Piazza Magari è il luogo della fantasia, della curiosità e della meraviglia. È nata da un’idea di quel fenomeno di Leo, che ha aiutato la mamma Milena a concepire e realizzare uno spazio dedicato alla condivisione e alla creazione collettiva: un vero e proprio salotto con poltrone, credenza, scaffali pieni di libri, quadri, strumenti musicali, materiali di recupero usati come espositori, luci soffuse. Questo salotto, dall’atmosfera tanto familiare quanto sorprendente, è il cuore del progetto culturale di Milena Antonucci, la one-woman-band dietro a Librìdo: una casa editrice che è anche un bar che è anche una biblioteca che è anche una sala per eventi.
Insomma, un luogo di incontro di persone, menti, parole, sensibilità differenti.
C’è tutto della proprietaria in questa nuova attività, sorta in Santa Brigida grazie a un bando comunale di riqualificazione della zona di Pré. Dopo studi letterari a Padova, anni passati dietro al bancone, stagioni dedicate al teatro sperimentale con Tam Teatro e chilometri di pagine scritte sia in veste di autrice sia di traduttrice, finalmente Milena è approdata nel centro storico con una proposta che va oltre la somministrazione univoca di informazioni a un pubblico più o meno affamato, con un’idea di cultura che fa della cooperazione il senso ultimo, nonché l’unico mezzo, per salvarci insieme dalle brutture di questo tempo.
Allora, vediamo come funziona
Si fa una bella passeggiata fino ai Truogoli, si entra nella caffetteria, magari si ordina qualcosa di buono (lo zabaione fatto al momento, un bicchiere dal menù della spritzeria o anche un semplice caffè), ci si siede e si legge uno dei libri della biblioteca; o si fa un po’ di buona conversazione; insomma, ci si conosce e ci si scambia idee, pensieri, opinioni.
I libri a disposizione provengono dalla collezione personale di Milena, che raccoglie testi di letteratura, filosofia, arte, musica, teatro da quando aveva nove anni. Il catalogo, redatto in ordine alfabetico per autore, è accessibile tramite un QR code apposto accanto agli scaffali. L’unica possibilità di portarsi un volume a casa propria, però, è adottare un libro dallo scatolone all’ingresso, in cambio del quale sarebbe molto carino lasciare un’offerta volontaria o un altro titolo.
Il tentativo di Milena è di trovare un interstizio nelle pieghe del mercato culturale così come lo conosciamo e lavorare in funzione del valore simbolico e sociale dello scambio di idee e della relazione interpersonale, più che della mercificazione del testo.
Librìdo è una casa editrice concepita per accogliere scrittrici e scrittori, come una vera casa dovrebbe fare, pensando alle edizioni in modo collaborativo e favorendo esperimenti di scrittura, anche a più mani, anche tenendo insieme discipline differenti, come il teatro, le immagini, la musica. Per favorire l’incontro, alla casa editrice Librìdo è stato cucito addosso il vestito della biblioteca e del bar, pur correndo il rischio di mascherare l’attività editoriale, ma salvaguardando sempre e comunque l’impegno sociale e artistico.
Su questo ultimo punto, gli eventi saranno – quando si potranno riprendere! – una delle modalità per corroborare la trasversalità degli interessi librìdici, dal cabaret ai reading, dalla poesia alle presentazioni di libri, dalle conferenze ai concerti, tutto passerà per un principio di compartecipazione, di modo che ogni partecipante possa contribuire a creare e diffondere cultura e bellezza.
Per ora, Milena ha pensato di favorire la circolazione di opere d’arte all’interno del suo locale, specificando sulle didascalie anche il contatto dell’artista, in modo che chiunque possa liberamente acquistare i lavori senza passare per intermediari.
L’intero progetto è descritto nel Manifesto della Librìdo, che potrete leggere per esteso presso Librìdo:
“Sono uno strumento di passaggio, che diffonde una voce.
La voce di tutti quelli che si sentono vinti, eppure non cedono, la voce di chi si scopre affamato di umanità, di bellezza, di creatività, ma si trova come sedato e disumanizzato dal sistema, la voce di chi ha avuto la capacità di scuoterci in passato con le sue dosate parole, reattive, che muovono me a mantener viva la memoria della loro voce. Perché ancora ci sia un orecchio attento, consapevole del suo essere determinante. Perché si riacquisti la dignità del nostro pensiero, del nostro intento, del nostro davvero libero arbitrio.”
Buona Librìdo a tutt*!
Immagine di copertina:
Ingresso del centro culturale Librìdo. Foto di Corinna T.
Scrivi all’Autorə
Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.