#1 ESAGERATƏ | “riscriviamo la storia dei nostri corpi”

Il reportage a puntate che racconta e riflette sulle tematiche dell’evento transfemminista di Sorelle di corpo. Oggi parliamo di corpi e laboratori creativi.
10 Novembre 2024
4 min
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“Ma come sei esageratə!” Se ti hanno mai detto questa frase questo è il posto giusto per te. Tantɜ di noi si sono sentitɜ rivolgere queste parole – soprattutto donne (ma non solo). 

Esageratə per come ci vestiamo, per lo spazio che occupiamo, per quello che mangiamo, perché ci lamentiamo o, per meglio dire, perché non stiamo zittɜ davanti a situazioni “normali” che però feriscono.

E lo facciamo perché siamo delle femministe guastafeste che lottano per un mondo più inclusivo e meno giudicante, alzando la mano, facendo svanire il “bel clima goliardico” dei commenti sessisti, omofobi e grassofobici. 

Esageratə – riscriviamo la storia dei nostri corpi” è l’evento transfemminista organizzato da ‘Sorelle di corpo’ ad Albisola Superiore (SV) lo scorso 7 settembre e che ci aspettiamo ritorni alla fine della prossima estate.

‘Sorelle di corpo’ nasce come percorso di guarigione dal disturbo del comportamento alimentare (DCA) di Valentina Botta, Valuh, fotografa femminista e oratrice riottosa.

Dialogando con la sé bambina, baby Valuh, Valentina si è chiesta come dal dolore si possa costruire qualcos’altro perché, se il personale è politico, possiamo fare rete e dargli risonanza.

Dalla sua esperienza ha creato una rete di sorelle da cui è nato l’evento con il sostegno di Teatro21, Fondazione De Mari e numerosɜ professionistɜ e attivistɜ coinvoltɜ. 

“Da qualche parte, dentro ognuno di noi, c’è il potere di cambiare il mondo” scrive Roald Dahl in Matilda; la femminista Gloria Steinem dice che “il femminismo inizia come qualcosa di molto semplice, come l’istinto di una bambina che dice non è giusto e non sei il mio capo e finisce con una visione del mondo che mette in discussione l’intera gerarchia”. (Fonte)

 Copertina del libro Matilda di Roald Dahl. Fonte Wikicommons

Se tutto ciò era dentro di noi da bambine, si chiede Valuh, come siamo diventate le donne che siamo oggi?

Valuh ha così creato una giornata culturalmente arricchente ma anche divertente, perché chi lo ha detto che la lotta deve essere noiosa? Una lotta può essere gioiosa, carica di strass e di rosa Barbie!

Questo è il primo articolo del reportage che ti racconta com’è andata questa avventura di un giorno: workshop, laboratori creativi, swap party, talk e panel, show e quiz. Un meraviglioso spazio di sorellanza e inclusività dove essere se stessə!  
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BODY HOME: TORNA AL CORPO

Body Home torna al corpo. Foto di Jacopo Grosso

Beatrice Soli, personal trainer e mental health con approccio body neutral e mindful, attivista per i disturbi del comportamento alimentare di base a Londra, ha tenuto un workshop sul movimento corporeo sulla spiaggia.

Quanto è rivoluzionario per un gruppo di donne muovere il proprio corpo senza che lo scopo sia il raggiungimento di uno standard estetico di bellezza ideale?

Ascoltare il proprio corpo mentre lo muoviamo, sentire la sabbia fra le dita, ringraziarlo per quello che ogni giorno possiamo fare grazie a lui, chiedergli scusa per tutte le volte che lo abbiamo maltrattato o abbiamo preteso troppo.

Una sorta di preghiera per riconciliare mente e corpo, far sì che siano una squadra e che insieme ci permettano di godere delle bellezze e delle gioie del mondo.

L’idea al centro di questo approccio è quella di uno sport davvero inclusivo in cui ogni corpo ha “il diritto di svolgere attività fisica, con qualsiasi forma, peso, genere ed età” senza alcun giudizio o domanda inappropriata.

Quanto spesso accade che nel fare sport il focus sia sulla forma fisica? Quanto spesso invece il focus è sul sentirsi bene?

Le persone vengono prima dei loro corpi ed è fondamentale che si sentano accolte, l’esercizio fisico non deve essere finalizzato alla performance ma al “prendersi cura del sé del futuro”.

Attraverso esercizi di propriocezione e di grounding abbiamo riconnesso il corpo alla mente per imparare ad ascoltarlo e a riconoscerne il valore, avvicinandoci ad un altro modo di allenarsi che non sia focalizzato al raggiungimento della “perfezione”.

Il workshop si è concluso, prima dell’abbraccio di gruppo e della condivisione finale, con un momento di sorellanza in cui a coppie, palmo contro palmo, ci siamo mosse a specchio della nostra sorella, lasciandoci guidare da lei e poi guidandola a nostra volta, in un esercizio di fiducia e connessione con una persona sconosciuta alla quale ci accomunano i valori femministi.

LABORATORI

Ricami ribelli! Foto di Jacopo Grosso

I laboratori creativi ci hanno vistɜ ricamare e creare coroncine di fiori, attività tradizionalmente legate alla femminilità ma di cui riappropriarci con un rinnovato senso di lotta:

“Incorona la tua Dea” e “Ricami ribelli”!

Sara Caviglia, sui social _articiocca_ (un gioco di parole fra articioca, carciofo in dialetto genovese, e artista che ciocca ovvero un po’ matta) ci ha accolte nel laboratorio Artisfera Lab, suo e di Giulia Amisano, per insegnarci i primi punti.

Ci ha fornito disegni di tette realizzati su un’apposita carta da applicare al tessuto come guida per creare il ricamo, un’attività rilassante e soddisfacente anche per chi non aveva mai preso in mano ago e filo.

Pur essendo un lavoro individuale, svolgendolo in compagnia delle altre persone sono nati momenti di condivisione come quelli vissuti dalle nostre antenate che si incontravano per fare lavori di cucito chiacchierando. 

Incorona la tua dea. Foto di Jacopo Grosso

La fiorista Consuelo Ravizza di sottobosco.vaze ha guidato il gruppo nella creazione di coroncine floreali per incoronare la propria dea interiore dedicandosi del tempo per sé.

Con Valentina Colonna di cole.ceramica.cose e Greta Zoe Zacco abbiamo realizzato una tet-tazza, che cos’è? Lo dice il nome stesso:

Una tazza in ceramica… con le tette!

Sedute fianco a fianco a fianco, ciascuna col proprio blocchetto di argilla, sotto la guida delle ceramiste abbiamo modellato una tazza con le tette, conferendole ciascuna forme diverse, a volte le proprie a volte lasciandosi guidare dalla creatività, in un inno alla diversità dei corpi.

C’è anche chi ha costellato la propria tazza di tette dipinte anziché scolpite, raffigurandole delle più disparate dimensioni e forme: grandi, piccole, a pera, a mela, con mastectomia, a coppa di champagne; per celebrare l’unicità di ciascuna.

In tutti i laboratori il lavoro manuale non è stato che un volano per chiacchierare in compagnia di temi femministi.

Continua a seguirci per leggere i prossimi articoli sulla giornata!
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Creazione di Tet…tazze. Foto di Jacopo Grosso

Immagine di copertina:
Locandina dell’evento. Graphic drsigner Paolo Bona


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