The Lobster

CINEMATIC*PILLS | The Lobster

Un futuro distopico, una critica alla società, un’amore gelido. Yorgos Lanthimos ci presenta con “The Lobster” un film che mentre coinvolge, intimorisce. Voto 7.5
20 Agosto 2020
3 min
1.9K views

Review

Fotografia
7/10
Sceneggiatura
8.5/10
Colonna Sonora
7/10
Regia
7.5/10
Overall
7.5/10

CINEMATIC*PILLS | The Lobster

2015, regia di Yorgos Lanthimos

Trama 

David vive in una società distopica e gelida in cui non è concesso vivere da single. L’uomo infatti, dopo essere stato lasciato dalla moglie, viene portato immediatamente in un albergo in cui risiedono altri single come lui. Privato di una sua individualità, ha 45 giorni di tempo per ritrovare una donna o un uomo con cui fare coppia, in caso in cui non trovasse un nuovo compagno di vita, verrà trasformato in un animale che lui stesso sceglie: l’aragosta.

Recensione

Yorgos Lanthimos è un giovane regista greco che con il film The Lobster ottiene il premio della giuria al Festival di Cannes nel 2015 e la candidatura come miglior sceneggiatura originale agli Oscar del 2017.

David, interpretato da Colin Farrell, è il protagonista principale di questa storia al limite tra il reale e l’irreale. In questa società l’amore non è reale, l’individualità non può esistere, tutto è finalizzato al non stare soli, ma non per scelta. 

L’albergo in cui viene portato David insieme a suo fratello trasformato già in cane, è un luogo gelido e angosciante. Qui a tutti i single non è concesso conoscere realmente qualcuno, ma viene imposto di trovare qualcuno.

Il formarsi della coppia non si fonda sulla nascita di un sentimento d’amore, dall’accettazione dei difetti e pregi dell’altro e dalla stima reciproca, ma dall’avere in comune una banale particolarità: essere entrambi miopi, zoppicare o perdere entrambi sangue dal naso.

Appena arrivato a David viene eliminata la sua personalità, qui infatti tutti gli uomini vestono uguali così come tutte le donne presenti. Questo albergo-prigione ha regole rigide e costringe anche i suoi ospiti-prigionieri a cacciare i solitari che non si sono denunciati all’albergo ma che scappano per rimanere liberi, anche se in realtà così liberi non sono. 

David sceglie l’aragosta come animale in cui trasformarsi in caso fallisca la sua ricerca di una compagna entro i 45 giorni di tempo perché è un animale che vive più di 100 anni, ha il sangue blu, rimane fertile per tutta la vita e perché ama il mare: un’ottima scelta.

Lanthimos ci presenta un film surrealista, grottesco e feroce. In questa architettura distopica inevitabile diviene cercare di sopravvivere il più a lungo possibile senza essere trasformati in animali e per questo l’individualità di ogni persona viene inconsciamente messa da parte per scendere a compromessi e trovare un partner a tutti i costi. 

La paura di essere trasformati vince sull’amore e sull’umanità: agli ospiti dell’hotel viene regalato un giorno in più di vita da essere umano se uccidono i Solitari, ovvero i single fuggiti dall’hotel che si rifugiano nella foresta. 

David stesso, dopo aver provato a trovare una compagna all’interno dell’albergo con cui però il risvolto è molto negativo, scappa nel bosco e si unisce al gruppo di Solitari che prima cacciava. Ma anche qui la libertà non c’è e si passa da un estremo all’altro: se nell’albergo si era obbligati a trovare un partner pena la trasformazione in un animale a scelta, qui è vietato essere una coppia, flirtare o baciarsi, pena delle torture fisiche molto crude. 

Tutto nel film è traslato sul piano fisico, carnale e superficiale. La natura umana qui abita un luogo rendendolo disumano e crudo.

David nel bosco dei Solitari si innamora di una donna, voce narrante del film, con la quale però non potrebbe legarsi. I due vengono scoperti dal capo del gruppo interpretato da Léa Seydoux, la ragazza dai capelli blu della Vita di Adele e le conseguenze saranno atroci. 

La sofferenza nel film oltre che essere fisica è soprattutto psicologica, il dolore carnale che viene inflitto ci sembra comunque più sopportabile di quello di vivere in un luogo che ci priva del provare sentimenti veri e nello stesso tempo critica in modo totalmente anticonvenzionale la paura di rimanere soli, atteggiamenti tipico della nostra società contemporanea. 

Il film è girato interamente con la sola luce naturale e le immagini risultano fredde e statuarie, il risultato finale è totalmente in armonia  con il significato del film. 

La sceneggiatura, ideata da Yorgos Lanthimos e Efthymis Filippou non poteva che meritarsi la candidatura agli Oscar: il tema dell’amore e dei sentimenti umani viene trattato con estrema originalità, precisione e in modo anticonvenzionale.  

Disponibile su Amazon Prime Video.

Trailer

Immagine di copertina:
wall:in media agency


Scrivi all’Autorə

Vuoi contattare l’Autorə per parlare dell’articolo?
Clicca sul pulsante qui a destra.


TripInYourShoes
Articolo Precedente

Turismo lento, rilancio territoriale & social networks

Violenza sulle donne
Prossimo Articolo

Sensibilizzazione glamour? No, grazie

Ultimi Articoli in Medium

TornaSu

Don't Miss