ASTRO-ILLOGICA | Interruzione – La stagione della Bilancia

ASTRO-ILLOGICA | Interruzione – La stagione della Bilancia

“Tra le due parti passa aria. Si respira. Lo si può fare insieme, senza sfiorarsi il naso. Unə rilascia anidride carbonica mentre l’altrə inala ossigeno.”
23 Ottobre 2024
5 min
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Il 22 settembre alle ore 14:44 (ora italiana) il Sole è entrato nel segno della Bilancia dando inizio alla settima stagione zodiacale e all’equinozio d’autunno.

Oggi, mentre leggi l’articolo, è molto probabile che sia già iniziata la stagione successiva, quella dello Scorpione. L’articolo è in ritardo e, riflettendoci, preferisco così. Anche i prossimi verranno pubblicati a stagione astrologica già inoltrata, se non addirittura finita.

Questo cambiamento parte da un’esigenza personale che si porta dietro alcune riflessioni sul rivendicare il diritto di poter cambiare; tematica della quale parliamo ancora troppo poco. Tematica assai cara alla Bilancia. 

Vincolando i pensieri a una scadenza precisa li immobilizzo, perché mai dovrei continuare a farlo?

Aggiungici che in questo ultimo mese, a più di un anno di genocidio in corso a Gaza e nei territori della Palestina occupata e i continui, illegali e sanguinosi attacchi in Libano da parte dello stato illegittimo di israHell mi porto dietro piedi frenetici, costantemente in movimento, che fanno da base a occhi troppo acquosi, diventando un grado più miopi.

Non riesco più a vedere il cielo nello stesso modo. Neanche la vita. 

Tu come ti senti?

Questa stagione ha portato cambiamenti anche nella vita di chi ha forti posizionamenti (Ascendente, Sole e/o Luna) nel segno della Bilancia, così come valori cardinali (Ariete – Cancro – Bilancia – Capricorno).

Uno tra gli stereotipi utilizzato dall’astrologia mainstream è quello descrivere i valori Bilancia parlando di indecisione in termini di insicurezza con associazione negativa.

Come a dire che se non sei sicurə fin da subito su qualcosa allora non vai bene (ma a chi? Perché dovresti?). Come a dirti che sei sbagliatə (rispetto a?).

Come se dall’insicurezza non prendessero vita confronti, pensieri e nuove valutazioni. Come se l’insicurezza non fosse una delle possibilità di accesso ai vari strati di mondi interiori, capace di collegarti a te stessə e ad altre persone. Come se le insicurezze non ci accomunassero e non ci rendessero umanɜ legandoci ad altrɜ.

Le Bilance che attraversano la nostra vita, così come la stagione appena trascorsa, ci aiutano a ricordare che non c’è nessuna esigenza di definirsi attraverso i propri dubbi o le relazioni che viviamo.

È il naturale susseguirsi delle esperienze a definirci, un po’ alla volta. Pensa ad una montagna, pensa alla tua preferita. Definiscine i contorni.

Aria

La Bilancia è il secondo segno d’aria che incontriamo nella fascia zodiacale. Pensa al vento. Pensa a come ridefinisce il profilo. Lo modella, lo trasforma.

L’aria della Bilancia è malleabile. L’aria della Bilancia apre alla possibilità di trasformazione.

L’aria della Bilancia non si contiene e non ha bisogno di contenere. Non ha bisogno di contenerti o relegarti. Induce a respirare aria nuova, continuamente. Rinnova sé stessa e lɜ altrɜ.

In filosofia il dubbio viene inteso come l’atteggiamento metodologico di sospensione del giudizio. Può essere un buon esercizio per provare a (ri)conoscersi.

Il dubbio non è uno stigma. Il dubbio bilancino è una possibilità, non è mai un vincolo.

Il dubbio accende la curiosità, attiva la messa in moto che non deve per forza portare ad azioni concrete istantanee. Riconoscerle e pensarle è già molto.

La Bilancia è uno di quei segni che, in astrologia, definiamo segni doppi. Dettaglio che puoi individuare facilmente già dalla rappresentazione del glifo. 

ASTRO-ILLOGICA | Interruzione – La stagione della Bilancia
Il glifo della Bilancia

Il glifo è composto da due parti. Gli elementi hanno forme differenti, non si toccano e sono in armonioso equilibrio. Quando gli elementi non entrano in contatto evitano di influenzarsi, evitano di proiettare sull’altrə l’ombra (anche di un ricordo, di una paura).

Tra le due parti passa aria. Le due parti respirano. Quando si respira si vive. Lo si può fare insieme, senza sfiorarsi il naso, unə rilascia anidride carbonica, mentre l’altrə inala ossigeno. 

