Se siete in cerca di un tracciato a piedi che vi rilassi la testa e che allo stesso tempo vi riporti un po’ indietro nel tempo, oggi vi presentiamo quello giusto. Un percorso tutto genovese, che nel nostro caso è partito da Struppa, ossia all’incirca dalla sua metà. L’Acquedotto Storico di Genova.
Parcheggiando comodamente l’auto nei pressi del Rio Torbido, si può iniziare un itinerario che ricalca per larghi tratti quello che era l’antico acquedotto della Superba. Questa infrastruttura tra l’XI e il XVII secolo ha conosciuto una serie continua di ampliamenti, per venire incontro alla necessità di acqua degli abitanti del centro urbano; una linea coperta in gran parte con lastre in pietra di Luserna – particolarmente utilizzata dagli antichi costruttori tra il Piemonte e la Liguria – e che procede con leggerissima pendenza lungo il versante occidentale della Valbisagno, puntando verso il mare.
Per un paio d’ore dimenticatevi il frastuono del traffico cittadino, qui i passaggi attraverso gli orti e i borghi tranquilli della Valbisagno sono molteplici
Durante la scampagnata – perché di questo si tratta: campagna a misura d’uomo, letteralmente a pochi passi dalla città – ci si può imbattere in runners e in amanti della bicicletta. Come biasimarli del resto, il percorso pianeggiante è perfetto per un po’ di attività aerobica all’aria aperta, dunque amanti della corsa e dei pedali, prendete in considerazione questa opzione.
Mantenendo un’andatura tranquilla si possono superare gruppi di case dai colori accesi, attorniate dal verde dell’erba che cresce tenera e rigogliosa tra uno scorcio e l’altro. Su qualche terrazzamento in lontananza, qualcuno stava bruciando delle sterpaglie, levando in cielo una scia di fumo bianco dall’aspetto fiabesco.
L’inizio è promettente: si parte subito con un ponte a varie arcate che sovrasta il rio Torbido, si tratta di un’opera ingegneristica capace di prendere l’occhio con facilità, grazie al suo equilibrio e alla sua eleganza architettonica. Di certo scattargli qualche foto risulta automatico.
Un altro luogo interessante in cui fermarsi per una breve pausa, è lo spiazzo in “risseu” di sassi bianchi e grigi antistante la chiesa di San Siro di Struppa, completata in pieno Medioevo (risale al XII secolo). Un tempo fungeva da abbazia benedettina e oggi, dopo doverosi lavori di ristrutturazione, eseguiti tra gli anni ’60 e ’80, ci consegna un’atmosfera di calma che all’apparenza sembra non essere stata inquinata dalla modernità.
Procedendo è possibile osservare la Valbisagno da nuovi punti di vista, dall’alto, magari attraverso il foliage di alcuni alberi, che in autunno si accendono in scale cromatiche piacevolmente intense.
Improvvisamente veniamo sorpresi dalla presenza di alcune persone che stanno cogliendo a piene mani le olive dalle fronde degli ulivi. Eh già, la stagione della raccolta è in pieno svolgimento.
Anche se in alcuni punti ci si trova a dover attraversare delle strade asfaltate, non preoccupatevi, puntando sempre nella medesima direzione il sentiero per l’acquedotto viene rimboccato. Qui un appunto tuttavia: andrebbe intensificata la segnaletica, soprattutto in prossimità dei centri abitati, i quali possono gettare qualche dubbio in chi non è mai stato nella zona.
Il cammino si spinge fino alle alture sopra a Staglieno, dove una ripida scalinata dal forte impatto visivo si distende al di sotto, passando nei pressi dell’enorme camposanto. Il buio purtroppo ci ha sorpresi prima che potessimo arrivare a questo tratto finale, mentre la prima parte dell’acquedotto, che va da Bargagli fino al rio Torbido, dovremo tornare a gustarcela in un’altra occasione.
Adesso alcune considerazioni generali
Ci sono diversi punti che richiedono lavori di manutenzione e messa in sicurezza, sia per quanto riguarda il manto percorribile, sia per quanto concerne i muri a monte, che probabilmente risentono delle pesanti piogge stagionali che ricorrono ogni anno.
Poi, per migliorare l’esperienza complessiva sarebbe interessante aggiungere più spesso dei pannelli illustrativi che ti diano qualche informazione in più dei luoghi che si stanno attraversando e della loro storia, oltre che un indicatore geografico che ti dia maggiore consapevolezza di dove ci si trovi lungo il tracciato.
Puntando su questi aspetti si potrà senz’altro migliorare e non di poco la ricettività turistica dell’acquedotto storico genovese. Altro aspetto che va migliorato è quello della pulizia generale: i luoghi che si vanno ad attraversare sono delle perle di serenità e di freschezza, la natura e l’aria aperta a fare da contorno risultano piacevoli, è un vero peccato notare, però, che a lato del ponte che attraversa il rio Torbido in direzione mare (ossia uno degli spot più belli di tutto il giro), vi siano bottiglie di plastica e altri rifiuti che sono stati gettati giù e che si sono accumulati nel tempo. Occorre che tutti noi ci sentiamo più responsabili nel rispettare la bellezza dei posti che visitiamo.
Per il resto, se ancora non vi è capitato di fare un salto su questo delizioso trait d’union tra la campagna e la città, non potete perdervi l’occasione nei prossimi mesi. Il tuffo in una dimensione delicatamente bucolica, in alcuni suoi passi, è inebriante.
Un posto ideale in cui staccare la spina e prendersi del tempo per sé.
Immagine di copertina:
Acquedotto Storico di Genova. Foto di Marta Sobrero
Scrivi all’Autorə
Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.