Studio Florìda, Genova. Arte, condivisione e comunità

Studio Florìda. Arte, condivisione e comunità

Nell'antico ghetto ebraico uno spazio di ricerca artistica per ricordarci che Genova è un bel posto dove vivere.
12 Novembre 2023
3 min
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A un passo da Piazza don Gallo, un locale che un tempo era sede di un albergo — Florìda — si affaccia su Piazzetta dei Fregoso con un piglio tutto speciale: se passi da lì non puoi non notarlo; e se non passi da lì, comunque, presto ne sentirai parlare e vorrai andare a vedere. 

Cura dei dettagli e vetrine pulite per poter vedere bene cosa avviene dentro sono i punti di partenza di un progetto nato lo scorso dicembre dall’idea di un architetto, Stefano Boccardo, e di un illustratore, Fausto Montanari, che hanno viaggiato per il mondo e hanno deciso di fermarsi a Genova perché, accidenti, Genova è un bel posto dove vivere.

Si tratta di uno spazio ibrido dove avvengono residenze artistiche, incontri e cene.

L’associazione Florìda ha sviluppato in questo luogo un programma di eventi di promozione culturale e mostre capace di generare un confronto tra artisti locali e internazionali, invitati a trascorrere un periodo di ricerca e produzione sul territorio, e la comunità del quartiere.

Il fine principale di Fausto e Stefano è rendere la pratica artistica da Florìda un’occasione di arricchimento e contaminazione per tutte le parti coinvolte, tra chi l’arte la pratica e chi l’arte la ricerca, ma anche chi abita il quartiere o la città e cerca occasioni di ritrovo creative. È perciò che la loro associazione opera tramite un programma di residenza artistica capace anche di fortificare il tessuto sociale locale. 

Mostre, talks, cene e ospiti internazionali

Dal 2023, Florìda ha realizzato tre mostre di artisti ospiti internazionali (Argentina, Francia e Montenegro), due progetti espositivi di artisti genovesi, due residenze artistiche per studenti dell’Accademia, che hanno avuto modo di lavorare a fianco di artisti internazionali, tre “SmallTalk”, formula di cena aperta al pubblico animata da un dibattito su pratiche artistiche e città contemporanee.

Un programma bello denso che volutamente è partito “sottovoce”, senza richiamare troppa attenzione o troppo pubblico: questo perché l’antico ghetto ebraico è una zona molto delicata e Fausto e Stefano lo sanno bene, perciò stanno tentando di dialogare con il territorio per dare il proprio contributo sano e creativo senza urtarne o pretendere di cambiarne l’identità. 

Ricercano «Un processo lento per uno sviluppo organico nel quartiere» ci dicono, provando a scongiurare in ogni modo l’etichetta “riqualificazione” che pende su ogni progetto artistico realizzato in aree periferiche o in qualche modo problematiche.

La loro idea di arte è prima di tutto legata alla condivisione, e perciò è così importante che Florìda serva come punto d’incontro per le persone.

La crescita di una comunità fresca e interessata all’arte è il loro principale obiettivo ed è per questo che si impegnano a realizzare residenze dove artisti e artiste affermate dialogano con studenti e studentesse dell’Accademia.

«Lo stimolo puoi trovarlo qui senza andare fuori città», così Stefano e Fausto pensano al progetto Florìda, guardando al futuro con entusiasmo e determinazione. Serve creare sempre più occasioni di scambio culturale e artistico, stimoli per chi ha venti o trent’anni, che diano possibilità di conoscere persone e fatti dal panorama internazionale.

Fare una programmazione che interessi le persone giovani della città e contemporaneamente sia accettata e partecipata dal quartiere è la sfida del progetto Florìda, di due  giovani professionisti che hanno girato tra l’Argentina e gli States, Madrid e Berlino, e che adesso hanno scelto Genova.

L’Arte deve essere condivisa

Alla base del progetto Studio Florìda c’è l’idea che l’arte possa e debba essere condivisa. Ma anche, e soprattutto, debba essere praticata assiduamente, ed è per questo che lo spazio in piazzetta dei Fregoso è pensato come un luogo di ricerca e sperimentazione artistica sempre aperto e sempre a disposizione di artisti e artiste in residenza.

Non è la sola mostra che interessa Fausto e Stefano, ma il processo incessante di ricerca che vi sta dietro, e proprio in questo senso intendono l’arte come un bene da condividere, e non solo da “mostrare”. Un ampio spazio adibito a laboratorio, infatti, è il cuore del locale.

Per condividere ed esporre gli elaborati prodotti in residenza c’è la sala in entrata e la cantina sotterranea, vera chicca da centro storico genovese messa bene a tiro per ospitare allestimenti veramente affascinanti.

Ma non dimentichiamo la mini-cucina, che affaccia sulla sala in entrata tipo chiringuito sulla spiaggia, altra chicca, questa, che tradisce l’attitudine da designer dei due fondatori.

Il primo anno di programmazione Studio Florìda ha visto la collaborazione e l’esposizione dei seguenti artisti:

Niccolò Masini, Un tal Garcia, Edoardo Rossi, Editions Fondation, Sanae Mazouz , Ivana Radovanović, Lorenzo Ramos.

Aspettiamo l’evento finale a dicembre e poi stiamo a vedere cosa sta progettando Florìda per alzare il tiro e dimostrarsi a tutti gli effetti quella fonte di stimolo per la quale non serva abbandonare Genova.

Sappiamo da dietro le quinte che mentre l’associazione è impegnata nella ricerca di fondi per finanziare le attività, per il 2024 è previsto un nuovo ciclo di residenze di artisti internazionali affiancati da altrettanti giovani artisti locali, selezionati tramite call; attività e aperture sul territorio in itinere per entrare in contatto con gli ospiti, e non solo in occasione delle restituzioni di residenza.

Saranno anche attivate differenti collaborazioni con altre realtà attive sul territorio per rendere sempre più salda la crescita partecipata con chi vive il quartiere in primo luogo.

Immagine di copertina:
Foto di Studio Florìda


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Membro del duo curatoriale Mixta con il quale si occupa di progetti artistici che siano attivatori sociali. Ha curato mostre, rassegne e festival negli spazi pubblici, nelle periferie e nei luoghi istituzionali della città di Genova. È anche fondatrice e CEO di Wanda, associazione per la trasformazione culturale, che accorcia le distanze tra le nuove generazioni e la cultura.

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