La nuova Genova secondo Bucci?

La nuova Genova secondo Bucci?

La nuova vocazione di Genova è stata decisa dall’alto: turistica e logistica, persone e merci che attraversano la città. Ma a che prezzo?
17 Marzo 2024
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Se guardiamo senza troppa malizia pregiudiziale all’operato del sindaco in questi due mandati, al di là di singoli più o meno azzeccati provvedimenti, bisogna ammettere che almeno ha una visione della città.

Visione che mancava alle giunte precedenti, forse intrappolate nella retorica di “buona amministrazione” che tanto il PD ha sbandierato nelle sue storiche fortezze, e che negli anni è progressivamente sbiadita nella lenta perdita di rilevanza della città, dovuta a molte cause diverse.

Bucci ha offerto delle promesse di rinnovamento: urbanistico, economico, sociale. Promesse che poi ha perfino cercato di mantenere. Che questo rinnovamento, che questa visione, abbia effetti positivi per la città, sia condivisibile, però è un altro paio di maniche. 

Ma quale sarebbe questa visione della città che ha in mente il sindaco? 

La furia di rinnovamento urbanistico e infrastrutturale dell’amministrazione si declina in molti modi in molti quartieri genovesi, dalla famigerata funivia sopra Lagaccio, all’altrettanto discusso progetto dello skymetro della Valbisagno, al Waterfront di Levante, alla chiacchierata nuova diga del porto, ai depositi chimici di Sampierdarena, per non parlare del lungamente favoleggiato tunnel subportuale, recentemente tornato in auge. 

Dopo la ricostruzione del ponte sul Polcevera, sicuramente Bucci verrà ricordato, nel bene e nel male, per aver promosso queste opere gigantesche, avviate anche grazie al fortunato allineamento di Governo, Ministero delle Infrastrutture (con sottosegretario genovese, Edoardo Rixi), Regione (e relativi enti che rilasciano autorizzazioni), Comune e Municipi, tutti in mano a varie tonalità di destra alleata.

Di questa geometria quasi perfetta solo i municipi a volte frenano, dovendo rispondere più direttamente agli elettori sul territorio. Infatti molte di queste opere impattano su quartieri popolari come appunto Sampierdarena, Lagaccio, Marassi e le ricadute positive di queste opere sui quartieri sono assai discusse. 

Secondo i comitati, la funivia è un capriccio o un regalo all’industria delle crociere che incomberà sul popoloso quartiere di Lagaccio, così come la voracità di spazi del porto ridurrà ulteriormente la vivibilità di Sampierdarena. 

Il Waterfront di Levante, con il marchio Renzo Piano come garanzia per gli investitori, beneficerà questi ultimi creando dal nulla o quasi un lussuoso angolino in un quartiere dimesso, ma cosa comporterà per il quartiere oltre a un aumento degli affitti? 

E ancora, secondo molti esperti, la diga, necessaria per tenere il porto competitivo per navi container sempre più gigantesche, sarà tecnicamente di difficile realizzazione oltre a schiacciare sempre di più la città sotto il peso sempre maggiore della merce in transito.

In ogni caso l’appalto è già assegnato a Webuild, già Salini Impregilo, e già coinvolta nella ricostruzione del Ponte Morandi. E come per il Ponte Morandi, Bucci è commissario con poteri straordinari. 

Il tunnel potrebbe alleviare il traffico cittadino se non fosse per il complementare abbattimento di un tratto di sopraelevata che sembra più legato al Waterfront e all’effetto parco giochi turistico che si vuol dare al porto antico. 

Opere urbanistiche a Genova
Crociera e Lanterna. Foto di Federico DS.

Il sindaco manager di successo, uomo del fare, quanto è disposto a sacrificare della città per stare sul mercato? 

Se invece preferiamo supporre la buona fede di Bucci, dobbiamo allora pensare a una certa ingenuità. Forse perfino una dote del visionario, nel senso di chi ha una visione, un progetto veramente avanti rispetto al suo tempo. Ma ingenuità resta e la visione ha una sua oscurità se riduce il rilancio di Genova a una svendita. 

Infatti, cinismo o ingenuità, il risultato non cambia:

Genova sembra destinata a essere venduta a tranci su mercati feroci, rendendola sempre meno accogliente per chi ci vive a favore di chi o cosa la attraversa. Ingenuità nel non chiedersi quanto durerà, che conseguenze avrà.

D’altra parte la ricchezza novecentesca della città era fondata sulla produzione industriale e sull’attività portuale. La nuova vocazione della città è stata decisa: turistica e logistica, persone e merci che attraversano la città, travolgendola. 

Immagine di copertina:
Veduta del porto di Genova. Foto di Federico DS.


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