“Ma belin, ma quanto ci mette ‘sto treno?” Alzi la mano chi NON ha detto o pensato questa frase una volta nella vita facendo in treno Brignole-Principe (o viceversa). Tutti con le braccia giù, eh?
Ma per non parlare del fastidio che il cellulare vada in modalità ‘SOS-solo chiamate di emergenza‘ per quel tratto ché nemmeno sulla Metro!
Possiamo dire o no che la galleria tra la Stazione Brignole e la Stazione di Principe è un po’ il nostro ‘Triangolo delle Bermuda’ (che continua a mietere vittime!): è la nostra ‘Galleria delle Bermuda‘?!
Oggi vi racconto perché… NO!
O almeno perché, pur potendolo ben dire col sorriso e con la giusta dose di mugugno – che a Zena non neghiamo mai a niente e nessuno, a ben ragione! -, dobbiamo esser consci che quella infinità di tempo è del tutto legittima e necessaria.
Però, oh, ragazzi, mica possiamo tacere del fatto che u sciù Giobatta sia entrato da Brignole a 17 anni e sia uscito maritato a Principe a 24, avendo incontrato la Gina sul notturno che collegava Salerno a Torino. Belin se è vero, me lo ha detto Steva, giù dal panettiere!… Maniman se me la racconta…
A me sta cosa che il cellulare non prenda in galleria fa un po’ girare il… Parlo di quando vieni in treno dalla linea di Torino e sai già che da Ronco Scrivia a Principe sei fregato, così come quando non c’è alcuna chance di campo tra La Spezia e Sestri Levante, e poi sai che boccheggerai con qualche fugace boccata di rete solo alle stazioni di Chiavari, Rapallo e Recco, se no sarà piena apnea. Però, dai, ultimamente pare che su questo punto almeno si correrà – e finalmente! – ai ripari… incrociamo le dita: coi tempi relativi ad ogni scavo di Genova, magari i nostri nipoti riusciranno a scriversi via cellulare in quella galleria, non appena saranno atterrati a Brignole essendo partiti da…Marte, anno domini 2133. Dai, un poco di mugugno ci stava!
Ma andiamo al punto di oggi: ma come mai ci vuole così tanto al treno per fare la galleria tra Brignole e Principe?
E non c’è tipo di treno o Freccia che faccia differenza: 6 o 7 minuti te li cucchi tutti, per fare pochi chilometri di tratta.
L’altro giorno è venuto lo sghiribizzo di approfondire un poco la questione, ed ho quindi chiesto a qualche (più di uno!) amico che se ne intende, o per professione o per passione: ecco quindi un po’ di infos che ho raccolto.
Ah, badate bene, amici trainlovers, fervidi collezionisti di locomotive e trenini, turbofollowers di Trenitalia o dei treni in generale: qui si vuole condividere nulla di monografico esaustivo, solo un poco di dati, notizie e informazioni per capire come mai è ben normale e logico che per percorrere la tratta Brignole-Principe ci vogliano proprio quegli apparentemente interminabili 6-7 minuti.
Da dove cominciamo?
Punto primo: non esiste “la galleria” ma ci sono più e più gallerie.
E provaci a capirlo stando sul treno: tra il buio totale della galleria (salvo quella banda bianca che corre e va su e giù sul muro) e il riflesso dei finestroni, non si vede mai un tubo a guardare fuori!
In realtà tra Brignole e Principe al momento ci sono due gallerie “in orizzontale”, intendendosi che collegano linearmente le due gallerie. Poi c’è una galleria che collega Principe Sotterranea a Brignole e che quindi deve da laggiù “salire” ed arrivare al livello degli altri binari. In più ora si stanno costruendo altre due gallerie: una che tagli trasversalmente i binari passandoci sotto e collegando Principe Sotterranea ai binari più a monte di Brignole; una a due binari consistente del sestuplicamente della tratta Brignole-Principe, per aumentare le possibilità di percorrenza dei treni.
Ok: cosa ci avete capito? Se dite “qualcosa” va già benissimo.
Proviamo a dirla semplice, prego cultori della materia abbiate comprensione
Ora ci sono due gallerie che collegano linearmente Brignole e Principe ed una che sale da (o scende a) Principe Sotterranea.
