ZENARTOWN | Mappare i colori dell’anima. La fotografia emozionale di Paola Chiappini

ZENARTOWN | Mappare i colori dell’anima. La fotografia emozionale di Paola Chiappini

Intervista a Paola Chiappini. Fotografia, colore ed emozione si fondono in una sperimentazione artistica ricca di connessioni con neuroscienze e mondo olistico.
17 Ottobre 2025
5 min
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Fotografia, procedimento che, mediante processi chimico-fisici, permette di ottenere, servendosi di un apposito apparecchio (macchina fotografica), l’immagine di persone, oggetti, strutture, situazioni: una lastra o una pellicola trasparente rivestite di un’emulsione sensibile alla luce sono impressionate dalla luce riflessa dal soggetto attraverso l’obiettivo della macchina
TRECCANI

Con queste parole il sito Treccani individua ed espone il termine fotografia e lo fa con espressioni sulle quali è interessante soffermarsi alla luce di ciò che oggi si propone: l’immagine di situazioni e la sensibilità, non solo come processo d’incisione e riproduzione. 

Consapevoli di ciò che la fotografia incarna, gli artisti attraverso le epoche l’hanno utilizzata quale strumento di ricerca, evoluzione stilistica e sperimentazione, basti pensare a maestri del calibro di Man Ray (articolo di wall:out Man Ray: Non curante, ma non indifferente), Lee Miller e a tutta la scuola russa di inizio Novecento, passando per il Bauhaus.

A Genova, città dove la sperimentazione dei mezzi artistici trova una naturale culla tra costa e collina, nasce e si sviluppa il lavoro di un’artista che partendo dalla fotografia, dallo studio dei colori fino al campo delle neuroscienze e della cromoterapia, il tutto coadiuvato dalle competenze nella tecnica fine art, giunge a una mappatura delle emozioni umane: Paola Chiappini. 

La strada tracciata dall’artista è innovativa e al contempo risponde a un’esigenza antica: usare e vivere il colore in modo emozionale, consapevole e finalizzato alla crescita personale e spirituale.

Come fare, sulla carta arpeggiata dalla luce e poi rielaborata digitalmente, un viaggio tanto intenso? Quali sono i passi?

Con queste domande in testa e con la curiosità dell’avventuriero incontro Paola Chiappini nel suo studio e m’immergo in una conversazione che è andata velocemente oltre la semplice intervista, si è fatta riflessione, scambio e amicizia. 

Le tue fotografie, rese con la tecnica fine art sono evocative e potenti da un punto di vista emozionale, quale processo umano e artistico ha portato alla loro elaborazione?

Il mio sentire, la mia sensibilità e ciò che la natura offre sono state e sono ancora oggi l’innesco alla mia creatività.

Fotografo, mia grande passione da sempre, prendo appunti, cerco di ricordare il momento fuggevole dell’emozione per come appare e per come la mia persona sa accoglierlo e filtrarlo.

Segue poi un secondo momento di rilettura e rielaborazione che mi permette di entrare in modo più consapevole nel momento vissuto e nelle sensazioni che questo ha suscitato.

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Foto di Paola Chiappini

Ricostruire il processo creativo è quindi un momento fondamentale nel tuo lavoro. Come avviene la connessione emozionale, ti immergi in un luogo che evoca l’emozione o è la tua emotività che si proietta in un paesaggio pronto ad accoglierla?

La risposta è, prevedibilmente, complessa. 

Avere predisposizione all’ascolto di sé e delle proprie emozioni è basilare ma, senza alcun dubbio, alcuni luoghi rimandano e amplificano più di altri l’emotività umana, per me la Val d’Aveto è una di queste.

Ho visitato diversi luoghi di montagna e di mare ma nessun luogo, tranne la mia amata Genova, vibra con le mie emozioni come questa valle. 

Come l’uso del colore entra nei tuoi scatti, qual è la sua valenza più profonda?

Ciò che amo del colore è la sua possibilità di rimandare all’aspetto emozionale della vita e dell’arte. Ogni colore suscita nell’osservatore emozioni, ricordi e sensazioni avvolte l’una dentro l’altra in modo inestricabile ed è meraviglioso che sia così.

Il blu per me è tranquillità, il viola attenzione e così i colori mi appaiono come chiassosi testimoni della loro vibrazione e sulla base di ciò creo composizioni fine art collegate, senza soluzione di continuità, alla cornice, che non è semplice contenitore ma si fonde, visivamente e concretamente, con il contenuto. 

