George Orwell, all’interno del suo saggio “La Politica e la lingua inglese”, sosteneva che il linguaggio politico fosse stato ideato “per rendere veritiero il suono delle bugie e rispettabile un delitto, dando aspetto di consistenza al puro vento”.
Era il 1946 e oggi, quasi ottant’anni dopo, queste parole assumono un grande significato qui a Genova, trovando evidenza nei gesti, nella comunicazione e nell’attuazione di determinate strategie politiche da parte dell’amministrazione locale.
Il mio impegno è quello di accompagnarvi – con questo scritto – in un viaggio critico attraverso una serie di fatti avvenuti recentemente, soffermandomi sull’entrata in vigore della nuova normativa anti alcool, entrata in vigore lo scorso 3 luglio.
La mia promessa è quella di farlo impegnandomi nel rimanere all’interno della sfera dell’oggettività. Quello che – cortesemente – vi chiedo è di prestare attenzioni alle parole e alle immagini utilizzate.
La normativa e le ragioni
Lunedì 3 luglio Genova si sveglia con una sorprendente novità: una normativa valida fino al 30 settembre volta ad “assicurare una serena e civile convivenza e tutelare la tranquillità sociale, la qualità della vita e la salute dei cittadini, rimuovendo le cause che impediscono la fruizione degli spazi pubblici“.
Normativa che interessa tutto il territorio comunale e che prevede:
- Il divieto dalle 16 alle 8 del giorno successivo di consumo e detenzione finalizzata all’immediato consumo sul posto di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione a chiunque, in area pubblica e aperta al pubblico a eccezione dei dehors.
- L’impossibilità di vendita per asporto di bevande alcoliche e superalcoliche in qualsiasi contenitore dalle ore 21 alle ore 6 del giorno successivo.
- La proroga, fino al 30 settembre, del divieto dalle ore 12 alle ore 8 (in alcune zone della città) in area pubblica e aperta al pubblico, a eccezione dei dehors, di consumo e detenzione finalizzata all’immediato consumo sul posto di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione.
Le motivazioni alla base di questa normativa sarebbero imputabili – secondo la stampa – ai numerosissimi esposti da parte dei cittadini riguardanti frequenti episodi di abuso di bevande alcoliche in spazi aperti in orario diurno e notturno.
Episodi che inciderebbero negativamente sulla sicurezza urbana.
Le polemiche
La mia prima reazione, non appena venuto a conoscenza della normativa, è stata di stupore. Una volta affacciatomi alla finestra del web e dei social network, però, ho capito che quella stessa sensazione di incredulità era condivisa dalla maggior parte del mio network.
Facebook e Instagram, ricchi di meme, di post di lamentele e di ironie riguardanti il contenuto di questa normativa.
Da chi si interroga sull’efficacia di questi provvedimenti a chi invece si preoccupa di essere multato con una sanzione fino ai 500,00€ per condividere una pizza e una birra in spiaggia al tramonto con i propri amici o famigliari (che – diciamolo chiaramente – è una delle più grandi gioie del vivere a Genova).
Sono nate quindi in me delle perplessità date da diversi fattori, vediamoli, per poi giungere ad alcune conclusioni.
Il fattore temporale: è davvero solo un caso?
Genova è appena uscita da nove giorni di eventi sul territorio cittadino in occasione di The Ocean Race. La grande partecipazione al Tezenis Summer Festival, alla Genova Dance Parade e ad altre varie occasioni di intrattenimento di questo periodo che hanno sbandierato in faccia a chiunque la voglia di divertirsi che caratterizza questa città.
Immagini come quelle postate dal nostro sindaco Marco Bucci colpiscono infatti gli occhi: che bello vedere Piazza della Vittoria e le vie del centro pullulare di giovani intenti a divertirsi.
Che bello vedere le mongolfiere in Piazzale Kennedy con dj set gratuiti per la cittadinanza.
