Sentiero Storico Colombiano

Il Sentiero Storico Colombiano: un inno al turismo lento genovese

Il sentiero di Cristoforo Colombo è una riscoperta che dovremmo conservare. Ne abbiamo parlato con Roberto Giordano, runner e ambasciatore della Superba nel mondo.
16 Gennaio 2021
4 min
2.9K views

Qualche tempo fa, qui su Wall:Out, facemmo uscire un articolo che riguardava le cosiddette Colombiadi del ’92. A cinquecento anni dal memorabile viaggio di Cristoforo Colombo del 1492, infatti, l’expo scelse di svelarsi a Siviglia e a Genova, le due città simbolo del celebre esploratore italiano. Ebbene, il 1992 divenne automaticamente un anno cruciale per il rilancio della città, sotto il punto di vista turistico, quello urbanistico e quello degli investimenti infrastrutturali (si veda per esempio l’inizio delle costruzioni per la metropolitana, la creazione del Bigo e l’inaugurazione dell’Acquario). Una cosa che invece si è dimenticata, e che si è persa sotto il peso del tempo, è stata la riapertura del Sentiero Storico Colombiano.

Si è trattato di un intervento diretto sul territorio. Questo ha comportato alcuni lavori necessari per poter garantire l’utilizzo in sicurezza di un tracciato a piedi.

Dal quartiere di Quinto al Mare verso l’entroterra giungendo fino a Terrarossa di Moconesi

Diciannove chilometri di trekking (che diventano 21 con le varianti), sulle orme di quello stesso percorso che secondo la storia portò la famiglia Colombo dalla Val Fontanabuona alla costa genovese. Gli sforzi per la realizzazione del collegamento mare-monti erano stati notevoli, tuttavia nei trent’anni successivi il calo dell’entusiasmo iniziale e l’incuria dettata dalla scarsa frequentazione del tragitto hanno quasi portato all’oblio il Sentiero Storico Colombiano.

Sentiero Storico Colombiano
Sentiero Storico Colombiano. Foto di Roberto Giordano

Fino al 2020. È infatti dalla scorsa estate che grazie all’iniziativa lanciata da Roberto Giordano, accolta da varie personalità (tra cui Leonardo Lagomarsino, che aveva guidato le operazioni nel 1992) e appoggiata dal Comune di Genova, si è potuta lanciare una riscoperta di questa antica via.

Per secoli, il passaggio tra le vallate interne della Liguria e il litorale marittimo è stato garantito da mulattiere e sentieri che permettevano anche discreti scambi commerciali tra le parti. Inoltre, l’intricato passaggio di rotte di pellegrinaggio verso Roma e altri luoghi santi ha permesso lo sviluppo di numerose strutture di ricezione anche in zone relativamente lontane dai centri urbani. È il caso per esempio dell’hospitalis di Pozzuolo, una casa di accoglienza per i viandanti che da Santiago di Compostela e dal resto d’Europa decidevano di puntare l’Italia, ma anche per i commercianti che dalla pianura padana si spingevano verso il mar Ligure.

I lavori per il recupero sono stati iniziati già nel 2016, grazie al contributo di alcuni volontari del comune di Sori.

Oggi il luogo può godere ancora di maggiore attenzione, rappresentando infatti uno degli elementi architettonici più interessanti che si possono incontrare lungo il Sentiero Storico Colombiano. Le sue origini risalgono all’inizio del XIII secolo, quando l’arcivescovo di Genova ricevette la possibilità di costruirvi una chiesa. Il sito si trova dietro il Monte Cordona (801 metri s.l.m.).

Qual è il giro che compie questo sentiero?

Proponiamo qui la variante che consente di evitare fin quanto possibile i pezzi asfaltati.

Premettiamo che l’ideale sarebbe percorrerlo da Terrarossa a Quinto, presentando un andamento meno impegnativo. Data la lunghezza notevole, il consiglio è di compierne una parte a un ritmo tranquillo, che vi consenta di godervi quello che avete intorno.

Se voi voleste partire direttamente dalla città (ossia da Nervi), dovete avere come primo obiettivo San Rocco, poco distante da Sant’Ilario e con un’ottima vista panoramica sul levante cittadino. Da lì ci si insinua nella natura, seguendo il profilo della cresta che va a toccare dapprima il Passo Crocetta del Monte Giugo e in seguito il Monte Cordona. Questo tratto, che presenta un dislivello notevole, risulta comunque piacevole, essendo ben segnato, pulito ed esposto verso punta Chiappa. 