La prima galleria, la Traversata, venne aperta nel 1872, perché inizialmente le due stazioni di Genova erano entrambe stazioni di testa, cioè i treni arrivavano o partivano, senza proseguire oltre…ma non è cosa poi così rara: pensate a Torino Porta Nuova o Milano Centrale o Roma Termini. Ecco infatti il primo inghippo logico in cui incorriamo tutti: pensiamo che ovviamente le due stazioni siano nate e state pensate in linea sin dalle origini, così come le conosciamo noi tutti oggi, ma così appunto proprio non fu!
Non possiamo poi non ricordare – ahimé, animo focino che è in me – che Brignole non era poi così importante, essendo Piazza Principe (questa la corretta dizione della sigla P.P., mica Porta Principe) la stazione principale della Genova di seconda metà di 800, ed infatti l’attuale assetto di Brignole risale all’occasione celeberrima dell’Esposizione Mondiale del 1905: anche allora i Grandi Eventi volevano dire ‘fiumi di fondi’ per rifare il look alle città, e così fu anche per Brignole.
Abbiamo poi un gran bel coefficiente di difficoltà, il secondo punto:
I treni potrebbero trovarsi a dover attraversare tanti o anche tutti i binari delle due stazioni. Brignole ha sedici binari (di cui uno tronco), Principe dodici (uno di testa, nove passanti, e due sotterranei dal 1992): e se il treno 23478 delle 13:27 parte dal binario 12 di Principe (numerati dall’11 al 20, eh, non ci cascate! I primi 10 li abbiamo persi nel 2010) dovendo arrivare al 17 di Brignole, pensate davvero che possa andare dritto dritto bel bello sul binario da cui parte senza dover saltare due, tre, quattro volte da un binario all’altro?
Le gallerie tra Principe e Brignole sono infatti un dedalo intricatissimo di binari, fatti di tantissimi scambi, che hanno bisogno di spazi considerevoli ciascuno, dando la possibilità di effettuare in sicurezza appunto salti anche multipli di binari, e peraltro in entrambi i sensi e direzioni, che uno venga da Brignole andando a Principe o al contrario da Ponente vada a Levante. Tutte queste possibilità di salto di binario si traducono nella necessità di spazi molto ampli da occupare dai binari e dagli scambi stessi: un bel dedalo.
Tra qualche tempo, mica tanto, avremo anche una ulteriore galleria lineare che collegherà le due stazioni (è il “sestuplicamento della linea”, all’interno della Grande Opera del Terzo Valico), con le Gallerie San Tommaso e Colombo allungate e che potranno collegare Principe Sotterranea direttamente ai binari più a monte di Brignole, passando sotto i binari diciamo ‘centrali’, e quindi agevolando l’attraversamento senza più incrociare altre linee.
Ecco il terzo punto:
A quanto appena detto, consegue la necessità di un sistema di controlli, addobbato con una valanga di semafori e lucine ad ogni altezza, davvero complicato e in perpetuo fragile equilibrio. Avrete capito perché fragile: basta un ritardo di un niente di un treno perché si verifichi l’effetto domino sull’intera rete e programmazione.
Chi si trova a vigilare lo snodo di Genova deve davvero essere un mago di Tetris! E come in Tetris, o ti dai una mossa per azzeccare l’incastro o è game over.
Nel gioco mica puoi mettere in pausa…ed anche nella realtà mica puoi concederti tanto tempo per ripensare e riorganizzare gli incroci dei treni, salvo mandare a monte la programmazione dell’intera giornata!
“Il treno 35696 delle ore 18:04 – immaginatelo con la voce metallica registrata degli annunci in stazione – proveniente da Livorno Centrale arriverà al binario 15 invece che al binario 12”, e tu che quindi ti butti giù dalle scale per cambiare banchina più in fretta che puoi. E magari è la volta che hai uno zaino e la valigiona da viaggio “per tornare sù”: belin che sbatti! Ora però abbiamo intuito perché ciò può capitare e può capitare ben spesso.
Ah, momento, non lo ho ancora detto, ma d’altronde noi genovesi abbiamo un pochetto di provincialismo atavico in noi e tendiamo a osservarci un po’ solo l’ombelico, dimenticando il quadro di sistema: il Nodo Ferroviario di Genova è oggetto di studio accademico perché uno dei punti nevralgici della rete italiana nonché uno dei più complicati 5. Non dico di più, ma questa cosa va saputa e messa in saccoccia.
