Qualche anno fa, in una delle mie numerose passeggiate senza meta nel centro storico di Genova, mi imbattei in qualcosa che attrasse immediatamente la mia attenzione, e soprattutto che non conoscevo e di cui non avevo nemmeno mai sentito parlare: l’ex chiesa e convento di Santa Maria in Passione.
Una facciata frastagliata e parzialmente distrutta mi accolse una volta arrivata nella piccola piazza che ospita il sito. I primi accostamenti visivi che si sono delineati nella mia mente sono stati la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo a Palermo e l’Abbazia di San Galgano in provincia di Siena.
Sicuramente di ridotte dimensioni rispetto alle altre, anche Santa Maria in Passione è priva di tetto, ma conserva ancora il presbiterio sormontato da una copertura a vela realizzata nel 1992, che si staglia in tutta la sua magnificenza riproponendo la definizione spaziale dell’abside.
Voi la conoscevate? Vi racconto brevemente la sua storia.
Il convento fu edificato da monache agostiniane nella seconda metà del Quattrocento nel centro della città di Genova, più precisamente nella collina di Castello, primo insediamento della città che risale al periodo preromano. Nell’Ottocento, a causa di leggi che soppressero diversi ordini religiosi, venne chiuso e subì differenti fasi di riutilizzo, fino a che nella Seconda guerra mondiale venne quasi completamente distrutto: un primo bombardamento nel 1942 distrusse il tetto, un secondo nel 1944 rase al suolo l’intera Collina di Castello.
Il luogo rimase abbandonato fino al 2014 quando fu inaugurato dalla Libera Collina di Castello un Parco culturale urbano sul sito archeologico di Santa Maria in Passione.
La Libera Collina di Castello è un gruppo di cittadini auto-organizzati che partecipano attivamente per promuovere la tutela, la conservazione, la valorizzazione e promozione di questa zona. Si tratta di un gruppo sperimentale di autogestione e autogoverno che si occupa di vivere il luogo attraverso forme d’arte, della cultura, di artigianato e scienza.
È sicuramente un interessante caso studio di progetto di recupero attraverso un processo di partecipazione dal basso.
Tra l’altro il FAI ha recentemente inaugurato una campagna di sensibilizzazione del nostro patrimonio culturale, dove è possibile votare diversi “Luoghi del cuore” tra il 6 maggio e il 15 dicembre 2020. Esiste una classifica (qui il link) e i vincitori riceveranno poi un contributo economico.
È possibile votare, tra i numerosissimi siti, anche quello di Santa Maria in Passione.
Immagine di copertina:
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