Il 21 marzo nasce dal dolore di una mamma. Una giornata estiva. 23 maggio 1993. Il sole splende sulla autostrada tra Punta Raisi e Palermo. Magistrati, rappresentanti delle istituzioni e delle forze di polizia, cittadini e studenti commemorano il primo anniversario della strage di Capaci. C’è anche don Luigi Ciotti sul luogo del dolore. Prega, in silenzio. Quando, all’improvviso, si avvicina una donna minuta: si chiama Carmela, è vestita di nero e piange.
La donna prende le mani di don Luigi e gli dice: «Sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri».
Soffre, Carmela: in quel primo anniversario della strage la memoria di suo figlio Antonio, e dei suoi colleghi Rocco e Vito, veniva liquidata sotto l’espressione “i ragazzi della scorta”.
Da questo grido di identità negata nasce, il 21 marzo, primo giorno di primavera, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare da nessuno il suo nome. Nessuno.
Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.
21 marzo 2023
Oggi 21 marzo 2023, ricorre la XXVIII edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico.
La manifestazione nazionale si svolgerà a Milano. Replicando la formula adottata negli ultimi anni a causa dell’emergenza Covid-19: Milano sarà la “piazza” principale, ma simultaneamente, in centinaia di luoghi in Italia, Europa, Africa e America Latina, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie verrà vissuta attraverso la lettura dei nomi delle vittime, saranno ascoltate le testimonianze dei familiari e approfonditi le questioni relative alle mafie e corruzione, nel segno di una memoria che non vuole essere celebrazioni ma strumento di verità e giustizia.
L’obiettivo è un coinvolgimento ampio di tutto il territorio nazionale con collegamenti internazionali: per le istituzioni e per la società civile sarà occasione per lanciare un segnale concreto di impegno comune contro le mafie e la corruzione.
Lo slogan: “È possibile”
Lo slogan di questa Giornata vuole portarci a riflettere su ciò che ciascuno di noi può fare per l’affermazione dei diritti e della giustizia sociale. La parola “possibile” deriva da “potere” e indica ciò che si può realizzare, ciò che può accadere.
In un momento storico in cui le difficoltà sono numerose, con la crisi ambientale, sociale ed economica aggravata dalla pandemia e la vulnerabilità politica internazionale provocata dalla guerra, abbiamo il dovere di indicarci insieme la strada, di dirci dove può e deve portarci il nostro impegno comune.
Oggi ci troviamo su un sentiero oscuro, dove talvolta non ci sono neanche le stelle a farci da guida.
Ma se diventiamo tutti consapevoli di questo sentiero e del perché sia divenuto oscuro, possiamo attraversarlo e superarlo, per raggiungere l’alba del cambiamento necessario. Questo è un tempo di “attraversamento” difficile, in cui ci pare che le vecchie “mappe” non servano più a ritrovare la strada.
È un tempo complesso che ci chiede di metterci in gioco anche componendo nuovi orizzonti, ponendo in dialogo competenze diverse e saperi transdisciplinari, per generare un pensiero meticcio. Sappiamo che “è possibile” superare questa fase se a metterci in gioco siamo tutti, insieme: solo con il noi si può arrivare ad affermare la pace, la giustizia, la verità, i diritti, l’accoglienza e la libertà.
Perché a Milano
Milano e la Lombardia sono da sempre un territorio considerato utile per le mafie e la corruzione, per l’importante movimentazione di denaro derivante dall’industria e dalla finanza.
A Milano sono:
- 220 i beni immobili confiscati di cui è divenuto proprietario il Comune e del valore di circa 18 milioni di euro,
- 330 sono gli immobili già destinati e 157 quelli in gestione presso la Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, in acronimo ANBSC,
- 249 le aziende confiscate in tutta la Lombardia.
Contemporaneamente però, è importante sottolineare che siamo in presenza di un contesto capace di reagire a queste forme di insediamento, promuovendo pratiche civiche e istituzionali di risposta, di riscatto, di restituzione sociale del maltolto.
Tra tutti, il progetto di riutilizzo sociale di un bene confiscato più noto a Milano è probabilmente Casa Chiaravalle, ed ogni anno il Comune di Milano si fa promotore del Festival dei Beni Confiscati.
Tutto ciò è reso possibile dalla legge sul riutilizzo sociale dei beni confiscati n.109/1996 che quest’anno ha appena compiuto 27 anni, il 7 marzo scorso. (articolo di wall:out La legge sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie compie 25 anni)
Immagine di copertina:
Grafica wall:in media agency su locandina della XXVIII edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, intitolata “è possibile”, che si svolge oggi 21 marzo 2023 a Milano di Libera
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