EnigMalavita, escaperoom sulla lotta alla mafia (articolo wall:out) con sede nei vicoli di Genova, vico dell’Umiltà 4, ha aperto il 1 aprile scorso – e senza nessuno scherzo, anzi, la cosa è serissima! – e da allora…non si è più fermata!
In realtà i quattro fondatori Luigi Cafiero, Maddalena Fabbi, Stefano Cavassa, Irene Ghezzi sono in continua attività dal giorno in cui decisero davvero di attuare questo progetto così innovativo e particolare nel 2020, tre anni fa ormai.
Se già prima che giungesse a realizzazione completa, EnigMalavita aveva suscitato interesse e curiosità (con inviti a Milano e Roma!) ora che è realtà sono tante le associazioni e le iniziative che vogliono saperne di più. Esse stesse si sono rese promotrici di EnigMalavita contribuendo alla diffusione del progetto e il team fondatore è davvero grato dell’entusiasmo e del sostegno ricevuti.
EnigMalavita è infatti stata invitata a parlare nel 49esimo Consiglio Nazionale di A.G.E.S.C.I., l’associazione degli scout cattolici italiani, a Roma, e alle celebrazioni per il Trentennale della Strage di Via dei Georgofili a Firenze. Ne parleremo a seguire.
“Forse è ancora presto, ma un primo piccolo e dovuto bilancio sul progetto si può fare!” dice Luigi Cafiero, attuando il metodo di azione scout suddiviso nelle fasi di ‘progettazione – realizzazione – verifica’.
“Cominciamo col dire che dal 1 aprile ad oggi già 70 squadre hanno giocato all’escape room: un vero successo! Le date e gli orari proposti vanno sempre sold out”.
E stanno giusto ora cominciando ad arrivare soddisfazioni ancora più gratificanti:
“Settimana scorsa è arrivata la prima squadra che alla nostra domanda ‘come ci avete trovato?’ ci ha risposto ‘abbiamo cercato escape room su maps localizzata a Genova e vi abbiamo contattato!’: è stato bellissimo! Vuol dire che il progetto sta cominciando a raggiungere un altro dei suoi tanti obiettivi”, sottolinea Luigi: “l’idea dell’escape room sin dall’inizio voleva essere un amo capace di attrarre a informarsi e formarsi sulla lotta alla mafia chiunque attraverso il gioco. Anzi, forse è la sua ambizione più grande ed autentica: portare a riflettere su una battaglia imprescindibile oggi con l’esca del gioco, perché come siamo siamo soliti dire noi scout ‘tutto col gioco, nulla per gioco!’.”
A maggio EnigMalavita è stata invitata a partecipare alle tante celebrazioni del trentennale della Strage di Via dei Georgofili a Firenze, ossia la notte d’inferno tra 26 e 27 maggio 1993, quando in quella via esplose una bomba gettata da mano mafiosa, uccidendo 5 persone (una famiglia intera: Angela Fiume, custode dell’Accademia, il marito vigile urbano di San Casciano Val di Pesa, Federico Nencioni, e le loro figlie Caterina di appena 50 giorni e Nadia di 9 anni; nonché lo studente palermitano Dario Capolicchio, a cui è intitolato il presidio di Libera di Sarzana (presidio che ha collaborato con l’associazione L’Égalité nel progetto “Quarto Piano”) e ferendone altre 48.
Ogni anno, in memoria di quella strage di stampo mafioso, si svolge una processione che arriva in Via Dei Georgofili, sede della prestigiosa Galleria dell’Accademia, lì dov’è stata doverosamente apposta una targa, proprio all’1:04, momento esatto in cui la bomba esplose.
Quest’anno, in occasione del trentennale, sono state quindi svolte diverse significative celebrazioni e iniziative, tenutesi dal 16 maggio al 23 giugno.
