È di qualche giorno fa l’annuncio da parte dell’Amministrazione genovese della nuova edizione del Tricapodanno, che segue le due precedenti (2022/2023 e 2023/2024).
Evento che, nel corso degli anni, ha portato con sé apprezzamenti, critiche, grandi investimenti, indagini e molto altro.
Tra tutti questi elementi ne spicca uno a cui è davvero difficile rimanere impassibile: parliamo del commento di Primocanale, una delle principali emittenti cittadine, su questa nuova edizione del Tricapodanno.
Percorriamo insieme, aiutandoci proprio con i commenti della redazione di Primocanale, la strada che ci ha portato a questo chiaro esempio di (non) informazione.
L’approccio comunicativo
Martedì 10 dicembre, con un post sul proprio profilo Instagram, Primocanale commentava così l’annuncio della nuova edizione del Tricapodanno:
“Proprio all’ultima curva sono caduti i veli sul Capodanno di Genova. Anche questa volta saranno tre le serate organizzate in piazza ma, come era prevedibile, nulla a che vedere con lo spettacolo degli anni scorsi. Basta leggere i nomi di chi salirà sul palco la notte di San Silvestro per rendersene conto. Il raffronto è impietoso.”
La seconda parte della frase mi ha fatto vergognare solamente a citarla.
È davvero un orrore: in un’unica frase si è riusciti a calpestare il valore e la dignità artistica di ognuno dei e delle presenti a questa edizione, nonché a offendere chi in quell’occasione starà comunque lavorando (artisti compresi). Perché, ricordiamolo, per noi è intrattenimento, ma su (e dietro) quel palco ci sono professionisti e professioniste al lavoro.
Comunque non sono stupito: non è una novità che qui a Genova sia necessario essere i migliori per essere qualcosa (articolo di wall:out La retorica del “Celolunghismo”: essere più degli altri per essere qualcosa).
Quel “ma, come era prevedibile”, invece, è emblematico.
Verrebbe da chiedere a Primocanale: “Era prevedibile perché? Vogliamo raccontarlo a chi vi legge?”. E qui lo raccontiamo.
Il tricapodanno e i bandi pubblici
Con Tricapodanno ci si riferisce alle iniziative, organizzate da Comune e Regione, previste nel Comune di Genova nelle serate del 29, 30 e 31 dicembre negli ultimi tre anni.
La normativa che regola l’utilizzo di fondi pubblici per organizzare eventi stabilisce l’obbligo di indire bandi o procedure di evidenza pubblica:
questo deriva principalmente dal Codice dei Contratti Pubblici e dalle disposizioni generali sulla trasparenza e sull’uso dei fondi pubblici.
L’Amministrazione Comunale ha infatti indetto una gara europea per l’affidamento dei servizi di organizzazione e realizzazione con una base di 820 mila euro divisi in due lotti (il bando è stato vinto da Duemila Grandi Eventi, unica applicante).
Ma gli anni scorsi non è andata così.
Il Tricapodanno negli anni passati
Entrambe le precedenti edizioni del Tricapodanno sono finite sotto la lente di ingrandimento del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, a cui la Procura e la Corte dei Conti hanno affidato le indagini.
Per la prima edizione, quella del 2022-2023, l’ipotesi degli investigatori è che un appalto da quasi 500 mila euro possa essere stato suddiviso in quattro per evitare appunto la gara pubblica (stare sotto i 149.000€ consente l’affidamento a trattativa diretta, senza gara).
I sospetti sono quindi quelli di ‘reato di abuso d’ufficio’ e di ‘turbata libertà degli incanti’.
Per l’edizione 2023-2024, invece, l’aggiudicazione a Mediaset è avvenuta senza un vero bando di gara. Il Comune di Genova, tramite un accordo quadro stipulato con l’agenzia regionale In Liguria, ha infatti indetto una procedura negoziata senza bando, che prevede questa possibilità nei casi in cui (udite bene!) “lo scopo dell’appalto consiste nella creazione o nell’acquisizione di un’opera d’arte o rappresentazione artistica unica”.
E anche qui, di fatto, è stata aperta un’inchiesta, le cui ultime news risalgono a Luglio 2024.
Una rappresentazione artistica unica, bah.
La Repubblica, inoltre, sul Tripocapodanno scrive:
“E sembra di capire che l’indagine sul Tricapodanno – sia quella penale che quella contabile – possa avere tanti punti in comune con la corruzione che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Giovanni Toti, in carcere l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini e raggiunto dall’interdittiva il consigliere di amministrazione di Esselunga Francesco Moncada.”
Aggiungendo due elementi piuttosto importanti alla storia:
- “sabato 31 dicembre 2022 l’allora presidente del porto, Signorini firmava tre decreti, per complessivi 330 mila euro, con i quali Palazzo San Giorgio si impegnava a finanziare tre eventi. Uno di questi, per un ammontare di 50 mila euro, era il Tricapodanno genovese.”
