Gli affreschi della cappella cinquecentesca di San Giacomo a Mareta in Valbrevenna

Gli affreschi della cappella cinquecentesca di San Giacomo a Mareta in Valbrevenna

In Valbrevenna vi è un’antica cappella dedicata a San Giacomo Apostolo, uno fra i più antichi ex voto ad affresco giunto a noi nel nostro territorio.
14 Dicembre 2023
4 min
1.4K views

In questa vallata, in una piccola frazione, anticamente Amareta, oggi Mareta, posta sulla costa, si trova un’antica cappella dedicata a San Giacomo Apostolo. Questa fu fatta edificare nel lontano 1573 da Pasqualino della Mara, abitante di quei luoghi.

La fece poi decorare per voto e in segno di devozione, come indica il cartiglio dipinto sotto la figura dell’Angelo Annunciante della lunetta che recita:

In onore del omnipotente Idio o fato fare questa capella io Pasqualino Per mia devotione me in voto a S.to Iaccomo mio patrono a di 7 zuhgno nel 1576”.

Questo riportava anche il Remondini in una sua descrizione del 1891. 

Gli affreschi, che si dispongono in uno spazio di pochi metri quadrati, raffigurano nella volta a botte racchiuso in una nicchia triangolare il Padre Eterno che benedice il Mondo.

Nella lunetta della parete l’Annunciazione, con figure a mezzobusto rappresentanti a sinistra l’Arcangelo Gabriele, con un grande giglio in mano ed il cartiglio ove sta scritto: ”Ave Maria, gratia plena dominus tecum”.

A destra vi è la Madonna, davanti al leggio su cui appare un libro aperto sul Salmo L 17 che riporta: ”Domine labia mea aperies et os meum adnuntiabit”.

Nel registro inferiore poi la Madonna in Maestà, ossia in trono, con in braccio il Bambino ed ai lati San Giacomo Apostolo alla sua destra e San Giovanni Battista alla sua sinistra. 

L’autore del ciclo di affreschi ci è ignoto ma dall’analisi stilistica si può capire come si tratti di un artista legato alla cultura pittorica tardo quattrocentesca e come ciò testimoni il fatto che questo stile fosse ancora presente nelle aree lontane dalle grandi città. 

Il pittore delinea i personaggi con un tratto lineare deciso, ben marcato e con solamente quattro colori, ossia il giallo oro, il rosso mattone, il verde e l’azzurro scuro, posti in contrasto con lo sfondo bianco calce della parete.

Alla vista si produce un mirabile effetto che risulta il pregio stilistico più notevole dell’opera. 

Oltre a questo contrasto cromatico è presente anche quello concettuale, poiché raffigurazioni facenti parte della grande tradizione del Quattrocento e del Gotico Internazionale qui si rivelano in una dimensione popolare, senza con ciò perdere il loro valore e l’intensità espressiva, come si vede nella figura del Padre Eterno con la lunga barba fluente, nel panneggio delle vesti e nel volto della Vergine in trono, nella figura di San Giacomo. 

Storia di questo piccolo monumento

La Dottoressa Giovanna Rotondi Terminiello, curatrice del restauro effettuato dalla Sovrintendenza alle opere d’arte negli anni Settanta dello scorso secolo, rilevava come da un punto di vista iconografico l’artefice si dimostrasse legato ad una tradizione che, in altri contesti, risultava superata da parecchio tempo, dimostrando incertezze in campo prospettico ed anatomico: per tali motivi la classificazione degli affreschi risultava pressoché impossibile, non diminuendo con ciò il loro valore, soprattutto da un punto di vista storico.  

La presenza della Cappella fu segnalata dal Remondini in una sua testimonianza del 1891, ove comprendendone il valore, lamenta, giustamente indignato, le condizioni nelle quali versava, ridotta com’era a ricettacolo di immondizie ed a ricovero di attrezzi agricoli:

“(…) di questo cimelio non fanno caso né i terrieri, né chi è preposto alla conservazione de le cose sacre, altrimenti non sarebbe tollerato che riuscisse a ricettacolo de rustici istrumenti“. 

