La sostenibilità ambientale è sempre di più al centro dell’attenzione nei contesti aziendali. L’impegno nel raggiungimento di un’alta qualità ecologica dei servizi è un passo fondamentale per trasformare le imprese, in imprese più sostenibili.
Per il settore privato essere sostenibile non deve significare solo avere come unico obiettivo la riduzione dell’impatto sul pianeta, ma deve anche essere in grado di garantire benessere sociale ed economico dei propri dipendenti.
Essere sensibili a temi come il cambiamento climatico significa soprattutto focalizzare i propri sforzi sulla risoluzione dei problemi a lungo termine. È questo tipo di visione che, attraverso progetti specifici ed azioni mirate, permette di creare le condizioni e le soluzioni ecosostenibili per l’attività.
Quando un’azienda può essere considerata veramente sostenibile?
Il concetto di sostenibilità è entrato a far parte dell’economia e dell’impresa: si parla infatti di sostenibilità d’impresa o Corporate Sustainability.
Le imprese sostenibili includono nelle proprie scelte aziendali, nella strategia, nel marketing, comportamenti ambientali e sociali virtuosi. Essere un’azienda sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale genera profitto: i consumatori, con la sensibilità odierna, preferiranno l’azienda sostenibile ad altre realtà che non ne tengono conto. Questo non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale ed internazionale: grazie al web ed ai veloci mezzi di comunicazione, i comportamenti aziendali, le certificazioni ed i fornitori sono visibili con un click in tutto il mondo.
I principali obiettivi di tali aziende sono molteplici: produrre meno rifiuti, utilizzare materie prime di qualità o derivate da riciclo, utilizzare fonti energetiche per l’intero ciclo di produzione dei prodotti e, inoltre, porre attenzione all’imballaggio ed al trasporto del prodotto.
Se il tema ambientale è sicuramente il topic principale, anche la sostenibilità sociale ricopre un ruolo altrettanto protagonista per il raggiungimento di alcuni importanti obiettivi. Tra questi troviamo: equità sociale ed equità salariale.
Occorre quindi partire dall’individuo, realizzare i principi generali dettati dai trattati internazionali sui diritti umani ed intraprendere azioni utili per affermare i diritti economici, sociali, politici e culturali non solo dei dipendenti, ma anche delle persone che abitano in prossimità di alcune attività. L’attenzione alla sostenibilità sociale (che include le azioni realizzate per il benessere lavorativo e la sicurezza) e ambientale (azioni per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività) ha assunto intensità diverse nel corso di questi anni.
Nel complesso, l’ISTAT ha rilevato che l’84,3% delle imprese ha portato a termine almeno una azione di sostenibilità sociale e il 75,8% ha realizzato almeno una azione di sostenibilità ambientale.
Tuttavia, analizzando il dettaglio per numero di azioni, le imprese dedicano maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale rispetto a quella sociale: il 10,3% ha realizzato più di 10 azioni di sostenibilità ambientale, il 2,7% ne ha compiute più di 10 e il 50,4% solo una.
Quando parliamo di Sostenibilità nel business si intende quindi l’acquisizione di un approccio olistico in cui ogni entità (leader, impiegati, dipartimenti, prodotti, clienti ed azionisti) fa parte di un sistema più grande.
Infatti, la sostenibilità è un concetto comunitario che ha come obiettivo il miglioramento delle nostre condizioni sociali e di benessere, proiettando i comportamenti di oggi sull’impatto di domani.
I consigli di Zena Verde
Happily Srl – società benefit intervista a Giulia Galluzzo, Responsabile progetto Sostenibilità Bee Happily
Happily Srl è una società benefit genovese nata con lo scopo principale di sviluppare piani di Welfare Aziendale e progetti di benessere organizzativo.
Happily si differenzia dai competitor poiché ha sviluppato il proprio modello di business sul concetto di Welfare territoriale, individuando in tale strumento una soluzione per lo sviluppo sostenibile dei territori e delle comunità.