Quali sono i maggiori ostacoli che una fotografia così concepita trova nella comprensione profonda del pubblico e nel mercato dell’arte? 

Ciò che trovo più complesso, seppur quando avviene è grandioso e coinvolgente, è trovare spettatori capaci di immergersi nell’emozione oltre alla superficiale pellicola visiva.

La cromoterapia insegna molto in questo senso pur rimanendo imprescindibile l’esperienza personale. 

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Foto di Paola Chiappini

Hai citato la cromoterapia. Questa è la base per identificare le emozioni o è stato un sistema di riferimento nella tua produzione artistica?

Mi baso sulla mia intuizione ma ho visto, anche in prima persona, come la cromoterapia e la ricerca  sulla base delle neuroscienze siano importanti nella misura in cui gli studi più recenti confermano come il cervello acquisisca nuove informazioni anche sulla base dei colori e delle immagini.

Non sfuggono a questo processo nemmeno le emozioni, infatti l’immagine che produce gioia viene acquisita dal cervello nella parte dei neuroni che danno maggiore sviluppo al benessere.

La cromoterapia e le pratiche olistiche convergono, sostanzialmente, nelle neuroscienze.

Tutto ciò che applicazioni può avere a livello di diffusione della tua ricerca e del tuo lavoro?

Stati d’animo, energia diversa. Il bello è questo. 

Un ambiente nel quale si vive, se studiato in base al colore, ad esempio, porta alla ricerca del benessere psicofisico e ciò deve essere fatto con strumenti che fanno stare bene sulla scorta delle consapevolezze cromatiche che ogni persona ha acquisito. 

Avere colori preferiti ci riporta alla discrezionalità, a ciò che si adatta o meno alla nostra personalità, permettendoci o meno di uscire dalla nostra comfort zone emozionale.

Del raggiungimento della consapevolezza di sé, del proprio stato d’animo, una possibile e auspicabile applicazione del mio lavoro si concretizza nell’interior design e nella colorimetria nell’arredamento. 

Hai qualche progetto a riguardo? 

Si, su questo punto ho le idee molto chiare a partire dalla cornice che scelgo per i miei lavori e che non è il contenitore della fotografia ma il prosieguo, l’essenza stessa e continua con il mio brevetto “fotografia fine art e cromoterapia applicata alla carta da parati” dove la carta da parati sfuma sul colore della cornice per far emergere la foto stessa scattata e rielaborata sulla base delle sue componenti cromatiche.

La fusione tra luogo e opera fotografica diventa totale e indissolubile ricordando che questo tipo di opere non sono finalizzate all’arredo ma alla consapevolezza delle proprie emozioni. 

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Foto di Paola Chiappini

Dove possiamo trovare le tue opere in questo momento?

Sono stata coinvolta in  varie mostre con questo concept. La mia opera sul ghiaccio è stata oggetto di video che sono stati condivisi con Pechino in occasione di una mostra internazionale per il premio “Maestri a Pechino 2025” per il quale sono stata selezionata.

A Zurigo si può ammirare una mia opera ispirata a Venezia e alle sue vibrazioni mentre a Londra, Lido di Camaiore e Cannes sono attualmente in esposizione grazie alla collaborazione con Artexpertise di Marina Volpi, che ringrazio per la proficua collaborazione

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Proseguire in questo viaggio e vedere dove mi porta, farmi conoscere e condividere questo progetto. 

Mi piacerebbe anche insegnare la mentalità che c’è alla base del mio lavoro soprattutto agli addetti ai lavori nel campo dell’interior design, pur nella difficoltà di comprensione iniziale.

Concludiamo con la domanda che non ti hanno mai fatto, qual è?

Credo che sia la prima che mi hai posto tu riguardo al mio processo creativo e al rapporto di scambio tra emozioni, ambiente circostante ed emotività personale, della quale ti ringrazio.

Fotografia, elaborazione digitale, cromoterapia, neuroscienze e collaborazioni potenziali con il mondo del design d’interni si fondono nella ricerca della poliedrica Paola Chiappini che si pone tra le voci, anzi gli obiettivi, genovesi da tenere d’occhio ricordandoci come i confini, nell’arte come nella vita, sono fatti per essere superati ed integrati.

Immagine di copertina:
Grafica wall:out magazine su foto di Paola Chiappini


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Valentina P.

Storica dell’arte, pittrice e scrittrice vive l’arte per necessità di espansione e comprensione della realtà. Ha frequentato il Liceo artistico e la facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Genova oltre che essersi formata nell’ambito delle artiterapie.

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