Settembre è tornato, e con esso il tanto (poco) atteso ritorno sui banchi di scuola, che – come al solito – presenta diverse difficoltà. Quest’anno, uno dei problemi principali del rientro, è senza dubbio il cosiddetto caro-scuola.
La questione è stata portata all’attenzione della stampa ligure dalla Rete degli Studenti Medi di Genova, il sindacato degli studenti e delle studentesse, che in un comunicato stampa cita l’annuale analisi del Codacons. Nell’analisi, si legge di come, quest’anno, il costo dei materiali scolastici sia aumentato del 7%, cifra che porterebbe le famiglie italiane ad una spesa di circa milletrecento euro per ogni studente e ogni studentessa.
La denuncia del sindacato studentesco è netta: l’elevato costo dei beni scolastici è una seria minaccia per il diritto allo studio nel nostro Paese.
In un sistema che spesso si fa sbandieratore di facili belle parole, infatti, è ridicolo che andare a scuola corrisponda a una spesa così elevata.
Andare a scuola è un diritto, anche costituzionale. Queste spese sono un ostacolo alla fruizione di questo diritto. Ed è di nuovo la nostra stessa Costituzione a prevedere che lo Stato faccia di tutto per eliminare ostacoli di questo genere.
Continuare a insistere sull’equazione “giovani uguale futuro” senza agire in controtendenza rispetto a tematiche come il caro-libri non porterà i giovani italiani e le giovani italiane ad avere un futuro stabile e correttamente costruito. Specialmente a seguito dell’emergenza da covid-19, durante la quale enormi sono stati i problemi che hanno colpito la scuola e il corpo studentesco.
DaD e DDI, orari impossibili, fondi pubblici destinati alla spesa militare anziché all’istruzione, sono solo alcune delle problematiche di questo sistema, che hanno portato diverse volte il mondo scolastico a fare i conti con una realtà non sempre propizia.
E adesso si aggiunge il tema degli esorbitanti prezzi di libri, quaderni, astucci e materiale di cancelleria.
La richiesta degli studenti e delle studentesse è chiara: una scuola pubblica e solidale, che porti avanti chi è nato indietro, che sia attenta alle esigenze di chi più ha bisogno e che ritorni a essere quella garanzia di ascesa sociale che per molti anni è stata nel nostro Paese.
Chiedono di essere ascoltati e ascoltate, chiedono che lo Stato si impegni per permettere a tutti e a tutte di andare a scuola senza distinzione, come è obbligato a fare secondo il secondo comma dell’ormai inflazionato articolo 3 della Costituzione.
Si preannuncia, su questo e altri temi, un autunno di assidue lotte di studentesse e studenti, iniziato con la discesa in piazza del 23 settembre, al fianco dei Fridays for Future.
Immagine di copertina:
Foto di Rete degli Studenti Medi
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