Arrivare al castello di Senarega è una di quelle rilassanti scampagnate che danno una svolta alle afose giornate cittadine: le curve gentili della Valbrevenna, ombreggiate dal bosco e ventilate dalla brezza estiva, metterebbero nella migliore delle disposizioni anche il più orso tra i genovesi.
Senarega è esattamente il tipico borgo appenninico che ti aspetti – la chiesa, la piazza, la trattoria, le casette di campagna. E il castello, o meglio, la torre di guardia dei Fieschi, che proteggeva i viandanti che scollinavano tra la Liguria e il Piemonte in cerca di ripari sicuri.
In questa cornice da Arcadia, ha inaugurato il 30 luglio Why Should Not We Enjoy an Original Relation to the Universe?, la mostra collettiva di Pinksummer Contemporary Art, in trasferta nell’ambito del programma Pinksummer goes to.
Il castello, restaurato completamente nel 2014, ospita negli spazi comuni opere d’arte che parlano proprio di quella natura così distrattamente contemplata fino a pochi minuti prima di giungere in paese e che, improvvisamente, riacquisisce tutto il suo carico di perturbante bellezza e mistero.
Sarebbe stato facile, dati i movimenti che hanno animato le piazze fino a ridosso del lockdown, rifugiarsi dietro un’estetica ecologista e, in quanto tale, gravata dalla morale del rapporto sbagliato dell’uomo con l’ambiente e dal peso della necessità di un riscatto. Invece, la mostra trova il modo di restituire quel significato umanissimo di fascinazione, quel desiderio di ricongiungimento che nasce dall’osservazione e dalla consapevolezza di un’alterità con la natura ormai al limite dell’incolmabile.
Curiosamente, quasi non si trovano presenze animali: nemmeno la tela di ragno di Tomás Saraceno ospita più il suo artefice, così come i rami di Bojan Šarčević portano solo i segni di un avvenuto attrito con un’altra creatura – che sia la criniera di un cavallo o la chioma di una ragazza perduta nel bosco, non si sa.
L’unico animale a palesarsi davvero è l’uomo, che tenta un ascolto vero delle intemperie (Luca Vitone) o addirittura della materia inorganica (Tomás Saraceno), che accenna un dialogo mediato dalla tecnica (Luca Trevisani), che conquista territori del presente e del passato (Mark Dion, Cesare Viel), che immagina una nuova ricchezza originata dalla perdita e dalla crisi (ancora Luca Vitone, negli schizzi per il Parco del Polcevera su progetto di Stefano Boeri).
Foto di Virginia L. Foto di Virginia L.
La mostra di Pinksummer è delicata, ma asciutta e senza fronzoli, rispettosa del contesto in cui è installata anche nell’impostazione e nei materiali dell’allestimento. Chi si fosse perso il vernissage alla presenza di Luca Vitone, potrà certamente rimediare partecipando a uno dei prossimi eventi che avranno luogo al castello di Senarega:
- 8 agosto: la scrittrice Rosa Matteucci leggerà i Tarocchi realizzati da Tomás Saraceno;
- 15 agosto: performance di Mefistofele Documenta;
- 22 agosto: l’apicoltore Alberto Pesavento tratterà di api, alveari e polis;
- 29 agosto: Cesare Viel rivisiterà all’aperto la performance Il giardino di mio padre, tenutasi per la prima volta presso il PAC di Milano in occasione dell’inaugurazione della mostra Più Nessuno da Nessuna Parte, a ottobre 2019.
Assolutamente da non perdere. E già che si è lì, una sosta al museo etnografico di Senarega è d’obbligo.
La mostra sarà visitabile fino al 13 settembre 2020.
Immagine di copertina:
Castello Fieschi a Senarega, Valbrevenna. Foto di Virginia L.
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