Che meraviglia vedere a Genova qualcosa che assomiglia tanto alla Street Parade di Zurigo.
Che bello sapere di una città viva e partecipata.
Che orgoglio sapere di tantissimi miei coetanei impegnati nel realizzare questi eventi.
The Ocean Race – The Grand Finale è stato infatti, per l’amministrazione locale, l’argomento comunicativo principale degli ultimi mesi.
Un evento su cui il Comune di Genova ha puntato tantissimo (non abbiamo ancora informazioni riguardanti l’impiego di fondi pubblici, che si preannuncia però importante), descrivendolo come una grandissima occasione per la nostra città e un’importantissima vetrina nel mondo.
Ma visto che non è questo l’argomento che vogliamo affrontare, andiamo al punto.
24 giugno 2023 – 2 luglio 2023. Queste sono le date di inizio e di fine di The Ocean Race. L’avete notato anche voi vero?
Il 2 luglio 2023 The Ocean Race terminava, il giorno dopo a Genova entrava in vigore la Normativa antialcool.
Ma se la situazione era così insostenibile da richiedere queste “maniere forti”, perché non farlo da prima? Please, think about it.
Il fattore comunicativo: strategia?
Ho passato in rassegna tutti i feed dei canali dell’amministrazione locale sulle varie piattaforme. Comunicazioni riguardanti l’entrata in vigore della normativa non ce ne sono. Introvabili.
E mi chiedo allora: considerando che qualsiasi “successo” viene costantemente sbandierato dal Sindaco e dai suoi collaboratori – con tanto di fuochi d’artificio ormai settimanali – perché non continuare sulla stessa linea raccontando ai cittadini di questo importante provvedimento volto ad “assicurare una serena e civile convivenza e tutelare la tranquillità sociale, la qualità della vita e la salute dei cittadini”?
Io alcune risposte me le sono date, le terrò per me.
Mi limito però a constatare e condividere con voi un fatto oggettivo, che a parer mio rappresenta uno dei più grandi problemi della Città di Genova: questa amministrazione non dà spiegazioni. Non dialoga con il cittadino. Questa amministrazione autocelebra, al limite.
E se poi devo far sì che le mie competenze professionali influenzino il contenuto di questo articolo, beh, vi farò notare un fatto curioso.
Non è sorprendente che nel giorno dell’entrata in vigore di una normativa così eclatante, il giorno successivo agli ultimi eventi di The Ocean Race, il Comune di Genova intento ad autocelebrarsi ingenuamente pubblichi giovani in festa con sacrosante birre alla mano?
La normativa: abbiamo chiaro il target?
Armiamoci di onestà intellettuale e non raccontiamoci cazzate: in alcuni contesti l’affollamento di zone notturne da parte di vandali e criminali è un problema serio. Un problema da risolvere. Un campo da gioco in cui gli alcolici sicuramente hanno un impatto negativo. Un fenomeno che l’amministrazione locale deve contrastare e controllare.
Ma ci avete pensato?
Coloro che – in preda all’alterazione o in arma della propria ineducazione – vandalizzano, aggrediscono, rubano, schiamazzano e molestano stanno già affrontando due temibili avversari: il Codice Civile ed il Codice Penale. Codici che prevedono sanzioni e conseguenze civili e penali ben più gravi di un’ammenda di massimo 500€.
Davvero pensiamo che si placheranno allora dall’entrata in vigore di questa normativa? Sarà questa sanzione a spaventarli? Chi è quindi il vero target di questa normativa?
La natura della sanzione
Non smettere mai di ripeterlo: è troppo facile sanzionare senza occuparsi e preoccuparsi della prevenzione.
Vale per questa normativa ma lo vediamo anche in un altro contesto qui a Genova: migliaia di posti blocco durante il week-end per contrastare (giustamente!) il fenomeno della guida in stato d’ebbrezza.
