Mai quanto nei due mesi di lockdown ci siamo resi conto di quanto la nostra casa sia davvero fondamentale per ognuno di noi. Nella vita pre-covid non ce ne preoccupavamo molto. Per molti di noi la casa costituiva il luogo nel quale dormivamo e raramente mangiavamo. Nel giro di pochi giorni, però, la casa è diventata il centro della nostra vita quotidiana. Non solo il luogo di lavoro, con il tanto citato smartworking, o forse meglio dire “telelavoro”, ma anche palestra, luogo di svago, ristorante.
Le mura racchiudevano al loro interno tutte quelle attività che effettivamente, fino a quel momento, erano la causa della nostra risicata relazione con la nostra dimora.
Per ognuno di noi la casa rappresenta qualcosa di diverso: alcuni la usano appunto come “appoggio” per ciò che si svolge prevalentemente al di fuori, una sorta di motel; alcuni vivono ancora con i genitori e magari se la sentono stretta; altri a malapena hanno un tetto sotto il quale cercare qualsiasi tipo di rifugio. Insomma, i più fortunati sono stati sicuramente i proprietari di case con giardino o con almeno un bel terrazzo dal quale prendersi qualche boccata d’aria fresca.
Questa forzata reclusione ci ha indubbiamente permesso di riflettere su quanto sia importante prenderci cura del luogo dove viviamo. Non è un caso che, non appena terminato il lockdown, le Ikea di tutta Italia siano state prese d’assalto. E per quanto la voglia di uscire abbia fatto da padrona, certamente siamo stati invogliati a rendere i nostri appartamenti più accoglienti di quanto non fossero prima.
Ridisegnare l’arredamento per sentirsi a proprio agio nel luogo che, in ogni caso, rimane apparentemente il più sicuro anche nella fase nella quale ci troviamo ora.
È in questo contesto che si inserisce un rinnovato interesse per le piante e per il verde. Devo dire che già negli ultimi anni si percepiva un maggiore interesse nei confronti di questi temi, dettato anche da politiche volte alla sensibilizzazione dell’ambiente. Sicuramente la situazione che ci siamo trovati a dover vivere per due mesi ha contribuito ad aumentare la nostra voglia e necessità di verde, soprattutto per coloro che non hanno un giardino.
Diverse ricerche, tra l’altro, hanno dimostrato che il verde ha diverse conseguenze positive sulla nostra mente e sul nostro corpo. È più di tutti il colore che rappresenta il benessere e, tra le altre cose, contribuisce a benefici su difficoltà respiratorie, disturbi del cuore, gastrite, intossicazione, ipertensione, ipertiroidismo, postumi di interventi chirurgici, stanchezza oculare, stress, bulimia, ipereccitabilità, paranoia, nervosismo.
Ma come scegliere quali sono le piante migliori per le nostre case? E dove metterle? Come curarle al meglio?
Ci pensa Goji Design.
Daniele Balbiano e Michael Cartura nel 2018 decidono di fondare questo progetto partendo dall’idea di realizzare prodotti sostenibili e di recupero. Michael mi racconta che fin dalla tenera età ha avuto modo di confrontarsi con il verde. Aiutava sua nonna in giardino, spesso maneggiando diversi tipi di piante. Crescendo capisce di avere una vera e propria passione, e le passioni contemporanee non sono più percepite come capricci adolescenziali, bensì, in moltissimi casi fortunati, si ritrovano a prendere vita in vere e proprie professionalità.
È proprio il caso di Goji, che nasce spontaneamente tra Michael, appassionato, grande lettore e studioso del verde, e Daniele, architetto urbanista.
Alla base dell’approccio di Goji sta la condivisione. E si percepisce alla perfezione soprattutto dal principale mezzo utilizzato per la comunicazione: Instagram. Questo social network si rivela quanto mai azzeccato per i contenuti da veicolare e soprattutto per queste modalità di condivisione tanto care a Micheal e Daniele.
Attraverso diverse storie giornaliere Micheal ci parla, ci racconta e ci spiega, con quel sorriso abbagliante e genuino. Nei post vediamo tanto verde, tantissima creatività e molti consigli semplici da seguire.
Tra l’altro Goji organizza diversi corsi, l’aspetto educativo è davvero fondamentale, soprattutto considerando che non esiste un vero e proprio percorso formativo da intraprendere per questo tipo di professionalità. Oltre all’organizzazione di corsi Goji si occupa anche di stilare delle guide dedicate a diversi temi.
I prodotti principali di Goji sono:
- Tillandsie: piante in grado di trarre nutrimenti e acqua direttamente dall’aria, che mantengono sempre pulita. Sono provenienti da Madagascar, Inghilterra, Italia, Giappone, e prendono vita anche nei terrari
- Kokedama: significa “palla di muschio”. Si tratta di un antico metodo di coltivazione giapponese
- Terrari: affascinanti minimondi sottovetro con elementi vegetali e microorganismi che contribuiscono a creare un vero e proprio habitat naturale. Una sorta di biosfera di Renzo Piano in miniatura.
Ma i servizi non finiscono qui: fondamentale, mi spiega Michael, è il servizio di consulenza e creazione di veri e propri allestimenti interni ed esterni, sia di privati che di ristoranti o aziende che sempre più spesso sono interessate a rendere accoglienti i propri ambienti per la propria mente e per il proprio corpo.
In ultimo, rispettando ancora una volta il sentimento della condivisione, Goji collabora e sostiene costantemente moltissime realtà genovesi.
Insomma, Goji è un bellissimo esempio di come passione e creatività riescano a creare qualcosa di nuovo, di utile e benefico per la nostra vita quotidiana.
Immagine di copertina:
Terrario. Foto dal canale canale Instagram di Goji Design
Scrivi all’Autorə
Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.