An passant, di particolare pregio ed interesse la mostra documentaria “La strage di via dei Georgofili: un racconto lungo 30 anni. Spunti e appunti da un’indagine ancora in corso“, tenutasi dal 16 maggio al 23 giugno presso la Presidenza della Regione Toscana in Piazza Duomo a Firenze, realizzata attraverso testi accompagnatori e copie dei documenti giudiziari provenienti dal Fondo dell’ Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Via dei Georgofili, raccolti dall’avvocato di parte civile Danilo Ammannato e donati nel 2018 al Centro di documentazione “Cultura della Legalità Democratica”, la Regione Toscana si è proposta di promuovere la conoscenza e trasmettere la memoria di quei tragici eventi.
Giovani ‘changemakers’
EnigMalavita è stata invitata a partecipare all’iniziativa clou dell’intero percorso memoriale, dal titolo omonimo a quello della mostra: “La strage di via dei Georgofili: un racconto lungo 30 anni. Spunti e appunti da un’indagine ancora in corso“, dove ha raccontato la propria esperienza con un focus centrale sul riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata: il giusto mix che dev’esserci tra la semplicità nel districarsi nella normativa vigente e le necessarie e imprescindibili soglie e paletti di legalità da apporre al fine di ridisegnare un percorso entro i confini della legge proprio dove la legge è stata sì gravemente violata.
Una riflessione alta e ambiziosa, già presentata sulle nostre pagine come prioritaria dal Consigliere Regionale Roberto Centi nella sua veste di Presidente della Commissione Speciale Antimafia di Regione Liguria (articolo di wall:out La Commissione Regionale Speciale Antimafia: storia, azioni e nuove proposte).
L’intervento di EnigMalavita, rappresentata da Luigi Cafiero e Irene Ghezzi:
EnigMalavita ha avuto l’onore di partecipare all’iniziativa del 26 maggio scorso in qualità di giovani ‘changemakers’, così eletti da Ashoka Italia, organizzazione no-profit attiva da quarant’anni e in più di novanta Paesi del mondo per promuovere e abilitare il cambiamento sociale.
“La domanda più difficile che ci abbiano fatto”, racconta Luigi, “è stata ‘cosa possono fare i giovani oggi nel solco dell’antimafia?’. Io ho risposto che per prima cosa oggi fare lotta alla mafia è ‘saper vedere la mafia’, perché oggi, e per fortuna, la mafia non compie più stragi.
Questo era il modus operandi della mafia, giunto all’apice tra il 1991 e il 1993, almeno trent’anni fa appunto, e però per chi oggi ha trenta, venti, diciotto, quindici anni, per chi oggi è giovane, come me, che nel 1993 non ero ancora nato, di quella fase storica restano solo le parole sui libri di storia, parole che peraltro nessuno arriva davvero a leggere a scuola.
La mafia ha capito che conviene passare sottotraccia, facendo credere forse ai più disattenti che non ci sia più, ma così non è! Il dinamismo delle nuove generazioni è la nostra arma migliore e più efficace: va saputa attivare, ed è questo uno degli intenti di EnigMalavita”.
Luigi restituisce un senso ulteriore a eventi di questo tipo: “oltre a ciò che si svolge sul palco, ai talk, ai dibattiti, esiste tutto un ‘dietro le quinte’ davvero prezioso: tra il rinfresco e i momenti di pausa, abbiamo incontrato altre realtà, che si impegnano e agiscono contro la mafia, provenienti da tutta Italia. L’incontro istituzionale più prezioso per noi è stato quello con l’Assessore Regionale della Toscana, con cui ci siamo scambiati idee, spunti, domande e riflessioni.”
Avrò cura di te – La sfida di un mondo nuovo
Diverso il contesto e la modalità di partecipazione e interazione a Roma al Cantiere R/S “Avrò cura di te – La sfida di un mondo nuovo” il 3 giugno scorso, organizzato dalla rivista scout Camminiamo Insieme all’interno del 49esimo Consiglio Generale di A.G.E.S.C.I. (Associazione Guide E Scout Cattolici Italiani).
“Lì ci siamo sentiti a casa, ovviamente” racconta Luigi che ha partecipato con Maddalena, “perché il nostro progetto nasce e trae linfa dalla nostra esperienza scout, da ragazze e ragazzi quali eravamo quando con Stefano (il loro capo scout, ideatore dell’escape room, tragicamente mancato nel 2020), abbiamo ‘sognato’ EnigMalavita nel nostro Gruppo Genova 13.
