Armi di comunicazione di massa: tecniche di comunicazione, strategie di manipolazione e guida alla sopravvivenza alla propaganda del Centrodestra.

Armi di comunicazione di massa

Tecniche di comunicazione, strategie di manipolazione e guida alla sopravvivenza alla propaganda del Centrodestra.
21 Marzo 2025
8 min
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La politica non è solo un confronto di idee, ma spesso una battaglia per il controllo della narrazione. Nei dibattiti pubblici, nei talk show, sui social e persino nelle dichiarazioni istituzionali, alcuni attori politici non si limitano a difendere le proprie posizioni, ma attaccano sistematicamente gli avversari con tecniche comunicative che vanno oltre il confronto democratico.

Dall’attacco personale alla disinformazione, dal flooding sui social alla costruzione artificiale di scandali, queste strategie servono a screditare, confondere e polarizzare l’opinione pubblica. 

In Italia, il centrodestra ha spesso dimostrato una spregiudicata padronanza di questi metodi, mettendo in secondo piano i contenuti per puntare sulla propaganda aggressiva. E con l’avvicinarsi delle elezioni comunali di Genova, questo arsenale comunicativo è già in movimento.

Fake news e insinuazioni stanno infatti già emergendo nel dibattito politico locale, trasformando la competizione elettorale in una guerra di propaganda.

Strategie di delegittimazione pronte a colpire, narrazioni studiate ad arte per distogliere l’attenzione dalle criticità amministrative degli ultimi anni e per minare la credibilità degli avversari politici

Genova è infatti diventata un laboratorio politico per il centrodestra, che ha costruito il proprio consenso attraverso una comunicazione studiata nei dettagli.

Questa campagna elettorale sarà un banco di prova per capire fino a che punto si spingeranno le tattiche di propaganda e se i cittadini sapranno riconoscerle e contrastarle.

L’obiettivo di questa analisi è offrire strumenti critici per decifrare il flusso di informazioni che accompagnerà le settimane prima del voto, smascherando le strategie più insidiose e riportando al centro il valore di un confronto politico basato sulla realtà, e non sulla manipolazione della percezione pubblica.

Tecniche di comunicazione e manipolazione

La tabella seguente riassume le principali tecniche di comunicazione utilizzate per manipolare il dibattito pubblico e orientare la percezione collettiva. 

Dall’alterazione del contesto narrativo alla sovraesposizione mediatica di contenuti mirati, queste strategie operano su diversi livelli, sfruttando bias cognitivi, dinamiche sociali e il funzionamento degli algoritmi digitali. 

Ogni tecnica ha un obiettivo specifico: screditare un avversario, distogliere l’attenzione da un tema scomodo, polarizzare il dibattito o rafforzare una determinata narrazione.

Analizziamo nel dettaglio alcune di queste tattiche, con esempi concreti che ne evidenziano l’impatto e l’applicazione nella campagna elettorale genovese.

Attacco personale – Ad Hominem

L’attacco ad hominem è una strategia comunicativa che sposta il focus dal contenuto di un’argomentazione alla persona che la esprime, con l’obiettivo di screditarla e indebolire la sua credibilità. 

Questo avviene attraverso critiche personali, insinuazioni, riferimenti al passato o alla vita privata, spesso scollegati dal dibattito in corso.

È una tecnica efficace perché sfrutta bias cognitivi e pregiudizi per influenzare l’opinione pubblica. 

Nei contesti politici, viene utilizzata per delegittimare un avversario senza dover confutare direttamente le sue idee. Se ripetuta e amplificata dai media o dai social, infatti, può minare la reputazione di una figura pubblica e distogliere l’attenzione dai temi reali.

Fake News 

Le fake news – ormai di moda da più di qualche anno – sono notizie false, distorte o ingannevoli diffuse con l’intento di manipolare l’opinione pubblica, generare indignazione o rafforzare una narrazione politica. 

Possono assumere diverse forme, dalla totale invenzione di eventi inesistenti alla distorsione di fatti reali attraverso titoli sensazionalistici o decontestualizzati.  

Disinformation e Misinformation

La disinformation è una strategia più ampia e strutturata, che include non solo le fake news, ma anche mezze verità, omissioni e manipolazioni narrative pianificate per influenzare il dibattito pubblico.

A differenza della misinformation, che si basa sulla diffusione involontaria di informazioni errate, la disinformation è deliberata e spesso amplificata da media compiacenti o reti coordinate sui social.

Un esempio?

Le insinuazioni sull’avversaria politica Silvia Salis da parte del Sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi e dal Governatore della Liguria Marco Bucci.

