ASTRO-ILLOGICA | Nell’etere - La stagione dell'Aquario

ASTRO-ILLOGICA | Nell’etere – La stagione dell’Aquario

L’aria è epifania. Non appesantisce e non grava, aiuta a soppesare e non a trattenere. L'Aquario ci ricorda l’importanza della sensibilità oblativa.
21 Gennaio 2024
3 min
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Il 20 gennaio alle 15:08 (ora italiana) il Sole entra nel segno dell’Aquario, dando così il via alla penultima stagione zodiacale. Ogni stagione astrologica, dodici in tutto, prende il nome del segno in cui si trova il Sole e ha una durata di 30 giorni.

Questo dettaglio è facilmente individuabile all’interno del grafico del tema natale. Il simbolo di ogni segno zodiacale è inserito in uno spicchio dove sono presenti trenta lineette di diverso spessore, quelle più lunghe e scure segnano la fine e l’inizio delle decadi (prima, seconda e terza).

Lascio qui il collegamento all’articolo introduttivo di questa rubrica: ASTRO-ILLOGICA | Intro, dove troverai anche il grafico per avere un’idea più precisa di quanto scritto.

Un segno d’aria

A differenza di quanto moltə pensano l’Aquario non è un segno d’acqua bensì di aria, più precisamente è l’ultimo segno d’aria che incontriamo nello zodiaco, preceduto dalla Bilancia e dal segno dei Gemelli.

L’aria è l’unico tra i quattro elementi (fuoco, terra, aria ed acqua) che non possiamo toccare: l’aria è eterea. 

Data la natura dell’elemento, questo segno viene spesso definito elusivo e poco affidabile. Trovo questa descrizione imprecisa e non del tutto rappresentativa in quanto non rende giustizia né all’elemento né, tanto meno, ad uno dei segni più interessanti dello zodiaco.

Tutto dipende sempre dalla profondità e dall’attenzione con cui decidiamo di guardare.

L’elemento aria ci circonda quotidianamente, in senso pratico e letterale, ci consente di vivere e di respirare senza nemmeno accorgerci della sua presenza. L’aria non ha bisogno di essere vista o riconosciuta. L’aria crea spazi di condivisione nel rispetto della collettività e dell’orbita personale del singolo.

La trasparenza è il suo super potere che, il più delle volte, lascia in regalo alle persone che le gravitano intorno. Ci vuole tempo per accorgersene ma, quando accade, è inevitabile sentirti fortunatə.

L’aria è epifania

L’aria non appesantisce e non grava, aiuta a soppesare e non a trattenere, lascia andare. L’aria è un invito aperto e cerebrale che stimola lo scambio immateriale.

Uno dei motivi che mi vede innamorata di questa materia è che, in astrologia, tutto è in relazione. Questo non è un dettaglio minore, anzi. Ogni giorno prendo coscienza del fatto che una delle epidemie più grandi del nostro tempo è l’individualismo, sfrenato e dilagante. Seppur reputandolo più spaventoso della morte, perché ci sovrasta in vita, torniamo al lessico astrale.

Quando scrivo dell’Aquario non posso non menzionare il suo opposto complementare, ovvero il Leone. La ragione è la stessa che mi innamora: tutto è in relazione.

Aquario e Leone condividono gli intenti impiegando mezzi ed energie differenti. L’asse V-XI (case astrologiche co-significanti dei segni) parla delle connessioni affettive che ci circondano, eliminando gerarchizzazioni ed etichette socialmente imposte. Si parla di libertà, di alleanze, condivisione e amicizia.

Come scrive Roberto Scuteri in “Astrologia e Mito” l’Aquario racchiude in sé “la dialettica intersoggettiva dilatata che annulla l’egoismo e l’individualismo”. 

Quando penso all’Aquario non posso non pensare a Marta (mia amica aquariana del cuore da più di metà della mia vita) che, mentre ci confrontiamo sull’articolo che ancora devo scrivere, mi dice che l’indipendenza è la chiave per coltivare le relazioni con libertà.

Penso che ‘indipendenza’ sia una tra le parole che può raccontare il senso del segno.

Anzi, proprio la contrapposizione tra ‘individualismo’ e ‘indipendenza’: il primo finisce per svalutare le esigenze della collettività ed oscurare i principi che la seconda, con cura e fatica, mantiene ben saldi nel rispetto personale e comunitario.

Indipendenza intesa come non soggetta alla sovranità o al dominio su altrɜ.

L’Aquario ci ricorda l’importanza della sensibilità oblativa

In astrologia ogni segno zodiacale, così come ogni casa astrologica, ha uno o più pianeti ‘maestri’ che chiamiamo pianeti in domicilio. Da millenni questi pianeti vengono definiti ‘governanti’ o ‘dominanti’, termini che fino d oggi sono utilizzati da professionistɜ del settore, termini che utilizzavo anch’io fino a quando mi sono imbattuta nel saggio precedentemente citato nell’introduzione della rubrica: “Astri Amari – Per un’astrologia transfemminista”.

Nel libro vi è un capitolo intitolato “Antidizionario astrologico” scritto da Astri Amari e pensato in collaborazione con Rachele Borghi.

Astri e Borghi sostituiscono la parola ‘governatore’ con ‘complice’ poiché “la complicità prende in considerazione i diversi gradi di privilegio delle persone coinvolte nell’azione diretta e favorisce la ricerca di modalità per trasformare i propri privilegi in strumenti di lotta”.

I pianeti complici del segno dell’Aquario sono Urano e Saturno

L’intesa che questi due pianeti, apparentemente dalla natura contraddittoria, vanno a creare è il superamento dei pregiudizi e delle limitazioni morali.

Urano è il pianeta trasformatore, l’anti-conformista per eccellenza. Saturno non è ancora apprezzato come dovrebbe, spesso viene raccontato come “il pianeta che limita” piuttosto che “il pianeta che concentra”. Saturno è un sostenitore incompreso nel tempo presente, è avanguardista.

L’invito che il segno dell’Aquario ci fa, e così la sua stagione, è quello di immergerci nel concetto di spazio-tempo, vivere lo scandire del tempo e la sua stessa trascendenza per poi decostruirla.

Immagine di copertina:
Grafica wall:out magazine su foto di Marta Subbrero


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