Una testimonianza della storia di questo piccolo monumento, si trova poi nei protocolli del notaio del tempo Giacomo Roccatagliata, ove si legge l’ordine della Curia per la sua benedizione:

1573, 22 luglio. Lettera della Curia scritta al Rettore di S. Lorenzo di Pareto…. Essendo che Pasqualino della Mara per sua devotione ha fabricato o fatto fabricare una capella in la detta villa de Mara sotto titolo di S.to Iaccomo… la benediciate con l’asperges dicendo il Miserere“. 

Nel 1970 la Provincia di Genova ha provveduto alla riparazione del tetto e la Sovrintendenza per i Beni Artistici e Storici della Liguria, su finanziamento del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, ha provveduto al restauro degli affreschi sotto la direzione della Dottoressa G. Rotondi Terminiello con l’intervento del restauratore Jan Kosinka.

Prima dei restauri la pellicola pittorica risultava parzialmente coperta dai sali, in parte sollevata e in parte caduta. 

Il restauro ha provveduto al fissaggio della superficie pittorica e al consolidamento delle parti di intonaco distaccate, alla ripulitura della pellicola pittorica con ammonio bicarbonato e sodio bicarbonato, al ripristino delle lacune con malte di polvere di marmo ed al restauro pittorico tramite colori a tratteggio ed a velatura. 

Questo dipinto è inoltre degno di particolare nota, poiché rappresenta uno fra i più antichi esempi giunto fino a noi di ex voto ad affresco, nel nostro territorio; esso risulta quindi fra i pochissimi e antichi esemplari di questo genere in Liguria.

Bibliografia
G. Meriana, “Pittura votiva in Liguria” Sagep Editrice, Genova, 1995
G. Meriana (a cura di), “Liguria Guide. Valle Scrivia”, Sagep Editrice, Genova, 1989
G. Meriana, C. Manzitti, “Alta valle Scrivia, un patrimonio naturale ed artistico”, Sagep, Genova, 1974
G. Meriana, C. Manzitti, “Alta Valle Scrivia, un patrimonio naturale e artistico”, Genova ,1973
G. Rotondi Terminiello, “Un ciclo di affreschi del 1576 nella cappella di San Giacomo a Mareta”, in “Bollettino Ligustico”, XXX – ¼, Genova, 1978
G. Meriana, “La Liguria dei Santuari”, Sagep, Genova, 1987
O. Dogliotti, “Valle Scrivia”, Sagep, Genova, 1981 G. Rotondi Terminiello, “un ciclo di affreschi del 1576 nella cappella di San Giacomo a Mareta”, Bollettino Ligustico, XXX, 1/4, Genova, 1978
A. Remondini, M. Remondini, “Parrocchie dell’Archediocesi di Genova”, Genova, 1891, Reg. XIII
G. Meriana, M. Valerio Pastorino, “Dialoghi sotto la pergola”, Sagep, Genova, 2011

Ringrazio il Centro Studi Storici per l’Alta Valle Scrivia e località viciniori per gli imponenti riferimenti storico-bibliografici e documentali forniti e all’opera dello studioso Giovanni Meriana nella promozione del restauro e valorizzazione della cappella parte integrante dell’Itinerario I del Museo Storico Alta Valle Scrivia.

Immagine di copertina:
Particolare degli affreschi della cappella cinquecentesca di San Giacomo a Mareta in Valbrevenna
. Fonte Archivio di Aldo Scorzoni


Scrivi all’Autorə

Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.


Insegnante, ma di formazione storico dell’arte e amante della ricerca specializzato sulla pittura su tavola del Quattrocento e sulla ceramica ligure. I suoi interessi di studio comprendono l’arte medievale e moderna, ha lavorato in diversi musei locali e collabora con riviste e associazioni per la valorizzazione del patrimonio diffuso.

Prè come Soho questo weekend
Articolo Precedente

Prè come Soho questo weekend

Il teatro storico di Villa Duchessa di Galliera a Voltri
Prossimo Articolo

Il teatro storico di Villa Duchessa di Galliera a Voltri

Ultimi Articoli in Medium

MSC - Il Secolo XIX: quando le navi comprano i giornali.

Quando le navi comprano i giornali

Il colosso dello shipping MSC ha comprato il SecoloXIX, il principale quotidiano genovese. Una mossa del Risiko portuale che merita più attenzione.
TornaSu

Don't Miss