Quarto punto:
Legato alla natura originaria delle Stazioni o comunque della nostra Genova in generale, crocevia di tante strade sin dall’origine dei tempi, per forza di cose. Se da Brignole tutte le strade portano a Roma per davvero, ossia tutti i binari poi confluiscono sulla sola direttrice che va verso La Spezia; da Principe invece si può andare almeno in più di tre direzioni. Ci sono le due linee che vanno a nord, passando o meno da Mignanego (succursale dei Giovi); poi si può arrivare ad Alessandria via Ovada (attraverso il Passo del Turchino); ancora si può passare per la successiva stazione di Genova Sampierdarena oppure tagliarla di netto per andare diretti oltre Rivarolo; chiaramente si viaggia anche in direzione di Savona, e volendo anche col percorso – ormai usato da pochissimi treni – che taglia la nuova area commerciale della Fiumara.
Un treno che arriva quindi da Brignole dovrà scegliere in tempo il giusto binario a cui arrivare a Principe, sapendo anche verso dove vorrà proseguire e intraprendendo quale percorso.
Quinto punto:
Pur senza afferrare la vera motivazione, ho trovato davvero singolare che sulle tabelle organizzative e logistiche delle tratte e dei percorsi si indichino binari legali e binari illegali.
Ho ben chiaro io debba abbandonare le lenti del giurista per approcciarmi alle tabelle, lasciando a chi volesse una più approfondita consultazione, desumendo questo elemento – lasciate che lo definisca buffo per ogni profano di treni – come ulteriore fattore di complessità nella gestione dello Snodo Genovese.
Quasi ultimo punto è la situazione di perenne cantierizzazione dell’intero Snodo di Genova
Intendendo l’area ferroviaria che va da Genova Brignole fino a Genova Voltri, dove è un continuo fiorire di lavori e cantieri, da sempre e per sempre, dovuti in parte al tragico crollo del Ponte Morandi ma soprattutto al perenne e apparentemente mai completo adeguamento ed ammodernamento della linea ferroviaria in particolare nell’ambito del già citato Terzo Valico, di cui si può seguire l’aggiornatissimo svolgimento.
Perché dentro lo snodo di Genova c’è anche, ovviamente, il transito dei treni merci carichi di container per il Porto di Genova, da cui parte il Corridoio Europeo fino a Rotterdam: forse ancora non abbiamo ricordato, e magari è ridondante dirlo a tutti noi che conosciamo la nostra città, i volumi di teu che mobilita il Porto, avendo continua necessità di aggiornare ed aumentare le infrastrutture di servizio e trasporto, il che comprensibilmente desta timori e preoccupazioni almeno in coloro che abitano in prossimità dei binari, ed in particolare ultimamente al centro del dibattito è ritornata la zona del Campasso. Ma per il rispetto dovuto a trattar col giusto spazio e il giusto tono, qui si soprassiede, e si va oltre.
Non può essere propriamente “un punto” a sé, ma chiaramente le dimensioni in larghezza delle carrozze ed il loro numero, elementi a cui segue il peso complessivo del treno, sono variabili da tenere in conto anche nella scelta del binario e nell’indirizzamento del treno verso un binario o un altro.
A corollario: i treni potrebbero entrare in questa galleria anche ad 80km/h, ma dopo pochissimo dovrebbero comunque ridurre la velocità portandola a 30km/h, velocità massima di percorrenza della tratta.
Insomma: non so nemmeno io se ora ho il quadro più chiaro o più offuscato, se ho fatto luce o se forse tutto è ancora meno limpido di prima, ma certamente abbiamo tutti capito che quella unica e breve (comunque mica tanto!) galleria del treno che unisce le Stazioni di Brignole e Piazza Principe è un labirinto di binari a cui sono addetti ad ogni giorno e in ogni ora dei campioni del mondo di puzzle e Tetris, cui dovremmo forse tributare più complimenti che improperi. Perché notiamo tutti subito quando scatta la lancetta del minuto indicando quello successivo a quello previsto di arrivo mentre il treno ancora non si è fermato alla banchina… Ma quanti di noi alzano al cielo un impersonale “grazie” quando incredibilmente possono schiacciare il tasto di apertura delle porte illuminatosi di verde anzitempo concedendo al fortunato alcuni attimi di anticipo?
Immagini di copertina:
Galleria Brignole-Principe. Foto di Edoardo M.
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