LABIBA | Podcast Sangue Loro: Palestina e Dilemma Morale

LABIBA | “Sangue Loro”: Palestina e Dilemma Morale

Nel vasto panorama dei podcast, "Sangue Loro: Il Ragazzo Mandato a Uccidere" distilla l'essenza stessa del dramma umano e dell'etica morale.
3 Maggio 2024
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4 min
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Nel vasto e variegato panorama dei podcast emerge un’opera che distilla l’essenza stessa del dramma umano e dell’etica morale: “Sangue Loro: Il Ragazzo Mandato a Uccidere“, l’originale serie podcast di Sky Italia e Sky TG24 realizzata da Chora Media.

In questa recensione storico-analitica, con tratti inevitabilmente riflessivi, si tenterà di far immergere il lettore nelle profondità di questa produzione sonora, che con la sua intelligente tessitura narrativa solleva interrogativi cruciali sulla natura e sulle conseguenze degli attentati terroristici avvenuti a Roma nel 1985.

I focus sono molteplici: dalla matrice palestinese degli attentati alle complesse dinamiche causali precedenti e successive il 1948, anno della nascita dello Stato di Israele. 

Guidato dalla maestria degli scrittori Luca Lancise e Pablo Trincia, e dalla precisione e cura empatica della narrazione, “Sangue Loro” si distingue per la sua capacità di intrecciare racconto storico e riflessione intima.

Una fusione sottile e ponderata che rivela un approccio e uno stile narrativo rispettosi, privi di una qualsiasi forma di accondiscendenza contestuale.

Arricchito da numerose testimonianze personali, il podcast offre uno sguardo penetrante nelle vite e nelle scelte dei suoi protagonisti, gettando luce su questioni di giustizia e redenzione. Gli interessanti parallelismi, espliciti e impliciti, tra le esperienze delle vittime e dei carnefici, riescono perfettamente senza l’ombra di bias e preconcetti ideologici, culturali o religiosi.

I racconti dei protagonisti e la profondità dei temi trattati convergono per creare un’esperienza molto forte, non per la sua crudezza ma per l’introspezione a cui invita gli ascoltatori. Ogni episodio si presenta come una tappa in un viaggio emotivo e altamente informativo.

Roma 1985

Come epicentro il 1985 e una Roma martoriata da efferati attentati terroristici. L’utilizzo di flashback e flashforward non confonde, tutt’altro: conferisce alla storia un senso di completezza, puntando a una narrazione storica emotiva più che a una mera descrizione dei fatti.

Dall’attentato del 27 dicembre 1985 nell’Aeroporto di Fiumicino a Roma, il narratore riavvolge il nastro e ripercorre gli eventi traumatici dei mesi precedenti.

Gli attentati di organizzazioni terroristiche di matrice mediorientale avvenuti a Roma e in particolare nel “triangolo della morte”, il più generale clima di terrore che ha pervaso l’Italia degli anni di Piombo, l’Europa e l’Italia divenute campo di battaglia del terrorismo internazionale nella lotta palestinese contro lo Stato di Israele e i paesi che non appoggiavano la sua causa.

E poi ancora più indietro nel tempo e più lontano, oltre i confini del nostro stato, verso i confini di uno nascente.

La storia dell’emigrazione esponenziale di ebrei che da un Europa pervasa da un’ondata di antisemitismo partono verso la Palestina con la promessa di una national home per il popolo ebraico. Il Mandato Britannico della Palestina e il caos in una terra divisa ormai in due popoli.

La risoluzione ONU e il rifiuto arabo alla ripartizione della Palestina in due stati. La nascita dello Stato di Israele nel 1948 e la nakba, la catastrofe subita dai palestinesi espulsi o in fuga dalla propria terra, anche loro con una promessa, la speranza di fare ritorno. 

“Agente estero”

Il primo episodio della serie podcast ha inizio nel cimitero di Prima Porta, a nord di Roma, dove riecheggiano le parole di cordoglio e preghiera durante il funerale dell’unico attentatore sopravvissuto della strage del 27 dicembre 1985 all’Aeroporto di Fiumicino.

Deceduto dopo la sua scarcerazione, viene ricordato da un amico, Hassan, anche lui attentatore nella strage in via Bissolati il 25 settembre del 1985. Entrambi dediti alla causa palestinese, entrambi addestrati alle armi sin da ragazzini, entrambi mandati a uccidere dal gruppo terroristico Abu Nidal, entrambi mandati a morire in terra straniera.

Hassan aveva solo 15 anni al tempo della strage. 

La scelta narrativa di far iniziare la storia con il funerale di un carnefice mostra sin da subito l’intenzione degli autori di mostrare la duplicità di una storia troppo complessa da poter essere raccontata unilateralmente.

Viene così rifiutato il paradigma “noi/loro” e la linea che divide l’essere carnefice con l’essere vittima si sfoca, abbastanza da attenuare il pregiudizio dell’ascoltatore e stimolare una riflessione più profonda sulla disumanizzazione e sulla possibilità di perdonare. 

Per gli autori di “Sangue Loro” definire il contesto storico è fondamentale. È il tentativo di creare una cornice visibile che delinei una storia altrimenti troppo complessa e dolorosa per essere compresa.

È nel campo profughi di Shatila che nasce Hassan, è in quel campo che si svolgerà nel 1982 una strage in cui perderà un fratello e sua madre. Sarà indottrinato all’odio, addestrato alle armi, rapito e successivamente reclutato negli anni ‘80 da Abu Nidal, organizzazione terroristica palestinese in aperto contrasto con l’OLP e al-Fatah.

Sarà quel gruppo terroristico a inviarlo come “agente estero” a Roma. E sarà in via Bissolati che farà esplodere un ordigno che ucciderà un’altra madre, Lella, la madre di una bambina di nove anni che per anni sarà a sua volta consumata dall’odio e dalla rabbia.

Si chiama Daria e il podcast racconta anche la sua storia, il dolore della perdita, di una famiglia distrutta e di una vita a chiedersi “perché”. Il dolore che sentiamo nella sua voce, durante la sua testimonianza, è straziante.

È qui che il podcast vuole essere una finestra su due mondi, un racconto di dolore parallelo, duplice, talmente diverso ma a tratti spaventosamente simile.

Il destino di un uomo, una volta ragazzino, e di una donna, una volta bambina, si sono intrecciati in un lontano 1985 segnando per sempre le loro vite. L’audace esplorazione di entrambe le storie lascia l’ascoltatore con una speranza: il desiderio di Daria di incontrare Hassan, il desiderio di Hassan di chiedere perdono.

“Sangue Loro: Il Ragazzo Mandato a Uccidere” è coraggioso, intelligente, emozionante, informativo, e non lascia l’amaro in bocca.  Attraverso una fusione equilibrata di racconto storico e introspezione emotiva, il podcast offre una visione più ampia e senza filtri di una storia che invita a guardare con occhi diversi, occhi più umani.

Immagine di copertina:
Fonte Canva


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