STORIE CHE CI ABITANO | Selenide di M. Cristofanini e il racconto di un’assenza

STORIE CHE CI ABITANO | Selenide di M. Cristofanini e il racconto di un’assenza

Magnetici racconti di Cristofanini: Luna “attraverso le vite passate e future, possibili e impossibili delle persone che le hanno gravitato intorno”.
1 Ottobre 2025
2 min
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Mi capita spesso mentre leggo di immaginarmi l’autorə di pagine che mi piacciono mentre le ha scritte: chissà dov’era?

Su un tavolo di legno nel verde al vento o sudatə nell’aria condizionata su una sedia di plastica? Le ha scritte di getto e ispiratə o in affanno per la scadenza?

Quando la persona che ha scritto quelle pagine ha per me un volto, una voce, un corpo, un sorriso questo esercizio è più immediato, fa più sorridere (ed un po’ meno poetico, ma va bene lo stesso, che c’è bisogno, credo, di togliere un po’ di aura di mistero al mestiere di scrivere). 

Comunque, il libro in questione si intitola “Selenide”, è una raccolta di nove racconti edito dalla casa editrice Racconti, che si definisce tautologica, in quanto pubblica solo racconti. L’autrice è Marta Cristofanini, genovese e sarda.

Il groviglio, Primo sangue, Se non altro insieme prenderemo fuoco sono alcuni dei titoli di questi racconti mutevoli, di alcuni riconosco tutto, la vita universitaria, la festa sul monte e lo sgomento, e altri suonano lontani, padri disillusi e giovani del futuro.

La protagonista è Luna, che non c’è: è sparita, è morta, si è uccisa, si è dissolta, di preciso non si sa.

Ogni racconto ha personaggi, ambientazioni, tempi e toni diversi, e in ognuno a un certo punto si fa chiaro su cosa c’entri Luna, chi sia in quella storia che stiamo leggendo: in un racconto è compagna di università, in un altro è figlia, oppure è un ricordo vago e ancora è solo un racconto tra le storie di famiglia sentite da chi è venuto dopo di lei.

Luna illumina queste vite, emana un tenue chiarore sul dolore che ha lasciato in chi l’ha amata, tiene in orbita persone e luoghi lontanissimi tra loro. 

STORIE CHE CI ABITANO | Selenide di M. Cristofanini e il racconto di un’assenza
Selenide di Marta Cristofanini. Foto di Emanuela F.

Ho sentito parlare Marta Cristofanini del suo primo libro in primavera, il giorno del mio compleanno, in una libreria di Torino che frequentavo spesso quando abitavo in quel quartiere.

Ha raccontato, con l’invidiabile emozione di chi si racconta a persone che leggeranno le proprie parole, che Luna è parte della sua vita, ma che non voleva scrivere un libro sulla morte, né raccontare una storia di dolore. 

Il dolore c’è ma non è al centro, attraversa le sue fasi nel tempo, e tocca, contorna tante persone. Di queste persone conosciamo le parole, le fantasie, le vacanze, le serate, i ricordi e i rimpianti.

Luna forma una costellazione di persone che l’hanno sfiorata.

E’ un firmamento infinito quello composto da chi ha incontrato le persone che non ci sono più, le madri, le amiche, le conoscenti, le coinquiline.

Marta Cristofanini dice che questo personaggio, magnetico, misterioso, stava dentro di lei da tanto tempo, capitava nelle cose che scriveva, finché ha trovato spazio in questo libro strutturato, ciclico, in cui ogni racconto rappresenta una fase lunare.

Questo libro un po’ misterioso e un po’ matematico, femminile, bello da leggere appena uscito, e bello sono sicura anche da leggere in un’altra fase della sua orbita.

Immagine di copertina:
Grafica wall:out magazine su foto di Emanuela F.


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Emanuela F.

Emanuela detta Malo, genovese classe 1996, vive e lavora Torino, dove si è trasferita per l'università e non se ne è più andata. Gira per la città in bicicletta, lavora come psicologa collaborando con diverse realtà del terzo settore in progetti rivolti a persone migranti. È un'appassionata lettrice e nuotatrice: poiché la gran parte dei libri che possiede, e il mare, sono a Genova è facile capire che non se n'è mai andata del tutto.

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