- Il fatto che l’ormai ex Presidente della Regione (Giovanni Toti) fosse un ex dipendente Mediaset, dettaglio sicuramente non trascurabile
Mi sembra opportuno inoltre ricordare a lettori e lettrici anche un altro aspetto della storia:
durante l’ultima serata della precedente edizione del Tricapodanno, è stata magicamente e temporaneamente abolita la repressiva, ingiusta e classista normativa in vigore nella città di Genova (articolo di wall:out Genova brinda al classismo: la birra in spiaggia come simbolo di resistenza).
Della serie “se la festa siamo noi a farla, allora va tutto bene e i fantomatici problemi di sicurezza legati al consumo di bevande alcoliche vengono meno”.
La controversa opinione di Primocanale
Primocanale ci ha tenuto a sottolineare come “la presenza di Mediaset a Capodanno abbia regalato a Genova decine di milioni di contatti con la copertura nazionale televisiva e una media di 2,6 milioni di utenti al minuto con il 18,5% di share”.
Premesso che continuiamo a rivedere la perenne logica dei numeri e l’ambizione di primeggiare per poter effettivamente esser considerati qualcosa di valido, è opportuno segnalare che nella medesima serata “L’anno che verrà” su Rai1 ha vinto a mani basse registrando 6,2 milioni di telespettatori e uno share del 40,06%.
Secondariamente, e non intendo prendermi merito alcuno per essere l’autore, è divenuto virale il mio contenuto su Facebook che letteralmente sbugiardava la maldestra conta delle affluenze all’evento in questione.
Bastava fare due calcoli elementari per rendersi conto che 40.000 persone – come dichiarato da Giovanni Toti nell’intento di celebrare l’iniziativa – in Piazza De Ferrari non potessero effettivamente starci (né avrebbero dovuto, grazie alle norme sulla sicurezza).
Però quanto scritto finora sembra non aver minimamente interessato la redazione di Primocanale, che si premura di ritrarre Giovanni Toti, intento a sbocciare una bottiglia di champagne, sulla folla.
Quel “Si può criticare sempre tutto MA” assume tratti a dir poco magici, pensando che in foto vediamo l’ex Governatore della Regione Liguria Giovanni Toti (che oggi è noto per aver patteggiato per i reati di corruzione impropria e finanziamento illecito) godere di una visibilità nazionale sul palco di un evento del capoluogo della Regione che governa(va).
Senza che quell’evento, però, sia passato per un bando pubblico.
Ma se per Primocanale non riconoscere questa straordinarietà sarebbe addirittura “negare la realtà”, a me invece questa slide sembra un goffo tentativo di idolatrare l’amministrazione locale.
E la frase “[..] dell’immagine che Genova ha avuto a costi irrisori grazie a chi ha saputo convincere Mediaset a scegliere Genova” sembra confermarlo.
Amministrazione, per altro, che quest’anno ha cambiato modello, passando effettivamente (e finalmente, oserei direi) attraverso l’assegnazione tramite bando di gara.
Mossa che a quanto pare non è piaciuta a Primocanale, che ha commentato infatti così:
“Ora in modo quasi arrogante si è voluti passare da una gara pubblica per vedere se altri network nazionali o internazionali ambissero a venire a Genova”
L’effettiva analisi
I motivi per cui rispettare la legge e far le cose come debbano esser fatte debbano esser definiti addirittura arroganti, mi sfugge.
Arrogante mi pare invece, a titolo d’esempio, ostinarsi a tentare di rendere operativo il CPR in Albania quando invece risulta essere in chiaro contrasto con le normative internazionali.
Arrogante è conoscere la legge (o ancor peggio, ignorarla) e ostinarsi ad andare avanti con la presunzione che “in qualche modo ce la faremo”: il tutto a spese della popolazione italiana e sulla pelle di disperati.
Invece di definire questo come “arrogante”, suggerirei a Primocanale i seguenti interrogativi:
- Come mai (“stranamente”) non si è replicato il modello degli anni scorsi ed è stato invece regolarmente messo a gara l’evento?
- Anche quest’anno i vincitori del bando potranno usufruire degli spazi della Regione (per adibirli a camerini e spogliatoi) mentre i contribuenti pagano i funzionari pubblici per far scatole e traslocare?
E allora mi domando se Primocanale, invece di quell’infelice frase d’apertura, non avrebbe potuto scrivere qualcosa come:
“Proprio all’ultima curva sono caduti i veli sul Capodanno di Genova. Anche questa volta saranno tre le serate organizzate in piazza ma, trattandosi della prima edizione realizzata effettivamente dal vincitore di un bando pubblico, lo spettacolo sarà diverso!”.
E i professionisti e le professioniste del mondo dello spettacolo avrebbero goduto del rispetto che merita qualsiasi lavoratore e lavoratrice.
E tutti noi avremmo visto rispettato il diritto all’informazione: perché quella che Primocanale ha definito “analisi”, avrebbe dovuto esser definita “personale e condizionata interpretazione dei fatti”.
Immagine di copertina:
Immagine generata con AI. Fonte Dall-e
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