Ci si può sentire molto vicini anche senza un contatto evidente. Alle volte ci si percepisce e ci si sente unitɜ ancora più in profondità. 

Di cosa si compone una distanza condivisa per te? 

Per me, oggi, si permea di un pensiero che non deve essere per forza tradotto in parole. Chi lo condivide con te lo sta sentendo. Ovunque sia.

Le Bilance vivono un po’ dentro la loro testa. I valori Bilancia sono una sinapsi. Sono una doppia promessa. Senza dircelo ci aiutano a fare altrettanto.

Ci insegnano, il più delle volte senza neanche volerlo, a collegarci con i nostri reali pensieri, anche quelli che non ci piacciono.

L’illustrazione che accompagna l’articolo è talmente calzante ed emblematica che non necessita di troppe parole aggiuntive. Penso che la Bilancia prenda in considerazione “l’altra parte” per attivare riflessioni che non abbiano uno scopo preciso ma realizzano ipotesi che aprono possibilità.

Personalmente mi sono domandata quanti punti di vista possono attraversare una persona. Penso infiniti, se continua a porsi domande.

L’opera è stata realizzata da Davide Fams, una carissima Bilancia che ringrazio molto e un po’ anche abbraccio.

Illustrazione di Davide Fams.
Illustrazione di Davide Fams.

Intorno a me gravitano diverse persone con valori Bilancia

Ho notato che, quasi tutte, hanno un forte legame con le parole. Le parole che amano dire le pronunciano sempre allo stesso modo, ogni volta che le dicono.

Da Ariete, segno opposto complementare, questa particolarità mi diverte molto e poi sfata un altro falso stereotipo del segno: la Bilancia viene spesso descritta come superficiale. Trovo che creare legami con le parole sia un procedimento intimo tutt’altro che approssimativo. 

Durante la scorsa stagione della Bilancia ho conosciuto parole nuove. Dopo un anno di continui approcci ho iniziato a utilizzarle. Il mio vocabolario sta cambiando, io con lui.

Le parole sono uno strumento prezioso: ci avvicinano, poco alla volta, a ciò che non conosciamo o che pensavamo di non riuscire a capire.

Le parole nuove vanno a braccetto con il dubbio, smuovono la coscienza, pongono interrogativi, attivano la ricerca e possono cambiare radicalmente il modo in cui guardiamo il mondo. 

La Bilancia ci augura di non smettere mai di porre domande, di continuare a interrogarci.

Porre domande fa paura a volte, per lo meno a me. Non porle però genera incomprensioni che, talvolta, si trasformano in drammi.

Una delle parole che più ho letto, pronunciato e ascoltato durante quest’anno è “terrorismo”.

Tra le definizioni che mi sono rimaste impresse nella memoria c’è quella scritta da Lorenzo Forlani, giornalista e analista politico concentrato principalmente sulla regione del MENA.

Forlani dice che, soprattutto in Occidente, abbiamo “quel brutto vizio di trasformare un aggettivo in un nome e di usare la parola ‘terrorista’ non in relazione alle azioni compiute ma all’identità del soggetto che le compie”. 

Mi trova più che d’accordo.

Questo è un ottimo spunto di riflessione per ricordarci di non avere timore nell’utilizzare le parole ma, prima di farlo, sarebbe cosa buona e giusta sapere di cosa si sta parlando approfondendo l’argomento. 

Dopo aver visto un padre che si reca a ritirare il certificato di nascita dei propri figli nati da tre giorni e, tornando a casa, li scopre uccisi insieme alla moglie, dopo aver visto persone che vengono bruciate vive, donne che vengono uccise mentre raccolgono le olive dai propri alberi, corpi maciullati e infilati in sacchetti di plastica, dispositivi elettronici che vengono fatti saltare in aria per le strade, nelle case, al mercato, dopo aver visto innumerevoli corpi uccisi di bambini e bambine tirati fuori dalle macerie non mi chiedo più di cosa hanno bisogno le persone che continuano a ignorare tutto questo per rendersi conto di cosa sta accadendo e di quali siano i veri atti terroristici, perché è palese, mi domando invece dove sia finito il vostro cuore.

Dedico quest’articolo a chi pensa che un popolo possa liberarsi dal cancro dell’imperialismo occidentale e del colonialismo lanciando baci e margherite con l’augurio di una rilettura di qualche libro di storia in ottica post-coloniale.

A un anno di resistenza. 
Al diritto al ritorno.  
Alla liberazione.

Immagine di copertina:
Grafica wall:out magazine su illustrazione di Davide Fams


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