Tecniche di comunicazione, strategie di manipolazione e guida alla sopravvivenza alla propaganda del Centrodestra.
Fonte Genova24

Flooding e sovraccarico informativo

Il flooding è la strategia di inondare il dibattito pubblico con un’enorme quantità di contenuti, rendendo difficile distinguere le informazioni vere da quelle false o irrilevanti. 

Questa tecnica può essere usata per coprire uno scandalo, distogliere l’attenzione da un tema scomodo o semplicemente creare confusione e polarizzazione. 

Sui social network, il flooding viene spesso amplificato da bot, troll o reti coordinate che diffondono ripetutamente le stesse narrazioni fino a renderle dominanti nel discorso pubblico.

Victim Playing

Il victim playing è una strategia in cui un individuo o un gruppo si presenta deliberatamente come vittima, spesso in modo esagerato o ingannevole, per ottenere simpatia, protezione o vantaggi politici e sociali. 

Questa tattica viene usata per deviare l’attenzione dalle proprie responsabilità, screditare avversari o giustificare azioni controverse

In ambito politico, è frequente vedere leader o partiti che si dipingono come bersagli di complotti, censure o persecuzioni, anche quando le critiche ricevute sono legittime. 

Il victim playing è particolarmente efficace nei contesti polarizzati, poiché rafforza il senso di appartenenza di una comunità e alimenta la sfiducia verso istituzioni o media.

L’esempio più lampante? 

Il vittimismo e il complottismo del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, volto a screditare i media e la Magistratura.

Lo racconta bene Il Sole 24 ORE, commentando il caso Almasri.

Astroturfing e consenso artificiale

L’astroturfing è una tecnica che mira a creare l’illusione di un ampio consenso popolare su un tema, quando in realtà è il risultato di una strategia organizzata. 

Attraverso commenti sui social, account falsi o il coinvolgimento di influencer e media compiacenti, si costruisce artificialmente l’idea che un’opinione sia maggioritaria o spontanea. 

Questo meccanismo sfrutta la tendenza delle persone a adeguarsi alla maggioranza percepita, influenzando il dibattito politico e rafforzando narrazioni favorevoli a chi ne fa uso.

Cherry picking e selezione mirata dei dati

Il cherry picking è una tecnica di manipolazione dell’informazione che consiste nel selezionare esclusivamente i dati o le dichiarazioni che supportano una determinata tesi, ignorando quelli che la smentiscono o la contestualizzano. 

Questo metodo è particolarmente efficace perché sfrutta il principio di conferma delle persone, che tendono a credere più facilmente alle informazioni che rafforzano le loro convinzioni preesistenti. 

In politica, il cherry picking viene usato per creare narrazioni distorte su risultati economici, criminalità, immigrazione o qualsiasi altro tema controverso, omettendo volutamente aspetti che offrirebbero un quadro più equilibrato.

Framing, name-calling e manipolazione narrativa

Il framing è la tecnica con cui un’informazione viene presentata in modo da orientare la percezione del pubblico. 

Non si tratta solo di cosa si dice, ma di come lo si dice: l’enfasi su alcuni dettagli e l’omissione di altri può alterare profondamente la comprensione di un evento. 

Attraverso questa strategia, i media o i politici possono costruire una realtà alternativa in cui i fatti assumono significati diversi a seconda della narrazione dominante. 

Il framing è particolarmente efficace perché sfrutta il modo in cui il cervello umano elabora le informazioni e prende decisioni.

Primocanale, emittente televisiva ligure da sempre megafono del Centrodestra, ha più volte dimostrato l’utilizzo di questa tecnica.

Recentemente, presentando in questo modo i risultati di un sondaggio:

In passato, commentando il Tricapodanno genovese in questo modo a dir poco vergognoso, come ho già raccontato in questo articolo su wall:out:

Name calling

Il name calling è una tecnica retorica e propagandistica che consiste nell’attribuire etichette dispregiative a un avversario per screditarlo senza entrare nel merito delle sue idee o argomentazioni. 

Questo metodo sfrutta pregiudizi e reazioni emotive, inducendo il pubblico a respingere una persona o un gruppo sulla base di un semplice appellativo negativo, piuttosto che di un’analisi razionale. 

In politica, è spesso usato per ridicolizzare oppositori, polarizzare il dibattito e creare nemici immaginari, rendendo più difficile un confronto basato sui fatti. 

Un esempio emblematico di name calling in politica italiana è l’espressione i signori del no, spesso utilizzata dal centrodestra per etichettare il centrosinistra. 

Questo slogan mira a dipingere gli avversari come oppositori pregiudiziali di qualsiasi riforma o progetto, enfatizzando un atteggiamento di immobilismo e resistenza al cambiamento. 

L’uso di questa formula retorica semplifica il dibattito pubblico, riducendo posizioni articolate a una mera etichetta negativa, e rafforza la narrazione secondo cui il centrodestra sarebbe promotore di progresso, mentre il centrosinistra sarebbe un ostacolo allo sviluppo.

