Genova è uno stato d’animo di radici invisibili che annodano il cuore a luoghi impervi, la lingua a sonorità masticate, il corpo al vento salato che il sole riscalda. Ma questa città non si sviluppa solo nell’interiorità di chi l’ha vissuta: si replica piuttosto nella sua capacità di vedere e fare, arricchendola di orizzonti e luce tersa, d’impeto marino e burrascoso, di spazi intimi e affollati.
Quando questa capacità incontra il talento, si staglia nitido il profilo genovese, visibile a tuttɜ, chiaro, nella sua complessità, anche a chi non ha mai visto questa manciata di case a corona del mare.
Rintracciare questi talentuosi sguardi per condividerli è la sfida raccolta da The Genoeser. Un compito non impossibile, bensì magnifico, anzi, senza tema di scadere nella retorica, superbo. Come altrimenti poter chiamare l’intento di “raccontare bellezze e contraddizioni” della nostra città?
“Vogliamo raccontare della bellezza e del degrado, dell’orgoglio e del pressapochismo di chi getta la spugna e non ci crede più, di chi si rimbocca le maniche a ogni emergenza, di chi invoca un nuovo senso di comunità e ha un’opinione granitica su ogni quartiere, di chi si meraviglia ancora e ancora, per ogni crêuza, in cima a ogni mattonata e su ogni spiaggia”.
Non arroganza, ma superba consapevolezza ha portato Sara De Martino, Barbara Gasperini, Francesca Sperti e Corinna Trucco a fondare l’associazione culturale omonima al progetto: quella che Genova non abbia nulla di meno da offrire allo sguardo e al pensiero di altre città che hanno intrapreso questa strada.
Il network, che prende le mosse dalle iconiche copertine del New Yorker per dare vita a riviste immaginarie, include metropoli, capitali, mete turistiche, tutte accomunate dall’essere luoghi straordinari. Un certo provincialismo unito a una tendenziale ritrosia porterebbe forse la maggior parte dell* genovesi a dubitare della possibilità che la loro città possa essere inserita in tale novero.
Non è solo per (di)mostrare la grandezza contraddittoria di Genova che il progetto è nato, bensì anche con l’intento di “accendere un riflettore sull’illustrazione e le arti visive nel capoluogo ligure”.
Per la prima edizione, che debutta questo mercoledì, sono statɜ coinvoltɜ ventuno artistɜ, tra chi “Genova la vive ogni giorno, chi l’ha lasciata e mai dimenticata, chi seppur di passaggio ha potuto viverla in tutte le sue sfaccettature”. Ciascunə di loro avrà a disposizione due settimane sugli spazi digitali di The Genoeser per presentare il proprio lavoro al pubblico, creare interazione e fornire così probabilmente la miglior introduzione possibile alla sua illustrazione di copertina per questa rivista immaginaria. Non solo perché non potremmo sfogliarne le pagine fisiche, ma perché permetterà con le sue immagini di aprire squarci di immaginazione, condividendo l’immaginario di un collettivo artistico, plurale e vitale, con quello di lettorɜ, spettatorɜ, naviganti.
La “città del mugugno e del desiderio” non potrebbe sognare tesoro migliore di chi sappia custodirne la complessità, vivificandola d’arte ed entusiasmo: auguri The Genoeser, avevamo davvero bisogno di voi!
Immagine di copertina:
The Genoeser
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