Con una giornata soleggiata può diventare una gita senz’altro meritevole di essere intrapresa.

Una volta saliti in quota, si deve proseguire in direzione del monte Cornua (691 metri s.l.m.), passando per case Becco. Il costeggiamento sopra i borghi di Canepa e Sussisa permette di osservare la valletta di Sori dall’alto, da un punto di vista privilegiato. Successivamente occorre proseguire verso Uscio, che viene appena sfiorato durante la discesa finale. Questa conduce gradatamente fino a Terrarossa Colombo, a poca distanza dallo stabilimento della Covim di Tribogna, di cui abbiamo parlato in un altro articolo.

Sentiero Storico Colombiano
Sentiero Storico Colombiano. Foto di Roberto Giordano

È qui che si conclude il nostro piccolo viaggio a piedi.

Il rilancio del Sentiero Storico Colombiano, come ci ha spiegato Roberto Giordano, può rappresentare un’opportunità per la valorizzazione dei comuni interni che vengono toccati dal tracciato. Di distanze a piedi ne ha coperta qualcuna, lui, negli anni passati: runner con decine di maratone e ultratrail alle spalle, ha condotto su Rete 4 il programma “Correndo per il mondo”, grazie al quale ha avuto l’opportunità di sperimentare deserti, isole mediterranee, paesi lontani e vicini. In gran parte sulle proprie gambe, con le scarpe da corsa allacciate. 

Recentemente gli è stato conferito il ruolo di ambasciatore della Superba nel mondo dal Comune di Genova e ha deciso di dedicare parte della sua attenzione al ripristino e al potenziamento della sentieristica locale.

Per quanto concerne questo progetto nello specifico, esprime notevole soddisfazione per il risultato raggiunto. Aver potuto riportare l’attenzione della gente nei confronti dell’itinerario è motivo di orgoglio, in un momento storico non banale (travolto dalla pandemia che stiamo vivendo) che ha sollevato un bisogno maggiore del cosiddetto “turismo lento”.  

Con questa espressione si intende una forma di fruizione sostenibile del territorio, attenta all’equilibrio tra l’ambiente naturale e le attività umane che si sviluppano al suo interno. L’operazione ha comportato alcuni costi non indifferenti, che hanno richiesto un periodo di ricerca di sponsor per poterli sostenere. Lungo il sentiero sono stati posizionati circa quaranta cartelli, oltre a una revisione dei segnavia bianco-rossi che indicano la direzione da seguire.

Le vedute che si possono apprezzare man mano che ci si slancia sui crinali, sul confine tra il mare e i monti, possono regalare un po’ di avventura, per un weekend diverso dal solito. 

La storia potrebbe letteralmente aver camminato sulle pietre e sui terreni proposti dal sentiero: Colombo, insieme alla sua famiglia, potrebbe in effetti aver raggiunto Genova attraverso questa altavia. Chissà, forse il primo richiamo per il mare giunse tra quegli scorci, mirando le onde lunghe dalla cima del Cordona. È giusto mantenere il condizionale, poiché circa l’effettivo luogo di nascita dello scopritore delle Americhe esistono ancora oggi diverse tesi.

Ciò che conta e che ci preme affermare è di non lasciare che, come già accaduto dopo il 1992, questa piccola perla per il trekking vada a disperdersi nell’oblio della memoria di quartiere. Abbiamo la fortuna di vivere in una regione che permette di sperimentare nell’arco di una manciata di ore i paesaggi più diversi. Non lasciamoci scivolare questa occasione dalle mani come sabbia fine e inconsistente.

Sentiero Storico Colombiano
Sentiero Storico Colombiano. Foto di Roberto Giordano

Immagine di copertina:
Foto di Pietro B.


Scrivi all’Autorə

Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.


Classe ’95. Laureato in Scienze Internazionali e in Storia contemporanea.
Innamorato del mondo e con un semestre in Norvegia alle spalle.
Nel giugno 2018 ha fondato il progetto editoriale Frammenti di Storia, che porta avanti quotidianamente insieme a giovani da tutta Italia. Appassionato di geopolitica, di trekking e di vita outdoor in genere. Sta poco fermo.

Lascia un commento

Fiera del Libro
Articolo Precedente

Piccola apologia del libro come oggetto materiale

Mascherina
Prossimo Articolo

Mascherina: l’uniforme 2.0

Ultimi Articoli in Reportage

TornaSu

Don't Miss