Genova è prima in Italia, per davvero, ma in una classifica che non diresti mai: quale? Genova è stata la prima città in Italia ad applicare il mentoring su minori non accompagnati e giovani nel mondo.
Con “mentoring”, traducibile anche come “tutela sociale”, l’associazione Defense for Children, che in Italia ha due sedi, una a Roma e l’altra proprio a Genova – tra i colori delle case e delle piante di Piazza Don Gallo, in primo piano nella home page del sito – , intende il metodo di svolgimento di percorsi di accompagnamento che maggiorenni volontari offrono a minorenni stranieri non accompagnati e giovani migranti (ex minorenni non accompagnati tra i 18 e i 21 anni) verso la transizione alla maggiore età.
Questo modello di cittadinanza attiva e volontaria oggi, anche a livello internazionale, è indicata come una priorità ricevendo infatti un co-finanziamento dall’Unione Europea già tramite il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI, 2014-2020).
Progetto RoAD
Il progetto “RoAD – La strada verso l’età adulta: Percorsi di cittadinanza attiva e accompagnamento verso l’età adulta” è un’iniziativa condotta infatti non solo in Italia, ma anche in Grecia, Spagna (Catalogna) e Paesi Bassi, e che Defence for Children ha appena presentato al settimo European Migration Forum, cioè la piattaforma europea di dialogo su migrazione, asilo e integrazione delle persone migranti.
Proprio nello stesso periodo il progetto è stato presentato anche in Consiglio Comunale a Genova.
“Diventa il mentore che avresti voluto avere” è l’efficace slogan scelto per lanciare il corso di formazione per coloro che nutrono l’ambizione di accompagnare un giovane dal mondo verso l’età adulta, e si svolgerà in tre sessioni: le prime due si sono già svolte, sabato 26 novembre (9.30 – 17.30) e domenica 27 novembre 9.30 – 17.30, e infine la terza sarà lunedì 12 dicembre (17.30 – 19.30) per un approfondimento legale, sempre in Piazza Don Gallo.
Ci si può iscrivere compilando il modulo qui consultabile oppure scrivendo una mail a info@defenceforchildren.it.
Il percorso proposto non è l’unico né l’ultimo:
È l’occasione per avvicinarsi con curiosità alla Associazione e al mentoring, chiedere informazioni ulteriori e vedere se fa per sè, così poi da iscriversi all’intero percorso non appena sarà nuovamente proposto.
Ciò che è richiesto è essere cittadine e cittadini oltre i 30 anni che abbiano voglia, tempo e modo di diventare tutori o mentori a titolo volontario, per accompagnare il percorso di emancipazione e rafforzamento delle competenze sociali, emozionali, formative e professionali di una giovane persona migrante o di un minore non accompagnato.
Nella vita di ciascuna e ciascuno di noi abbiamo sicuramente incontrato persone che hanno avuto un ruolo importante nella nostra crescita e formazione.
Hai mai pensato che anche tu potresti essere un buon punto di riferimento per qualcuna o qualcuno?
Potresti contribuire al cambiamento della vita di una persona minorenne o neomaggiorenne attraverso la tua presenza e partecipazione.
Tante persone minorenni, disorientate e spaesate, senza certezze né appoggi, si trovano sole nel territorio, senza genitori o adulti di riferimento. Questo aggrava le loro difficoltà e mette in rischio i loro diritti.
Inoltre esiste una discriminazione strutturale a cui vengono sottoposti i minori stranieri: sono infantilizzati o adultizzati ma mai ascoltati.
Il nuovo Rapporto di Defence for Children Italia rappresenta una guida pratica per le istituzioni e per chi volesse approcciare il tema, con più consapevolezza e serietà dei talk show in tv e nelle discussione sui social, perché anche a Genova la situazione è ben lungi dall’essere ottimale.
«I servizi e le istituzioni del territorio di Genova e della Liguria sono ancora molto distanti dagli standard previsti” — ha affermato Pippo Costella, direttore di Defence for Children International, a Genova24 lo scorso giugno — i ragazzi che sono giunti nella nostra città vivono una strutturale situazione di precarietà che accentua la loro condizione di vulnerabilità rendendo difficili i percorsi di accoglienza e integrazione previsti dalla Legge Zampa che ormai ha cinque anni».
Della realtà di Genova, dei giovani migranti e della concreta attuazione del percorso di mentoring nella nostra città ha dato ottimamente conto la giornalista Erica Manna in due pezzi usciti recentemente: a luglio su La Repubblica e a ottobre su L’Espresso settimanale.
Dopo la frequenza del corso di formazione, obbligatorio e necessario poiché fornisce le competenze e le conoscenze necessarie per affrontare l’esperienza, ci sarà un processo di abbinamento tra mentore e giovane, effettuato da Defence for Children Italia a seguito di una serie di informazioni raccolte nell’ambito del corso stesso nonché in successivi colloqui informativi, ed anche la/il giovane migrante dovrà aderire volontariamente al progetto di mentoring attraverso la sottoscrizione di un impegno formale.
Il percorso di mentoring ha una durata minima di otto mesi durante i quali il rapporto si potrà consolidare arrivando auspicabilmente a diventare continuativo nel tempo.
Durante questo lasso di tempo il mentore e la/il giovane potranno contare sull’assistenza e sul supporto tecnico di Defence for Children, il cui intento è facilitare l’incontro fra queste due persone e assicurare che lo sviluppo del rapporto sia costruttivo e positivo per entrambe.
In particolare, si intende operare affinché la persona giovane possa raggiungere gli obiettivi del piano individualizzato che verrà stabilito insieme, ed è quindi fondamentale il coordinamento con il mentore per garantire la coerenza del processo.
Dopo i sei mesi sarà svolta una valutazione congiunta del percorso, per comprendere se interrompere il rapporto di mentoring con il giovane o se invece continuarlo, e in tal caso se supportato da Defence for Children Italia oppure in autonomia.
Re-Generations
Il progetto di mentoring è una iniziativa ormai consolidata, da tre anni attiva a Genova, di cui viene datto annualmente conto in giornate appositamente dedicate con tanto di documentario dal titolo “Re-Generations”, ed è svolto nel pieno rispetto ed anzi lodevole attuazione della legge italiana.
Si applicano le norme della legge 7 aprile 2017, n. 47 “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati” e successive integrazioni e modifiche nonché gli artt. 343 e seguenti del Codice Civile. Chi si presta a svolgere la figura di mentore è una persona adulta “di ineccepibile condotta”, cioè persona moralmente affidabile e responsabile, e in grado di “educare ed istruire il minore”, esercitando il suo ruolo a titolo volontario e gratuito. La legge infine prevede che sia possibile assumere la tutela di più minorenni, fino a un massimo di tre.
Immagine di copertina:
Locandina del progetto “RoAD”. Fonte Defence For Children
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