Cosa spinge un’impresa a intraprendere un percorso verso la sostenibilità?
Esistono diversi approcci da parte delle imprese nei confronti della sostenibilità: ci sono aziende sensibili che si approcciano al tema e iniziano a intraprendere un percorso sostenibile perché vogliono dare “valore” e un nuovo significato al proprio operato; altre aziende decidono di integrare tali politiche perché ricevono pressioni dagli stakeholder o perché vogliono cavalcare il trend e aumentare la propria brand reputation; altre ancora, invece, cercano di migliorare perché riconoscono l’importanza di tali temi e vogliono offrire prodotti/servizi sostenibili per garantire una qualità di vita migliore, cambiando abitudini e comportamenti.
Quali sono i principali benefici nel breve e lungo periodo?
Iniziare una transizione verso la sostenibilità, secondo moltissimi dati, consultabili su internet da fonti affidabili, dimostrano che ha vantaggi enormi a livello di business. Tale approccio, infatti, incrementa la produttività dei collaboratori che si riflette inevitabilmente sul bilancio aziendale.
Altri benefici che possono avere le aziende che iniziano questo percorso sono: l’ingresso in settori a valenza sociale o ambientale, fidelizzazione clienti «responsabili», inserimento (o permanenza) in filiere produttive, aumento quota di mercato, migliore immagine e reputazione aziendale.
Nel lungo periodo, inoltre, la sostenibilità permette di ridurre alcuni costi aziendali, per esempio se si decidesse di eliminare l’uso della carta stampata, si ridurrebbe anche il costo dell’acquisto delle risme, dei toner e della stampante.
Che ruolo ha il consumatore sulle realtà sostenibili?
Il consumatore è uno dei principali driver dello sviluppo sostenibile; infatti, oggi sono sempre più attenti ai prodotti e ai servizi che acquistano.
Tale atteggiamento è soprattutto riscontrabile nelle generazioni più giovani, come Millennials e Gen Z, negli ultimi anni sono aumentate le manifestazioni contro i cambiamenti climatici e, di conseguenza, la consapevolezza su queste tematiche che traina ogni giorno le scelte dei consumatori.
L’aumento di richiesta di tali prodotti ha sicuramente spinto alcune aziende a ripensare a ciò che rilascia sul mercato, modificandoli in ottica sostenibile e d’impatto positivo.
Sappiamo benissimo che piccoli gesti compiuti da tutti hanno il potere di cambiare le cose: quali consigli dareste alle aziende e ai consumatori per iniziare il percorso verso una società più sostenibile?
Il primo passo per un’azienda è capire quello che già si sta facendo, attraverso un’analisi interna bisogna comprendere se ci sono delle azioni quotidiane e spontanee che possono essere “catalogate” come sostenibili.
Il secondo passo è iniziare a informarsi e formarsi sulla sostenibilità, cercare di evidenziare i propri limiti e selezionare i punti sui quali voler andare a lavorare per migliorare. È importante ricordarsi sempre che la sostenibilità non è solo ambientale, ma anche sociale ed economica e quindi agire anche su queste due categorie.
Dopo ciò, bisogna passare all’azione, scegliere delle piccole attività sulle quali iniziare a lavorare, il cambiamento deve essere graduale, ma convinto. In questa fase è fondamentale coinvolgere tutte le persone all’interno dell’impresa affinché tutti sappiano gli obiettivi per poter condividere le azioni e i valori, da portarsi “a casa” come cittadini e consumatori. Inoltre, è giusto ascoltare anche le opinioni negative e comprenderne il perché per lavorare insieme sulla consapevolezza di tutti.
Oltre alle persone interne poi è necessario coinvolgere anche fornitori e clienti, con azioni congiunte e comunicazioni attraverso i canali ufficiali dell’azienda.
Immagine di copertina:
Foto di Copernico
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