Arte Povera

Genova e l’Arte Povera

Nel 1967 inaugura alla Galleria Bertesca la prima mostra dell’Arte Povera.
24 Giugno 2020
3 min
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27 settembre 1967, Genova.
Alla Galleria Bertesca, in Via SS. Giacomo e Filippo al numero 13R, inaugura la mostra Arte Povera – Im Spazio curata da Germano Celant.

La Bertesca

La Galleria Bertesca fu fondata nel 1966 da Francesco Masnata, all’epoca 25enne, e Nicola Trentalance, 24enne, mentre il logo fu disegnato da Marcello Morandini. La prima mostra, realizzata nell’anno della fondazione, ebbe come titolo American Pop Artists e tra gli artisti figuravano anche Lichtenstein e Warhol.

La Bertesca portava un nome simbolico, che “sta a significare la galleria coperta in termini medievali” affermava Francesco.

Cambiò diverse volte sede nel capoluogo ligure, passando a salita Santa Caterina, via Gavotti, salita della Tosse e di nuovo salita Santa Caterina.

Sono numerose le mostre organizzate presso la galleria che vengono citate in molti cataloghi di artisti che hanno fatto e fanno la storia dell’arte contemporanea.

Germano Celant

Germano Celant nasce a Genova nel 1940. Si specializza in storia dell’arte, in particolare sul periodo del Barocco. È a Roma, attraverso un’opera di Jackson Pollock, che si avvicina al contemporaneo e intende comprenderlo. Comincia quindi a frequentare gallerie e artisti dell’epoca.

Nel 1963 inizia a scrivere per la rivista Marcatre della quale diventa segretario di redazione. A 24 anni è curatore del Museo Sperimentale di Arte Contemporanea a Torino dove inizia a configurarsi una particolare ricerca, intrapresa da giovani artisti contemporanei dell’epoca. È proprio nel 1967 che organizza presso la galleria La Bertesca di Genova Arte Povera e IM Spazio

Il 23 novembre, 2 mesi dopo l’inaugurazione della mostra, pubblica un saggio su Flash Art, no. 5 Novembre-Dicembre 1967, dal titolo Appunti per una guerrigliaÈ così che nasce il termine Arte Povera, un gruppo di artisti che in realtà si scioglierà poco dopo, nel 1971.

Il nome coniato da Celant, tuttavia, verrà sempre utilizzato per definire quella compagine e le teorie e pratiche che accomunarono le loro ricerche. Celant realizza mostre in tutto il mondo. Fondamentale Italian Metamorphosis 1943-1968 organizzata al Guggenheim di New York dove diventerà poi senior curator.

Nel 1997 è direttore della 47ma Biennale d’Arte di Venezia. Dal 1995 lavora per la Fondazione Prada per la quale cura numerosissime mostre sia nelle sedi di Milano che in quella di Venezia, ricordiamo in particolare Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918–1943When Attitudes Become Form, riproposizione della storica mostra di Harald Szeeman negli spazi di Ca’ Correr a Venezia, Art or Sound, fino allaretrospettiva dedicata a Jannis Kounellis sempre a Venezia nel 2019.

Germano Celant ci ha lasciati lo scorso 29 aprile, all’età di 80 anni, stroncato da un virus che ci ha privato di uno dei maggiori curatori e critici dell’ultimo secolo.

Arte Povera – Im Spazio

La mostra[1] era divisa in due sezioni, non separate nell’allestimento, quella dedicata all’Arte Povera aveva i seguenti lavori:

  • Alighiero Boetti, Catasta, 1967 – sedici tubi eternit a sezione quadrangolare sovrapposti a formare un parallelepipedo
  • Luciano Fabro, Pavimento, 1967 – un assemblaggio di riquadri di linoleum coperto da fogli di giornale disposti a rettangolo)
  • Jannis Kounellis, Senza titolo, 1967 – contenitore in metallo riempito di carbone
  • Giulio Paolini, Lo spazio, 1967 – otto caratteri sagomati in compensato verniciati di bianco componenti le parole “lo spazio” applicati ai muri di una stanza all’altezza dell’asse ottico
  • Pino Pascali, 1 metro cubo di terra2 metri cubi di terra – strutture in legno rivestite di terra
  • Emilio Prini, Perimetro di spazio, 1967 – tubi al neon disposti ai quattro angoli di una stanza ed un rocchetto al centro, collegati ad un timer


Nella sezione Im Spazio figuravano:

  • Umberto Bignardi, proiezione di diapositive su un cilindro
  • Mario Ceroli, Parcheggio, 1967 – sagome in legno di cinquecento
  • Paolo Icaro, Gabbia, 1967 – in metallo dipinta in rosso
  • Renato Mambor, Eliseo Mattiacci con uno tubo snodabile che invadeva le scale
  • Cesare Tacchi con una poltrona allargabile in similpelle rossa.

[1] Le informazioni relative alle opere presenti in mostra sono state recuperate dal testo di Sandro Ricaldone “Arte Povera alla Bertesca” a questo link http://artegenova.altervista.org/ArtePovera.html

2012 

Nel 2012 a Palazzo Ducale a Genova inaugura Arte Povera: la prima mostra a cura di Francesco Masnata e Linda Kaiser che si articola su documenti e testimonianze provenienti dal 1967 per raccontare ciò che fu la prima mostra dell’Arte Povera alla Bertesca, con l’esigenza di chiarire punti omessi o nascosti e permetterne una lettura più chiara dopo più di 40 anni.

L’esposizione si snoda attraverso fotografie delle opere che furono esposte durante quella mostra del lontano ’67 e di come si sono succeduti gli allestimenti, oltre che ritratti e immagini degli artisti protagonisti, con una contestualizzazione della galleria Bertesca e una ricostruzione del contesto della fine degli anni ’60. Vennero presentati anche degli inediti raccolti nell’archivio de La Bertesca – Masnata tra cui inviti, documenti, fotografie e soprattutto cataloghi.

Immagine di copertina:
Jannis Kounellis, Untitled, 2013. Arts and Food curate da Germano Celant nel contest di Expo 2015 alla Triennale di Milano. Foto di Virginia L.


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Aspirante onnisciente, si barcamena tra i molteplici compiti da assistente di galleria da Pinksummer (Genova), la gestione delle mostre al Cotonfioc Festival, le ricerche per un progetto con l’Università IULM, e ora anche la scrittura di roba potenzialmente interessante per wall:out. Vicolara, cinefila, pasticcera professionista gluten free e centro d’ascolto per amici, artisti e chiunqueabbiabisogno.

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