Ma perché oltre a questo non incentivare un giovane a lasciare il motorino a casa garantendogli un servizio pubblico all’altezza? Perché non promuovere anche modelli di car-sharing? Perché non occuparsi seriamente degli spazi destinati alla movida?
E poi pensiamo un attimo alla collocazione temporale della sanzione:
Tu commetti un illecito.
Io ti sanziono.
Tu ti porti a casa la multa.
Ma il fatto è già successo. La sanzione, infatti, arriva quasi sempre troppo tardi.
Mi potreste giustamente dire allora che la sanzione ha anche il ruolo di “spaventare” e quindi di disincentivare il fenomeno. Vero.
Ma essendo che non posso pensare che questa normativa sia stata concepita per sanzionare chi passeggia in Corso Italia sorseggiando uno spritz, volete davvero venire a raccontarmi che allora questa normativa possa riuscire a intimidire chi non si è spaventato di fronte ai nove libri che compongono il Codice Civile ed il Codice Penale?
Ricordo, comunque, che bere 14 Negroni al bancone di un bar è ancora legale.
Genova: spazi e aspetti socio-economici
Sebbene al pubblico si cerchi di far percepire l’opposto, siamo tutti consapevoli del fatto che a Genova gli spazi dedicati all’intrattenimento rappresentano oggettivamente un problema.
Non siamo famosi per le nostre grosse piazze, per i nostri sofisticati locali o per le zone dedicate alla movida. Dei locali che sono solito frequentare solo alcuni hanno un dehor. Non conosco nemmeno tanti dehors che superino qualche decina di coperti.
Vi porto quindi di seguito alcuni spunti di riflessione:
- Che impatto economico rischia di avere quindi questa normativa sulle attività commerciali che prima vivevano anche e soprattutto grazie all’asporto?
- Come reagirà chi non troverà un posto a sedere per consumare la propria birra? Quali comportamenti attuerà?
- Come si sentirà chi non ha la possibilità di pagare una birra media 7,00€ per essere servito al tavolo di un locale?
- Quale impatto sociale avrà il non potersi aggregare in una piazza o fuori da un locale in una sera estiva per consumare una merda di birra?
- Dobbiamo ridurci davvero ad essere distribuiti e segmentati nelle nostre abitazioni a causa di un modello di società classista?
Mi viene il dubbio che qualcuno ci preferisca cosi: lontani uno dall’altro.
Il nostro ruolo: conclusioni
Arrivati a questo punto ho espresso la quasi totalità delle mie perplessità in merito a questa normativa, di cui si potrebbe parlare ancora per ore.
Cercando di mantenere un approccio oggettivo ho tentato di coinvolgervi in un momento di pensiero e di riflessione, offrendo qualche spunto. Spero di esserci riuscito nonostante la mia sensibilità all’argomento.
Perché l’ho fatto?
Perché credo che ora più che mai sia importante farsi delle domande ed interrogarsi. Mani dotate di strumenti come la propaganda, il marketing e la comunicazione rappresentano per la nostra generazione un pericolo da non sottovalutare.
L’ho fatto anche perché – in quanto cittadino e regolare contribuente – pretendo di essere amministrato adeguatamente dalle persone a cui pago lo stipendio.
Ho scritto anche per avere l’occasione di ricordarvi di firmare contro l’ordinanza (pulsante qui sotto) e per segnalarvi la manifestazione spontanea di venerdì 7 luglio organizzata da alcune realtà genovesi per rivendicare il diritto a vivere lo spazio pubblico.
Ma l’ho fatto soprattutto perché non vedevo l’ora di arrivare a questo momento:
Ma regà, ci pensate vedersi alle 21.00 in spiaggia a Vernazzola per bersi una birra può essere a tutti gli effetti considerato un atto di disobbedienza civile?
Prosit!
Immagine di copertina:
Immagine generata da un’intelligenza artificiale (Dall-E) e rielaborata da Martina P.
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