Una vera e propria cazzata, insomma.

Doubt Strategy

La doubt strategy è una tecnica comunicativa basata sull’insinuare dubbi anche su fatti consolidati, creando incertezza e minando la fiducia nell’avversario politico, nei media o persino nelle istituzioni. 

Questa tattica è spesso usata quando non si può smentire direttamente un’informazione, ma la si può relativizzare o mettere in discussione, spingendo l’opinione pubblica a credere che “la verità sia più complessa” o che “non ci siano certezze assolute”.

Gish gallop e dibattito caotico

La tecnica del Gish gallop consiste nel sommergere l’avversario con una quantità enorme di argomenti, spesso deboli o falsi, in un breve lasso di tempo, rendendo impossibile rispondere a tutti in modo efficace. 

Nei dibattiti politici, questa tattica serve a disorientare il pubblico e a creare l’impressione che l’interlocutore non sia in grado di replicare, anche se i suoi argomenti sono validi. 

È un metodo particolarmente efficace nei talk show o nei contesti in cui il tempo per rispondere è limitato.

Scandali costruiti e weaponized controversy

La creazione artificiale di scandali è una strategia che consiste nel montare polemiche su basi deboli o inesistenti per colpire un avversario politico. 

Questo può avvenire decontestualizzando dichiarazioni, diffondendo voci non verificate o esagerando piccoli episodi fino a renderli un caso mediatico. 

Il concetto di “weaponized controversy” indica proprio l’uso strategico della controversia come arma politica, con il doppio obiettivo di screditare il bersaglio e di distogliere l’attenzione da altre questioni.

Gaslighting politico e riscrittura della realtà

Il gaslighting politico è una forma di manipolazione psicologica in cui chi detiene il potere nega fatti evidenti o li distorce per far dubitare il pubblico della propria percezione della realtà. 

Questa tecnica viene spesso usata per riscrivere la narrazione su eventi passati, negare responsabilità o rigettare accuse scomode. 

Il risultato è una progressiva erosione della fiducia nelle fonti di informazione indipendenti e nella capacità collettiva di discernere la verità.

Whataboutism e distrazione strategica

Il whataboutism è una tattica che consiste nel rispondere a una critica non affrontandola direttamente, ma deviando l’attenzione su un’altra questione, spesso con un confronto iperbolico o fuori contesto. 

In politica, questa tecnica è usata per evitare di rispondere a domande scomode, spostando il focus su errori, reali o presunti, commessi dagli avversari. 

È una strategia efficace perché impedisce un confronto razionale e costringe il dibattito in una logica di contrapposizione continua.

Quando lo abbiamo visto?

Recentemente alla Camera, con Daniela Santanchè intenta a difendersi.

Censura mascherata e limitazione del dibattito

Non sempre la manipolazione dell’informazione avviene attraverso la diffusione di contenuti falsi: a volte si basa sull’eliminazione di quelli scomodi

La censura mascherata è una strategia che limita il dibattito pubblico attraverso la riduzione della visibilità di certi temi, l’oscuramento di contenuti critici o la delegittimazione di chi solleva questioni scomode. 

Questo può avvenire attraverso il controllo dei media, pressioni su giornalisti o algoritmi che penalizzano certe narrazioni, restringendo così il perimetro della discussione pubblica.

Siete pronti alla guerra dell’informazione?

La propaganda non è un effetto collaterale della politica, ma una sua arma strategica. 

Ogni fake news condivisa, ogni attacco personale rilanciato, ogni narrazione distorta che prende piede non è un caso, ma il risultato di una macchina ben oliata, progettata per alterare la percezione della realtà e per farvi votare con la pancia, anziché con la testa.  

A Genova, come nel resto d’Italia, questa macchina è già in azione: sta a voi decidere se subirla passivamente o smontarla pezzo per pezzo.

Ignorare le manipolazioni non le farà scomparire, così come credere ingenuamente che il dibattito pubblico sia ancora basato sulla trasparenza e sul confronto leale.  

La domanda, quindi, non è se la propaganda ci sarà, ma se sarete in grado di riconoscerla e combatterla. 

Abbiamo gli strumenti per farlo. 
La verità è ancora un’opzione. 
Ma per quanto?

Immagine di copertina:
Immagine generata con AI


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Classe 1995, laureato magistrale in Data Science and Engineering presso l’Università degli Studi di Genova. Iscritto all’Ordine degli Ingegneri di Genova e parte attiva della Commissione Comunicazione e Stampa. Consulente professionale in ambito tecnologico, marketing e compliance al fianco di startup, PMI e società corporate. Presidente e Direttore Esecutivo di The Black Bag APS.

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