Giovanni Andrea De Ferrari e il Barocco genovese

Giovanni Andrea De Ferrari e il Barocco genovese

L’opera savonese potrebbe trattarsi o di un bozzetto o di una replica per la devozione privata vista la fortuna iconografica che ebbe il soggetto raffigurato.
29 Ottobre 2023
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Troviamo a Savona grandi maestri del Barocco nella sala che espone le opere della pittura secentesca presso la Pinacoteca Civica.

Esse ovviamente forniscono solo una parziale visione di quello che doveva essere il panorama artistico secentesco in città e provengono in parte da donazioni e in parte da chiese e conventi che non esistono più.

Tra queste troviamo un piccolo interessante dipinto realizzato da Giovanni Andrea De Ferrari (1598-1669) che raffigura la Vergine che intercede per le Anime del Purgatorio, opera che pervenne alle raccolte civiche acquisendo la quadreria di Vincenzo Garassino, come risulta dal catalogo del 1938, che la definisce però come Estasi di Santa Chiara e la attribuisce ad un non meglio identificato autore di scuola genovese del XVIII secolo.

Giovanni Andrea De Ferrari e il Barocco genovese
Madonna e anime purganti, Giovanni Andrea De Ferrari, 1620. Fonte Wikicommons

L’attuale attribuzione al pittore G. A. De Ferrari è dovuta agli studi di Pasquale Rotondi che negli anni ’50 ebbe modo di studiarla in seguito all’intervento di restauro su di un’altra opera del De Ferrari di medesimo soggetto.

Lo studioso vide la piccola tela nel 1951 presso il Palazzo Municipale di Savona, con altre opere del Museo Civico lì collocate in attesa del ripristino della loro sede e gli parve un bozzetto per una pala d’altare che il De Ferrari aveva realizzato nel 1627 per la Compagnia della Colonna di Carità a suffragio delle Anime del Purgatorio, esistente nella chiesa poi soppressa di Santa Agnese (come da notizie dal Soprani, dal Ratti e dall’Alizeri) e oggi ospitata nella chiesa di Nostra Signora del Carmine a Genova.

Un prezioso documento

L’opera di Savona risulta anche un prezioso documento perché rappresenta l’idea iniziale di un dipinto poi realizzato con qualche differenza e maggiori dimensioni; la sua rarità e bellezza si compongono in una sconfinata spazialità atmosferica con luce proveniente dall’alto contrapposta ai riflessi delle fiamme del Purgatorio provenienti dal basso e ai colori della veste della Vergine.

Nella trasposizione dall’idea iniziale alla rappresentazione per la pala d’altare di Genova, il pittore dovette, su insistenza della committenza, mettere ben in evidenza la colonna purpurea che si erge dalle fiamme del Purgatorio fino all’Eucaristia, colonna simbolo della Compagnia di Carità per le Anime Purganti.

Sulla base di più recenti studi condotti da Giacomo Montanari nel 2014 è risultato che altre versioni dell’opera sono presenti anche in collezioni genovesi e che il dipinto considerato potrebbe essere, oltre che un bozzetto, una replica devozionale per committenza privata, visto il successo della particolare iconografia; incisioni relative sono infatti anche presenti nei volumi di Anton Giulio Brignole Sale e Andrea Leveratto, sempre inerenti le tematiche della Compagnia della Colonna.

Giovanni Andrea De Ferrari
Libro delle Regole della Compagnia della Colonna, Frontespizio, Genova 1736. Fonte academia.edu

L’opera della Pinacoteca di Savona è ammirevole per la notevole spontaneità della concezione originaria del pittore, che fu un grande maestro del Barocco e che formò importanti artisti liguri tra i quali il Grechetto (1610-1716), Giovanni Battista Merano (1632-1698) e Valerio Castello (1624-1659).

Immagine di copertina:
Madonna e anime purganti, Giovanni Andrea De Ferrari, 1620. Fonte Wikicommons


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