggenda vuole che in Lidia vivesse un drago che terrorizzava il paese e pretendeva il sacrificio di vite umane. Il Santo guerriero giunse in quella terra straniera ed uccise il terribile drago. 

San Giorgio, assieme a San Bernardo, al già citato San Siro, a San Lorenzo il dedicatario della cattedrale e a San Giovanni Battista, il patrono della città, è uno dei cinque protettori di Genova. Per questo motivo, camminando per i vicoli della città ritroviamo frequentemente la sua lotta contro il malefico drago scolpita su bassorilievi o dipinta sulla facciata del Palazzo di San Giorgio.

Il Grifone sullo stemma

Il Grifone in mostra a “Mythos, Creature Fantastiche tra Scienza e Leggenda”, al Museo Civico di Storia Naturale G. Doria, Genova
Il Grifone in mostra a “Mythos, Creature Fantastiche tra Scienza e Leggenda”, al Museo Civico di Storia Naturale G. Doria, Genova. Foto di Maria T.

Anche in questo caso, la fisionomia mitica del grifone non è variata nel tempo. Formati da un corpo leonino, ma con ali e profilo di aquila, erano animali feroci, come sostiene Isidoro di Siviglia, ma connotati da una forte accezione positiva. Essendo infatti a metà tra il re della foresta e il re del cielo, essi esprimevano forza, potere e regalità.

Per questo motivo, venivano raffigurati spesso e volentieri sui blasoni di famiglie nobili o di comuni, proprio come nel caso dello stemma di Genova. 

Il Grifone, Bodleian Library, MS. Bodley 764, Folio 11v. Fonte Medieval Bestiary

Secondo gli studiosi, i grifoni comparvero sulla bandiera genovese nel 1139. Rimasero sullo stemma fino al 1797, quando a seguito della rivoluzione giacobina furono distrutte le antiche insegne. Nel 1816 i grifoni fecero la loro ricomparsa, ma con la coda tra le zampe, a simboleggiare la sottomissione al Regno di Sardegna. Infine, solo nel luglio 2000, l’Amministrazione civica ha riportato le code dei grifoni orgogliosamente verso l’alto. A sottolineare come un attributo di una creatura mitologica possieda ancora una grande forza simbolica.

Grifoni su stemma di Genova. Fonte Stemmi Comunali Italiani

A questo punto non vi resta che andare alla ricerca di queste creature mitologiche per i caruggi di Genova o osservare i loro modellini plastici al Museo di Storia Naturale, aperto sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Per maggiori informazioni potete visitare la pagina web del Museo di Storia Naturale oppure consultare l’evento su wall:in.


Questo evento è su wall:in

Scarica la App di wall:in da Google Play o App Store e scopri tutti gli eventi in città.


Immagine di copertina:
Bassorilievo con San Giorgio e il Dragone, Vico Canneto Lungo, Genova
. Foto di Maria T.


Scrivi all’Autorə

Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.


Storica dell’Arte laureata con una tesi sui bestiari medievali presso il Courtauld Institute of Art di Londra. Negli ultimi anni trascorsi tra Italia, Germania e Inghilterra si è interessata di storia dell’arte medievale, musei, didattica e divulgazione. Europea ma genovesissima.

Lascia un commento

Arte urbana
Articolo Precedente

La voce universale dell’arte urbana di Genova: ammirare e soprattutto ascoltare

Sostenibile
Prossimo Articolo

Realtà ecosostenibili a Genova: dal cibo ai capi di abbigliamento, dove acquistare e perchè

Ultimi Articoli in Reportage

TornaSu

Don't Miss