Al Cantiere abbiamo raccontato la nostra esperienza a giovani rover e scolte – ragazze e ragazzi tra i 17 e i 20 anni – per stimolarli sulla Strada della loro Scelta Politica in vista della Partenza. Oltre che per l’incontro con le nuove leve dell’associazione, anche in questo caso è stato prezioso la conoscenza e lo scambio di pensieri con un’altra realtà, distante da noi fisicamente ma vicina nella mission, che fa lotta alla mafia tutti i giorni dell’anno: la Base Scout ‘Airone’ del Gruppo Scout Tartaro Tione 1, nel comune di Erbé in provincia di Verona, Veneto, sorta del recupero e riuso di un bene confiscato alla criminalità organizzata”.
Il racconto del bene e del progetto della Base Scout “Airone” del Gruppo Scout Tartaro Tione 1 ad Erbé (VR):
“Da ultimo, se posso” conclude Luigi “vorrei fare una sorta di appello”, che con Wall:out abbiamo il piacere di rilanciare dalle nostre pagine: “come lo abbiamo ricevuto in custodia, abbiamo cominciato a lavorare nel bene confiscato dove abbiamo costruito l’escape room con tanto sudore, tanta fatica e tanto volontariato, fatto da chi, come noi, magari non aveva mai lavorato in una sorta di cantiere di ristrutturazione: è stata una bella impresa, durante la quale abbiamo anche acquisito nuove competenze, e per la quale ringraziamo chiunque ci abbia dato una mano, in qualsiasi maniera, con un messaggio o una chiamata, partecipando ai lavori, donando materiali, dando un’offerta.
Oggi siamo qui a chiedere nuovamente un aiuto! È necessaria un’operazione di deumidificazione del bene, per la quale arriveranno a giorni i soldi debitamente stanziati dalle Istituzioni Comunali e Regionali; ulteriori lavoretti saranno da fare, sia sul bene sia sul materiale proprio del gioco: gli enigmi che abbiamo costruito, arredi e materiali si prestano ad una veloce usura, visto anche il grande afflusso di squadre all’escape room. Chiunque abbia piacere di partecipare, dare una mano, o unirsi alla squadra, ci contattatti!”
Il reel dei lavori di ristrutturazione del bene in Vico dell’Umiltà 4 ove ha ora sede l’escape room EnigMalavita:
Dicendo questo, ecco che ancora un’ultima cosa viene in mente a Luigi:
“il progetto di EnigMalavita, di riutilizzo sociale del bene confiscato e dell’azione di testimonianza nella lotta alla mafia non si esaurisce mica qui! Abbiamo intenzione di proporre ai Gruppi Scout genovesi che l’anno di Servizio, normalmente previsto per le scolte e i rover, possa essere svolto anche in EnigMalavita. Potrebbero infatti aiutare nel lavoro di manutenzione, ma anche durante l’autoformazione previa, la realizzazione della guida dell’escaperoom e il talk previsto alla sua conclusione, o ancora supportare la parte di gestione dei social, o qualsiasi altra linea di azione coerente con lo sviluppo del senso del progetto. Insomma, Capi Clan e Cape Fuoco, fatevi avanti!”
Nota dell’Autore: Come avrete notato, EnigMalavita è un progetto di cui avevamo già raccontato nelle nostre pagine. Wall:out infatti con la rassegna Mafi:out intende anche reincontrare lungo il cammino le realtà precedentemente conosciute e a cui ha già dato spazi. Questo perché se ogni incontro sa restituire ricchezza, a maggior ragione questo è ancora più vero ed efficace se nel frattempo le realtà hanno a loro volta avuto occasione di vivere esperienze di crescita, scambio e confronto. Si tratta inoltre di un’occasione per rendere visibile la rete di associazioni, realtà, singoli impegnati nella lotta alla mafia e nell’antimafia, ogni giorno tutto l’anno, che si estende ed espande in tutta Italia, e di cui la Liguria è solo un prezioso frammento. |
Immagine di copertina:
Grafica wall:out magazine
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