Aprile, com’è noto, è il mese più crudele. C’è la primavera là fuori: genera Lillà dalla terra morta, mescola memoria e desiderio. Oggi, confinati nelle nostre case, siamo tutti un po’ Eliot. Testimoni di tempi incerti e di un’umanità messa alla prova.
Eppure è da diversi mesi che lavoriamo per questo giorno. Abbiamo ideato wall:out in tempi non sospetti, mossi dalla volontà di creare una cosa che a Genova non c’è.
Sembra un affare difficilissimo creare qualcosa che non c’è: invece no.
È molto semplice, basta prendere la decisione e buttarsi.
La difficoltà è tutta nel riuscire a immaginare: riesco a vedere qualcosa che va oltre le mie abitudini? Questa è la nostra sfida, oggi. Cerchiamo di vedere qualcosa di più, o in modo diverso, e condividiamo con voi il nostro nuovo punto di vista.
Perché? Perché adoriamo Genova tanto quanto amiamo la cultura, l’arte, la musica e la storia; e ci siamo accorti che abbiamo bisogno di più relazione, più dialogo, più voce.
Oggi usciamo online. Eccoci qui: abbiamo lanciato un sasso nello stagno.
Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. […] Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari. Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia.
G. Rodari, Grammatica della fantasia
Oggi possiamo provare a far entrare la primavera dentro casa, e immaginare che aprile non è poi così crudele.
Questo è l’inizio di wall:out.
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Lillà dalla terra morta, memoria e desiderio, tempi incerti, umanità messa alla prova. Bastano già queste prime righe per indurre a una riflessione, per far pensare. Mi vengono in mente le parole di De Andrè Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori, concetto che io ho sempre giudicato riduttivo e fine solo a quanto espresso dalla canzone. Basta astrarsi dal giardinaggio per capire che un diamante con il suo splendore, la sua brillantezza, la capacità di irradiare con molteplici effetti luminosi in realtà è molto “creativo”. E questo mi riconduce a quanto riferito come stimolo e motivo della creazione di Wall Out. Se rileggo quanto scritto a proposito da Arianna direi che quello che mi suscita mentalmente è di un’esplosione e molto di più della primavera , della vita dopo il letargo invernale, ma un’esplosione vitale nel senso di aprire le porte, o le finestre a una vita nuova. Questa è una rivista di giovani, ma penso che, da un punto di vista differente , vale anche per chi come me è anziano. In quanto a memoria noi anziani abbiamo quella di una vita, una vita che volge al tramonto, a differenza dei giovani che possono rifarsi a una memoria forse più storica che personale e che hanno tutta la vita davanti. Per un anziano è occasione di rivedere il proprio percorso di idee ed esperienze passate sotto una luce nuova, per un giovane è l’occasione ghiotta per pianificare il proprio futuro secondo i più vari scenari possibili. Soprassiedo a quanto sentirei di dire relativamente alle performances rappresentate ed all’arte contemporanea in genere perché non vi è spazio al riguardo. Mi congratulo vivamente con i realizzatori di questa iniziativa , di questo magazine che fino dal primo numero promette veramente molto bene. Complimenti davvero.
Francesco Menozzi grazie davvero, il tuo commento è veramente molto gradito!
[…] Il sasso nello stagno lo abbiamo gettato, e a distanza di quasi sei mesi possiamo osservare le onde che abbiamo generato: un grande risultato per un progetto che continua ad avere una grande ambizione. […]
[…] di ripercorrere le nostre tappe da quell’ormai proverbiale sasso nello stagno (Manifesto wall:out) fino a oggi, alla vigilia del nostro primo compleanno. (Se ti sei perso qualcosa, qui […]